La CRUI si fa interprete delle forti perplessità suscitate nel mondo universitario dalle classifiche tra le facoltà elaborate dal CENSIS e pubblicate da "La Repubblica".
È certamente accettabile, e anzi auspicabile, che le attività universitarie vengano costantemente sottoposte al giudizio valutativo dell'opinione pubblica, in particolare degli studenti e del mondo del lavoro. È invece preoccupante che un'indagine statistica, che utilizza parametri quantomeno discutibili e certo inadeguati ad un sistema così articolato come quello delle facoltà universitarie, sia proposta come giudizio oggettivo della qualità degli atenei. Studenti che si immatricolassero alle università in base a queste valutazioni correrebbero il serio rischio di essere disorientati invece che orientati.
Gli esperti della CRUI, ormai da anni, lavorano per individuare e calcolare indicatori statistici descrittivi e affidabili della qualità delle attività universitarie e i risultati sono regolarmente pubblicati. Questo lavoro è disponibile a chiunque voglia studiare e valutare la galassia universitaria. Il confronto tra valutatori e valutati sulle tipologie di indicatori da utilizzare - e possibilmente anche il loro consenso - è infatti il passo fondamentale per ottenere analisi fondate e riproducibili nel tempo.
La CRUI auspica infine che il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario, cui la legge affida il compito di individuare parametri nazionali di valutazione delle università, offra presto alle università e alla società il suo contributo di esperienza e competenza a questo tema, visto anche che il Comitato è presieduto da Giuseppe De Rita, fondatore e storico punto di riferimento del CENSIS.