Mozione
approvata all'unanimità dall'Assemblea Generale della CRUI

Roma, 25 novembre 1999


La CRUI, condividendo il profondo disagio del mondo universitario medico espresso dalla forte e unanime posizione dei Presidi delle Facoltà di Medicina, esprime perplessità sulle fasi ultime della procedura che ha portato all'accordo governativo sullo schema di decreto legislativo sui rapporti SSN - Università (ex art. 6 della legge 419/98) e, soprattutto, su alcune sue norme.
Sottolinea che non è accettabile che si sancisca la diversità dello stato giuridico dei professori e ricercatori medici da quello dei professori e ricercatori delle altre facoltà universitarie. Chiede con forza che si ponga rimedio a questa inaccettabile discriminazione e che, almeno nel contesto del disegno di legge sullo stato giuridico della docenza universitaria approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri, si recuperi la specificità di chi si trova a coniugare la didattica e la ricerca con l'assistenza sanitaria.
La CRUI ritiene inoltre che non debbano essere rinviate le norme sul personale tecnico-amministrativo, che ha un ruolo indispensabile nel sostegno alle attività didattiche, scientifiche ed assistenziali. Evidenzia l'ostacolo ai fini della costituzione delle nuove aziende costituito dalla mancata definizione dei rapporti patrimoniali, denunciando peraltro la gravità di aver ciò nonostante introdotto impropriamente la previsione di una compartecipazione delle università ai piani poliennali di rientro dei debiti contratti dai policlinici a gestione diretta e dalla aziende miste negli anni scorsi.
La CRUI rivolge un appello alle commissioni parlamentari incaricate di esaminare lo schema di decreto perchè lo esaminino attentamente anche alla luce delle precedenti osservazioni e accettino di fissare un'audizione alla CRUI in cui possano essere illustrate le proposte di emendamenti fatte dalla CRUI e che le università, in raccordo con le osservazioni della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina, ritengono indispensabili per favorire un nuovo e più chiaro rapporto con il Servizio Sanitario Nazionale nell'interesse della salute dei cittadini, della formazione dei futuri medici e della ricerca in campo sanitario.