PARERE SUL TESTO UNICO Approvato dall'Assemblea Generale il 19 aprile 2001
La Conferenza dei Rettori ha esaminato una prima volta la bozza di Testo Unico nel dicembre 2000, in tempi assai ristretti come, richiesto dal Ministero. Furono comunque individuate e inviate al Ministero una serie di osservazioni, soprattutto tecniche, in gran parte recepite in una seconda versione del Testo Unico. In seguito sono continuate a pervenire molte altre osservazioni da parte dei rettori, sia di tipo tecnico che di tipo politico e sistematico. Delle crescenti perplessità della CRUI è stata data informazione al Ministero con due lettere successive.
Poiché la procedura di approvazione del Testo Unico è nel frattempo proseguita e la bozza si trova ora all'esame del Consiglio di Stato, si è deciso di sottoporre la questione all'Assemblea del 19 aprile 2001 per definire ulteriormente la posizione della CRUI al riguardo. Occorre tener conto che il Ministero ha chiesto al Consiglio di Stato di attendere, se possibile, le osservazioni della CRUI prima di decidere sul Testo Unico.
In base alle osservazioni pervenute dai rettori e alla discussione in assemblea, il parere della CRUI sul Testo Unico è il seguente.
La CRUI, di fronte all'enorme numero di leggi e di disposizioni sull'università che si sono accumulate negli scorsi decenni, giudica innanzitutto molto positivamente il fatto che sia stata data delega al Governo di preparare un Testo Unico, assolutamente necessario per una gestione ordinata e sicura degli atenei. D'altra parte la stagione delle riforme profonde e indispensabili realizzate negli ultimi anni probabilmente non si è ancora esaurita.
In questa situazione la CRUI ritiene che la bozza di Testo Unico preparata possa essere una base di partenza ma richieda necessariamente un riesame estremamente approfondito delle complesse problematiche connesse. Nutre infatti una seria preoccupazione che l'approvazione del Testo Unico nell'attuale versione - in alcuni punti peraltro ancora in via di definizione - possa innescare più conseguenze negative che positive dal punto di vista del governo degli atenei e possa involontariamente impedire il completamento delle riforme forse anche con un necessario nuovo intervento legislativo generale sull'autonomia.
La CRUI chiede di conseguenza al Ministro che l'iter di approvazione sia sospeso per permettere un serio e pacato approfondimento, dichiarandosi disponibile a contribuirvi con l'obiettivo di fornire agli atenei uno strumento normativo e gestionale veramente efficiente, aggiornato e moderno.
A questo fine la CRUI, senza entrare in dettagli tecnici che saranno oggetto di un separato documento, individua sin d'ora alcuni punti cruciali da approfondire.
Il Testo Unico deve essere l'occasione per descrivere il sistema universitario nazionale quale si è venuto delineando nella legge, individuando le tipologie di istituzioni universitarie (università statali, università non statali, scuole superiori universitarie ad ordinamento speciale) e le loro caratteristiche fondamentali, chiarendo gli aspetti di sistema generale che valgono per tutte le istituzioni e di sistema particolare che valgono per i sottosistemi delle università non statali e delle scuole ad ordinamento speciale.
Occorre individuare con chiarezza le norme di riferimento nazionale che devono continuare opportunamente a valere in un sistema di università autonome perché hanno appunto valore di sistema e non possono essere gestite dai singoli atenei se non con effetti dubbi e comunque destinati a generare contenzioso.
Occorre viceversa prestare estrema attenzione agli eventuali effetti di limitazione dell'autonomia universitaria che possono derivare dal ripristino di norme che si ritenevano abrogate dalle leggi sull'autonomia e che comunque erano divenute del tutto desuete. Tra queste norme rivestono particolare delicatissima importanza politica quelle relative alla gestione degli atenei quale si è affermata nella grande maggioranza degli statuti (composizione organi collegiali, elettorati attivi e passivi, etc.).
Una riflessione particolare deve essere dedicata alla forma attuale di normativa nazionale dopo le norme di delegificazione (ad esempio l'autonomia didattica) perché vi è il serio rischio che il Testo Unico non descriva l'università italiana quale è realmente, non potendo includere gli aspetti normativi contenuti in decreti e non in leggi.
Un Testo Unico deve essere davvero unico, nel senso che, anche con opportuni rinvii a norme da non abrogare o a fonti secondarie, dovrebbe permettere una visione unitaria e non appesantita delle regole generali descrittive del sistema universitario.