Le biblioteche accademiche del futuro.
Idee, progetti, risorse.
Roma 22 - 23 Maggio 2000
Il recente Convegno nazionale, organizzato a Roma il 22 e 23 maggio dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) , ha avuto come tema centrale "Le biblioteche accademiche del futuro. Idee, progetti, risorse."
Le due giornate sono state suddivise in sessioni plenarie di apertura e chiusura e in quattro sessioni parallele dedicate ad alcuni temi di interesse primario per le realtà bibliotecarie, che riprendevano, ampliandoli, gli argomenti individuati dalla riunione della Commissione dei delegati rettorali per le biblioteche di ateneo, avvenuta a Roma in data 1 dicembre 1999, con il preciso intento di una più attenta e "visibile" politica universitaria.
Secondo il Rettore Cannata, l'appuntamento della primavera del 2000 deve essere considerato come un'agenda di lavoro per la continuità e l'integrazione delle informazioni nelle 74 università italiane, che dovrebbero sinergicamente operare in misura più efficace alla creazione di un Sistema bibliotecario accademico nazionale, che attualmente sta vivendo una fase di profonda trasformazione in relazione alle recenti esigenze di multifunzionalità delle biblioteche.
I quattro Gruppi di lavoro costituitisi in sede congressuale hanno quindi dibattuto sui seguenti temi: Modelli organizzativi e risorse; Strutture e infrastrutture: dalla biblioteca tradizionale alla biblioteca digitale; Evoluzione e integrazione dei sistemi informativi bibliografici; Nuove tecnologie e cooperazioni per la pubblicazione e diffusione in rete dei
documenti.
Avendo personalmente partecipato al secondo seminario, desidero porre in evidenza quanto, ancora oggi, l'organizzazione dei servizi di una biblioteca ( universitaria e non) , sia strettamente collegata all'utilizzazione di spazi e di luoghi che, nella maggior parte dei casi, non sono stati concepiti per espletare tali funzioni.
La relazione introduttiva di Paolo Bellini (Università di Trento) sulle "Strutture e infrastrutture: dalla biblioteca tradizionale alla biblioteca digitale" ha ben evidenziato come, il passaggio dal documento cartaceo al mondo virtuale, abbia trasformato tutte le biblioteche in centri di servizi, il cui compito prioritario diventa quello di "predisporre l'infrastruttura tecnica necessaria per la diffusione e la consultazione, a fianco delle opere a stampa, di tutte le fonti di informazione digitalizzate".
Le biblioteche hanno dunque bisogno di rivedere la loro impostazione tradizionale e orientarsi verso una nuova sud- divisione degli spazi che vede delinearsi tre distinte categorie:
1) spazi per libri e riviste
2) spazi per cataloghi e altri supporti
3) spazi per il personale e per gli utenti.
La biblioteca diventa "flessibile" e questa nuova caratteristica genera anche modifiche radicali alla tradizionale struttura tipologica dell'edificio.
In Gran Bretagna sono stati recentemente inaugurati numerosi "Learning Resource Centres", luoghi in cui si possono svolgere molteplici ed interessanti attività: dallo studio di gruppo alle riunioni, dalle ricerche specialistiche on-line alle videoconferenze multimediali.
Anche in Italia forte è l'esigenza di un rinnovamento del modello architettonico di biblioteca: durante lo svolgimento dei lavori si è potuto notare, infatti, l'evidente necessità di avere a disposizione non più vecchi edifici recuperati e ristrutturati ma centri, progettati e costruiti ex-novo, facilmente accessibili a tutti i cittadini.
Numerosi sono stati gli interventi che hanno evidenziato una realtà molto in fermento, in concomitanza con la nascita di nuove problematiche sempre più connesse all'organizzazione e alla diffusione delle informazioni, nei confronti di una utenza sempre più esigente e raffinata.
Il problema della organizzazione degli spazi avanza di pari passo con quello del mutamento di funzioni da parte del perso- nale di biblioteca che, da esperto conservatore, passa a giocare un ruolo primario nel vasto e sconfinato mondo della comunicazione.
Renato Bocchi (IUAV di Venezia), nel tentativo di definire le principali problematiche che accompagneranno il passaggio da un tipo di biblioteca tradizionale a quella digitale, ha enumerato i seguenti punti:
- indiscussa centralità dell'utente (ampiamente sottolineata dalla relazione e dal successivo intervento di Bellini)
- nuove necessità di integrazione tra biblioteche e altre strutture di ricerca
- questioni inerenti all'edilizia bibliotecaria e al contesto urbano di riferimento
- presenza di nuove tecnologie informatiche che prevedono una "riprogettazione" dell'istituto biblioteca
- percorsi differenziati all'interno delle strutture: oltre allo spazio individuale sono ormai indispensabili luoghi e spazi per bisogni collettivi
- necessità di standard adeguati anche a livello spaziale.
Secondo l'architetto Bocchi, la biblioteca è rapidamente divenuta una dei terreni di ricerca dell'architettura del futuro per questo motivo c'è bisogno di fissare, con l'aiuto del personale che giornalmente vi opera, una serie di indirizzi e di linee strategiche per le politiche bibliotecarie del nuovo millennio.
La presenza al Convegno e alla sessione suddetta del prof. Elmar Mittler, presidente del gruppo LIBER ( Ligue des Bibliothèques Europeénnes de Recherche) ha richiamato l'attenzione dei presenti sul ruolo primario che biblioteca dovrebbe giocare nel processo formativo di ogni adolescente, tanto da divenire il "cuore" dell'apprendimento sociale. Mittler ha inoltre esposto l' intensa attività del LIBER, che si concretizza ogni due anni in un seminario internazionale, durante il quale viene ridefinito il ruolo della biblioteca, della sua concezione e della sua fruizione estetica, da parte di un pubblico appartenente a molteplici profili professionali (architetti, ingegneri, bibliografi, documentalisti, ricercatori e bibliotecari).
Nel 1996 a Parigi si è tentato di delineare il prototipo di biblioteca "post-moderna" proprio in concomitanza con l'inaugurazione della grandiosa Biblioteca Nazionale francese, mentre nel 1998 a Londra si è parlato di "multifunctional library", proponendo come esempio la nuova British Library, costruita a Londra nel quartiere di San Pancrazio.
Fortunatamente anche in Italia la situazione sta rapidamente mutando: nel maggio scorso a Bologna, è stata inaugurata la Biblioteca Sala Borsa, che può essere considerato uno dei più grandi progetti italiani nel settore cultura. La nuova struttura può contare su 909 posti a sedere e su 240 personal computer multimediali e copre un'area destinata al pubblico di circa dodicimila metri quadrati. Anche a Venezia, secondo quanto brillantemente riferito al congresso da Alessandro Bertoni, sono in procinto di essere ristrutturati quattro edifici di notevoli dimensioni, destinati a divenire Biblioteche di Area.
Particolarmente interessante mi è sembrata la costruzione di una Biblioteca Didattica, destinata ai soli studenti, con l'intenzione di alleggerire dalla pressione (e dalle richieste) studentesca le altre biblioteche universitarie, che attualmente sono sparse in trenta sedi e che dovranno poi confluire nei quattro poli di Area (Area Economico Giuridica, Area Umanistica e Area Orientalistica, Area Scientifica e Biblioteca Didattica).
Ritornando al Convegno CRUI, nella seconda giornata (23 maggio) sono stati presentati i risultati dei quattro Gruppi di lavoro e si è proceduto a una vivace discussione che ha lasciato ancora aperti numerosi quesiti .
Dalla bozza di documento finale, mi sembra interessante evincere alcune proposte di attività future, suddividendole per "Indicazioni a livello di singoli Atenei" e "Proposte di cooperazione interaccademica".
Dal primo gruppo sintetizziamo i seguenti punti:
1) Riorganizzazione delle biblioteche e dei loro servizi;
2) Le università vengono sollecitate a promuovere l'aggiornamento professionale, soprattutto di quel personale con incarichi di coordinamento e direzione che deve avere una formazione adeguata a standard internazionali;
3) Necessità di lingue guida nel campo dell'edilizia bibliotecaria;
4) Necessitano programmi di catalogazione integrale di tutto il patrimonio bibliografico.
A livello di cooperazione tra Atenei occorre:
1) Promuovere lo sviluppo di progetti cooperativi;
2) Partecipare attivamente a progetti internazionali;
3) Prevedere sviluppare (e misurare) nuovi servizi.
Quale sarà dunque la strategia vincente per la creazione di un Sistema bibliotecario accademico nazionale?
La risposta non può essere univoca ma si avvale di concetti quali: formazione (sia del personale che dell'utenza), cooperazione, flessibilità architettonica dell'edificio biblioteca, impiego più esteso di tecnologie emergenti e maggiore attenzione al fattore umano...
Patrizia Lùperi
Biblioteca di Lingue e Letterature Romanze Pisa