COMITATO DI PRESIDENZA
10 ottobre 2001



Mercoledì 10 ottobre 2001, alle ore 15.00, si è riunito il Comitato di Presidenza della CRUI presso il salone del rettorato dell'Università di Torino (Via Verdi n. 8, Torino), con il seguente ordine del giorno:

1. Comunicazioni
2. Approvazione verbale seduta precedente
3. Legge Finanziaria 2002 e altri provvedimenti legislativi
4. Ricerca
5. Abrogazione del valore legale del titolo di studio
6. Trattamento economico personale CRUI/Fondazione
7. Varie ed eventuali.

Sono presenti i rettori: Modica, Bertolino, Cannata, Marchesini, Pecere, Pontremoli, Schmid, Tosi.

1. Comunicazioni

Il Presidente della Repubblica ha ufficialmente confermato l'incontro con la CRUI per il 22 novembre p.v. alle ore 16.00, ovvero dopo l'Assemblea Generale di novembre.
Oggi si è riunita per la prima volta la commissione ministeriale per i contratti a studiosi italiani e stranieri residenti all'estero. Per la prima scadenza (31 luglio 2001) sono pervenute 118 domande di contratto, mentre altre 144 sono già arrivate in vista della successiva scadenza (31 ottobre). Le scadenze sono fissate tre volte all'anno e gli esiti della tornata con scadenza 31 luglio verranno comunicati presumibilmente entro il 15 novembre. Il meccanismo di selezione prevede che ciascuna domanda venga inviata a due referee stranieri. Il Presidente Modica ricorda che questa commissione non ha nulla a che vedere con le chiamate in ruolo per chiara fama.

2. Approvazione verbale seduta precedente
Il verbale viene approvato all'unanimità.

3. Legge Finanziaria 2002 e altri provvedimenti legislativi

Il 29 settembre è stato presentato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge sulla finanziaria 2002 (Atto Senato n. 699).

Dal punto di vista normativo, l'art. 12 fa divieto per l'anno 2002 alle università di assumere personale tecnico e amministrativo a tempo indeterminato. Questa norma dovrebbe spingere le università a fare solo contratti a tempo determinato oppure ad utilizzare risorse in outsourcing ma, in molti casi, ciò è impossibile per la specificità e non standardizzazione dei compiti universitari, oppure è molto costoso.
Dal punto di vista della dotazione finanziaria, quanto fissato nel disegno di legge risulta assai deludente. Il fondo di finanziamento ordinario aumenta per il 2002 di circa 176 miliardi, cifra inferiore all'aumento degli stipendi fissato dalla legge o dal contratto nazionale (senza contare il mancato reintegro dell'aumento di stipendio per il 2001). Ad una diminuzione reale per il 2002 segue addirittura una diminuzione nominale per il 2003 e 2004, di 200 miliardi per anno. Nel triennio è quindi prevista una notevole diminuzione percentuale delle spese dello Stato per le università pari, in termini reali, al -8% circa. Restano invariate le somme per il diritto allo studio ma i finanziamenti per l'edilizia praticamente si dimezzano nel 2002 rispetto al 2001 e non recuperano nel triennio 2002-2004. Anche i fondi per la ricerca universitaria di interesse nazionale rimangono alla cifra esigua di 160 miliardi a cui sono scesi nel corso del 2001 (salvo l'approvazione della leggina di spesa).

Il Presidente propone un giro di tavolo per registrare le opinioni del Comitato di Presidenza.

Il Rettore Cannata propone di attivarsi al più presto per sensibilizzare i responsabili per l'istruzione di ciascun partito nonché le commissioni cultura di Camera e Senato affinché si possa intervenire su questa finanziaria.

Il Rettore Tosi ricorda che nel Libro Bianco della CRUI dello scorso marzo si chiedeva di considerare l'università come una risorsa strategica del Paese, a fronte di una serie di impegni: tali impegni sono stati mantenuti dagli atenei, mentre la risposta del Governo delinea una situazione preoccupante. La sua proposta è di avviare una forte azione di sensibilizzazione, anche a livello pubblico e di comunicazione di massa.

Il Rettore Pontremoli ritiene più opportuno che i vertici della CRUI (Presidente e Vice Presidenti) discutano al più presto con il Ministro dell'Università i problemi posti da questa legge finanziaria. La posizione deve essere discussa con il nostro interlocutore ufficiale, che è il Ministro Moratti.

Il Rettore Pecere ritiene che la CRUI dovrebbe avere il coraggio di porsi come rappresentante di 1.700.000 studenti e delle loro famiglie, di denunciare con forza la preoccupante situazione in cui si viene a trovare l'università e di assumersi un ruolo di traino in una eventuale protesta, da attuare a livello di sistema universitario complessivo.

Il Rettore Schmid ricorda che le dichiarazioni di principio sul valore della società dell'informazione e sul valore della formazione e della ricerca come risorse strategiche del Paese si sono moltiplicate nel tempo da parte di tutte le forze politiche, ma anche che parimenti tale dichiarazioni sono state sistematicamente disattese. Questo lascia presumere che per le tradizionali vie istituzionali i risultati non possano comunque essere duraturi: la riflessioni da fare è dunque molto più profonda e ampia sulla competitività con il settore privato della formazione.

Il Rettore Bertolino concorda sulla necessità che la CRUI debba farsi in questo momento portavoce delle esigenze e dei diritti degli studenti, ma con l'equilibrio necessario affinché la situazione non venga strumentalizzata da elementi sovversivi all'interno della composizione studentesca.

Il Presidente concorda sul fatto che il primo atto debba essere un contatto diretto con il Ministro, per discutere sulla legge finanziaria e per rappresentare lo stupore della CRUI per la presenza di norme penalizzanti, come quella sul blocco delle assunzioni, e di impegni di finanziamento altrettanto penalizzanti. Sarà infatti necessario dimostrare che questo è un atto che purtroppo rappresenta l'evoluzione di una disattenzione costante al problema dell'università che si trascina da molti anni (e che si riconferma anche con il nuovo governo) e che soprattutto dimostra uno scollamento tra le dichiarazioni di principio delle istituzioni e gli atti pratici normativi.
Il Comitato concorda anche sul fatto che potrebbe essere utile suggerire di ripristinare la norma per cui tutti gli incrementi stipendiali previsti a livello governativo devono essere integrati da fondi aggiuntivi statali, affinché non vengano caricati sui bilanci delle università e quindi - in finale - sulle spalle degli studenti. Inoltre, per razionalizzare le risorse, sarebbe necessario togliere dal FFO tutti gli elementi che non siano strettamente attinenti all'università, come i consorzi, da finanziare su fondi più pertinenti.
Anche il problema delle infrastrutture andrà posto in tutta la sua importanza, poichè investimenti non adeguati per le infrastrutture e le attrezzature per gli studenti costituiscono un concreto pericolo di fallimento della riforma: l'impegno degli atenei alla professionalizzazione e alla innovatività della didattica ha infatti attratto molti studenti, a cui ora non si possono negare le necessarie ed adeguate infrastrutture.

Il Comitato dà mandato al Presidente di predisporre un documento schematico e preciso per il Ministro, in cui le affermazioni siano circostanziate da cifre e calcoli precisi.
Per quanto riguarda il rapporto con gli studenti, sarà opportuno potenziare i momenti di incontro e di confronto tra rettori e studenti (ad es. nei senati accademici) e diffondere in maniera molto trasparente le posizioni.
Infine, è indispensabile ottenere uno spazio di replica negli organi di stampa e di comunicazione in generale, affinché che tutto questo abbia una forte eco nell'opinione pubblica. Bisogna dimostrare che negli ultimi anni si è respirata un'aria nuova nelle università e che ora c'è il rischio reale che si verifichi una frattura tra i giovani - che chiedono una formazione di qualità a seguito di aspettative generate proprio dalla società - e la società stessa, il governo, le istituzioni, che possono alimentare pericolose tensioni sociali.

Per quanto riguarda gli altri provvedimenti normativi recenti, neanche il d.d.l. "Disposizioni concernenti la scuola, l'università e la ricerca scientifica", approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 settembre 2001, può lasciare soddisfatto il sistema universitario. Il Presidente propone di avviare un'attività di sensibilizzazione presso i parlamentari per proporre adeguati emendamenti a questo disegno di legge, nonché per riaffermare la necessità che venga inserita una norma che stabilisca che l'elettorato attivo e la composizione degli organi collegiali deve rimanere di esclusiva competenza degli atenei (richiamando anche l'impegno che in tal senso aveva assunto il Ministro Moratti durante l'Assemblea Generale del 27 settembre).

4. Ricerca

Il Rettore Pontremoli illustra il documento - da lui predisposto - relativo a "Proposte per la riorganizzazione della struttura e dei finanziamenti del Sistema Nazionale della Ricerca universitaria", che prende le mosse dallo schema generale di ristrutturazione del sistema della ricerca universitaria elaborato dalla CRUI nel 1995 .
Due gli aspetti generali del progetto: strutturare una rete di ricerca (attraverso consorzi, centri di eccellenza, istituti nazionali, ecc.) e un adeguato sistema di finanziamento (tramite una riorganizzazione e un rifinanziamento dell'attuale rete nazionale, nonché con nuovi stanziamenti).
Gli strumenti proposti sono: realizzare un sistema informativo nazionale, introdurre un modello unificato di valutazione per tutti i progetti MIUR, realizzare un'anagrafe della ricerca basata su una infrastruttura telematica, potenziare i piani triennali nelle sue diverse componenti (quelli inclusi nella legge finanziaria e quelli per il finanziamento diretto della ricerca universitaria).

Il Presidente Modica concorda sull'impostazione del documento, e sul principio di sviluppare la ricerca nazionale attraverso al costruzione di singoli progetti. Il migliore contributo che la CRUI possa ora dare è quelli di impostare un documento operativo su come costruire un sistema ricerca basato su questa ipotesi.
Il nodo da risolvere è individuare il sistema più corretto per la creazione della rete di ricerca nazionale. I modelli sono infatti due: quello degli istituti nazionali (è piuttosto pesante, ma anche solido) e quello dei consorzi (più agile, ma anche instabile). La soluzione ottimale dovrebbe poter individuare gli aspetti migliori di entrambi.
Il documento dovrà proporre regole precise per strutturare una rete di ricerca nazionale, individuare i canali di finanziamento, potenziare la ricerca di base, mantenendo però anche la possibilità di inserimento nel processo complessivo anche di singoli ricercatori e non solo di reti.
Anche la mobilità dei ricercatori è elemento essenziale, sia attraverso i dottorati di ricerca che i progetti stessi: ad esempio, il finanziamento FIRB dura tre anni, per cui si potrebbero creare consorzi per progetto; la ricerca è un elemento di crescita per l'università, per cui bisogna puntare proprio su questa risorsa attraverso tutti i mezzi che il nostro Paese può mettere a disposizione.
Importante è anche non trascurare i settori umanistici, nei quali pure si svolgono importanti attività di ricerca. In questo ambito, inoltre, un'aggregazione di attività di ricerca per macro-progetti si rivela più difficoltosa e quindi, nella definizione di un piano di ristrutturazione della ricerca, sarà opportuno tenere nella necessaria considerazione anche questi aspetti.

Il Comitato concorda sul fatto che il documento, pur ancora nella forma di bozza, costituisce il punto di riferimento e di partenza della CRUI per proporre un rinnovamento del sistema della ricerca e l'individuazione di risorse aggiuntive.
Bisognerà potenziare l'idea di strutture leggere (ad es. qualificando la struttura dei consorzi, nel senso di reti di coordinamento tra strutture con medesime finalità, ma svincolandoli dalla logica di finanziamento sul FFO) e integrare il progetto complessivo dando l'adeguato spazio ai settori umanistici.

Il Comitato concorda sull'opportunità di diffondere il documento a tutti i rettori e ai delegati rettorali per la ricerca, chiedendo di formulare eventuali osservazioni o suggerimenti. Il Rettore Pontremoli elaborerà in seguito una proposta di progetto, che verrà sottoposta all'attenzione di uno dei prossimi Comitati di Presidenza e in seguito all'Assemblea Generale.

5. Abrogazione del valore legale del titolo di studio

Il tema, emerso durante la precedente riunione del Comitato, presenta un duplice aspetto: quello strettamente giuridico del valore del titolo e quello di requisito minimo di accesso a certe professioni. Infatti nessuna istituzione può rilasciare titoli aventi valore legale senza l'autorizzazione del Ministero: in Italia, quindi, le parole "università" e "laurea" sono vincolate all'approvazione ministeriale. Liberalizzando il valore legale del titolo, si rischia il proliferare di istituzioni che si definirebbero "università" e che renderebbero il mercato della formazione estremamente confuso.
L'altro aspetto del problema è che il valore legale rappresenta anche il requisito minimo per accedere a certe professioni e questo è un elemento presente in tutti i Paesi del mondo. In Italia, in particolare, i dirigenti dello Stato e gli alti amministratori devono essere in possesso di una laurea.
Non è quindi chiaro come si potrebbe eliminare tale valore, sostituendolo - similmente a come si sta facendo in alcuni Paesi - al livello formativo raggiunto (la quantità di formazione conseguita).
Anche il settore privato, inoltre, utilizza e si serve del valore legale del titolo quando lo pone come requisito minimo di selezione.

Il Presidente propone di avviare una riflessione sul tema, soprattutto nella prospettiva di predisporre un documento apposito da presentare nelle opportune sedi di riferimento, per riaffermare alcuni concetti di base:

- il sistema di accreditamento ministeriale deve essere mantenuto (e in questo resteremmo peraltro in linea con il resto dell'Europa), in particolare in attesa di un sistema di accreditamento dei corsi di studio;
- si potrebbe studiare come rendere il valore legale effettivamente meno rigido, magari ipotizzando da un lato uno snellimento dei vincoli dati dalle classi e dall'altro che alcuni titoli rimangano al di fuori del valore legale.

6. Trattamento economico personale CRUI/Fondazione
Il Comitato di Presidenza prende in esame il trattamento economico del personale della CRUI ed il trasferimento di parte di esso alla costituenda Fondazione, dichiarandosi d'accordo con la proposta del Presidente.

7. Varie ed eventuali

Il Presidente informa di aver avuto di recente un incontro con l'Ambasciatore Cileno e con il Presidente del Consiglio dei Rettori delle Università Cilene. La delegazione cilena ha proposto un accordo quando tra le due Conferenze per la promozione e il sostegno di attività di reciproco interesse nel settore della cooperazione interuniversitaria. Il Presidente sottopone ai presenti una bozza di accordo, chiedendo di valutarne i contenuti.

Il Rettore Cannata riferisce sugli ultimi sviluppi relativi alla trattativa sul diritto d'autore. La CRUI ha infatti promosso lo scorso 20 settembre una riunione di coordinamento con i rappresentanti degli altri enti coinvolti nella trattativa con la SIAE per la definizione dei compensi per la riproduzione di opere coperte da diritto effettuate all'interno delle biblioteche: Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MBAC) e Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome.
Per quanto riguarda la trattativa con la SIAE, sono emerse difficoltà comuni legate principalmente alla definizione dell'arco temporale dell'accordo, del compenso forfetario, delle procedure di attivazione e del sistema dei controlli.
Nel frattempo è stata emanata la Direttiva Comunitaria in materia di diritto d'autore, cui i singoli Stati nazionali dovranno adeguarsi entro 18 mesi: alla luce di tale mutato scenario, sarà quindi necessario verificare l'evoluzione della normativa internazionale e nazionale in materia.
Date le difficoltà di applicazione degli accordi con la SIAE, i presenti hanno convenuto su alcuni punti essenziali:

· l'opportunità di rappresentare al Governo la difficoltà di gestione della materia (inapplicabilità della normativa espressa nei termini della L 248/2000 e sopravvenuta direttiva Comunitaria), anche alla luce dell'evoluzione normativa europea, e di chiederne una revisione;

· in caso non fosse perseguibile l'ipotesi precedente e data la comprovata difficoltà di procedere ad accordi singoli e separati con la SIAE, la necessità che - peraltro secondo quanto concordato ancora nel novembre 2000 con l'allora Sottosegretario all'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM) - la consultazione con la SIAE serva solo a definire le modalità operative degli accordi, che dovranno però essere recepiti nella forma di un decreto della PCM (e quindi passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni);


Non essendovi altro da trattare la seduta è tolta alle ore 19.30. Del che il presente verbale.

IL PRESIDENTE
Prof. Luciano Modica




contributo precedente

Contributo precedente
indice dei contributi
Indice dei contributi
Manda un contributo
Manda un contributo
contributo successivo

Contributo successivo