La Conferenza dei Rettori prende atto che lo Statuto del CUSI, approvato dal Congresso straordinario del 6 maggio 2000, non recepisce gli emendamenti proposti a suo tempo dalla CRUI.
Constata che al riconoscimento della personalità giuridica al CUSI sono seguiti una serie di atti che testimoniano lo sganciamento formale e sostanziale dei CUS dalle università. Mentre i CUS sviluppavano progressivamente l'attenzione per le attività federali, gli spazi per le attività non agonistiche degli studenti e del personale docente e tecnico-amministrativo delle università si andavano riducendo ed è divenuta viva in molte sedi la protesta delle componenti universitarie.
Constata peraltro che i CUS chiedono alle università sempre maggiori contributi, anche a carico degli studenti, e maggiori interventi di edilizia sportiva con fondi integrativi di quelli ottenuti sullo specifico capitolo dal MURST, e chiedono costantemente interventi di manutenzione straordinaria ed ordinaria da parte degli atenei.
Di contro, la CRUI sottolinea che le università, nell'attuazione dell'autonomia, debbono rivolgere sempre maggiore attenzione ai servizi agli studenti non solo con le attività formative dei corsi di studio ma anche con quelle del cosiddetto tempo libero, che in realtà sono integrative della formazione nel corso degli studi universitari.
Lo Statuto del CUSI, mentre riconosce che esso è ente nazionale di promozione sportiva universitaria, promuove corsi di formazione per tecnici, dirigenti e studenti e sviluppa centri di formazione motoria e sportiva nel settore dello sport per tutti, finanzia progetti e programmi di ricerca e di formazione nelle discipline attinenti allo sport. Mentre è comprensibile che i CUS possano rivolgersi anche ai più giovani per costituire i vivai da coltivare anche al termine del periodo di studi universitari, non è possibile accettare che essi invadano campi che non sono loro propri, peraltro utilizzando risorse che dovrebbero essere impiegate per favorire l'attività sportiva degli studenti universitari così come del personale universitario.
La CRUI ritiene non accettabile che gli studenti universitari per essere soci effettivi del CUS debbano svolgere effettiva e particolare attività sportiva con il CUS: ciò presuppone una selezione che la CRUI non ritiene corretta; né accetta che non possano essere soci anziani docenti e personale tecnico-amministrativo che abbiano lasciato trascorrere l'anno post-laurea senza chiedere di entrare nel CUS come soci anziani.
Inoltre lo Statuto del CUSI sottolinea la sua estraneità all'università nel momento in cui stabilisce che una percentuale non superiore al 20% dei componenti il consiglio direttivo dei CUS, ivi compreso il rettore o suo delegato, sia formata da studenti universitari, personale docente e/o tecnico-amministrativo.
Nell'intento di compiere un estremo tentativo per modificare questo stato di fatto, la CRUI ripropone gli emendamenti a suo tempo presentati, che ritiene tutti irrinunciabili.
Rivolge viva istanza al MURST e al Governo di essere messa in condizione di allinearsi anche nel settore delle attività sportive con le università europee, di garantire cioè agli studenti e al personale universitario la possibilità di essere una comunità nella quale la formazione è articolata anche nei settori dell'arte e dello sport.