Mozione
approvata all'unanimità dall'Assemblea Generale

Roma, 21 giugno 2001


In relazione alla annunciata seconda edizione della "Grande Guida all'Università", elaborata dal Censis per conto del quotidiano "La Repubblica", l'Assemblea della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane tiene a precisare alcuni punti fondamentali.

a) La valutazione dell'efficienza e dell'efficacia dell'attività degli Atenei, intese come congruità tra mezzi e fini e capacità di raggiungere gli obiettivi fissati, è oggi patrimonio indiscutibile del sistema universitario italiano, tutelato da regole precise contenute in leggi, regolamenti e procedure, la cui osservanza garantisce rigorose verifiche sull'uso delle risorse, sull'attitudine all'innovazione e sull'apertura internazionale delle singole Università.
b) L'efficienza e l'efficacia dei servizi resi dalle Università devono coniugarsi con la serietà degli studi, allo scopo di evitare che l'incremento della quantità avvenga a discapito della qualità. Sarebbe grave errore innescare una "gara" tra Atenei fondata prevalentemente sul numero delle lauree rilasciate, stimolando un pericoloso gioco al ribasso di grande effetto spettacolare immediato, ma di sicuro esito negativo nel medio periodo.
c) L'utilizzazione dei dati sui quali fondare le valutazioni deve essere scientificamente controllata e verificabile. In proposito, si devono segnalare i documentati rapporti dei Nuclei di valutazione dei singoli Atenei, che non possono essere tralasciati, giacché riflettono la situazione reale delle strutture universitarie, con le sue luci e le sue ombre, presentata con consapevolezza della complessità dei problemi, senza semplificazioni suggestive e di facile effetto.
d) L'indispensabile competitività tra gli Atenei deve basarsi sulla qualità reale dei servizi offerti e non su "effetti speciali" di tipo propagandistico. In caso contrario, dalla sana competitività si rischia di degradare in sterile agonismo, con effetti deleteri sull'orientamento degli studenti e sulla finanza pubblica.
e) Le Università italiane, che non rifiutano per nulla di essere valutate, segnalano il rischio di una svalutazione mediatica dei propri titoli di studio a danno degli studenti e dei laureati conseguente ad un non adeguato utilizzo di più idonei e completi criteri di valutazione.

Roma, 21 giugno 2001