CRUI
Conferenza dei Rettori delle Università Italiane

COMUNICATO STAMPA

Roma, 2 giugno 1999

Riforma dei Ministeri: un'inversione di tendenza

Alla vigilia dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge di riforma dell'organizzazione del Governo - nel quale sono previsti, in particolare, la riduzione del numero dei ministeri ed il riordino delle rispettive competenze - la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, pur apprezzando la volontà di razionalizzare l'attività governativa, esprime decisa contrarietà allo smembramento tra diversi ministeri delle competenze sull'alta formazione e sulla ricerca.
La formazione ed istruzione professionale sarebbero infatti affidati ad una nuova agenzia dipendente dal ministero dei diritti sociali, mentre tutta la restante formazione - dalla primaria all'universitaria - sarebbero affidati al ministero per l'istruzione, l'università e la ricerca. Le competenze sulla ricerca non sarebbero tutte affidate a quest'ultimo ministero, ma, in parte, anche al ministero delle attività produttive e a quello dei diritti sociali.

Si tratterebbe, a giudizio della CRUI, di una clamorosa battuta d'arresto nell'evoluzione verso quella "società della conoscenza" che si profila sempre più chiaramente come il modello delle società dei Paesi più avanzati per i prossimi decenni. Una società della conoscenza riconosce infatti come beni primari l'istruzione dei cittadini e l'innovazione, tra loro strettamente collegate e da gestire unitariamente, anche per integrare i diversi sistemi formativi e di ricerca che autonomamente vi concorrono.

Si tratterebbe anche di una chiara inversione di linea politica, finora caratterizzata dalla spinta all'integrazione dei sistemi formativi e della ricerca, secondo la direzione aperta con lungimiranza dalla legge del 1989 che istituiva il ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica e recentemente percorsa con velocità sempre più accelerata. Il decreto 204/98, ancora in attesa di attuazione completa, ha inteso razionalizzare con una gestione coordinata tutto il comparto della ricerca, in modo da poter finalmente varare una politica nazionale della ricerca con investimenti mirati a imprese, enti di ricerca o università che diano la garanzia di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Analogamente, solo qualche giorno fa, la legge 144/99 ha istituto un sistema di formazione superiore integrata in cui non vi è più distinzione ma integrazione tra formazione professionale e universitaria; in questa stessa direzione si muove la riforma in corso dell'architettura generale degli studi universitari. Anche il patto sociale per l'occupazione siglato lo scorso Natale mostra il consenso di tutte le Parti sociali su questo percorso. Interromperlo riaprendo fratture a livello di competenze ministeriali appare proprio in contrasto col programma e con l'azione dell'attuale Governo.

La CRUI auspica che una paziente e accurata disamina di queste complesse problematiche, di importanza strategica per il Paese, possa far individuare una soluzione che concili l'esigenza di un'organizzazione sempre più efficiente ed efficace dell'Esecutivo con la necessità di salvaguardare l'unitarietà di gestione della formazione e della ricerca.