Seminario di Leiria
Introduzione
Il
Seminario (vedi il Programma in All 1) costituiva la prima tappa del cammino di
avvicinamento a Praga 2001, secondo un calendario che il mondo accademico europeo
si e’ dato (ad uso dei propri Governi) nell’ambito del cosiddetto processo di Bologna, e cioe’ delle
dinamiche innescate dalla Dichiarazione della Sorbona prima e di Bologna
poi. Il calendario prevede altre due
tappe intermedie prima del maggio 2001 e cioe’ un seminario in Finlandia su Short cycle university degrees
(problematiche riguardanti il primo ciclo nell’ambito dei due cicli previsti
dalla Dichiarazione di Bologna) e,
ancora, un seminario in Svezia sull’educazione
transnazionale.
Come
documento di riferimento per i lavori del presente Seminario e’ stato indicato il Report (e l’Executive
Summary) avente per titolo Fattibilita’
dell’estensione[1] dell’ECTS. Il
Report e’ stato prodotto da uno Steering Group costituito dalla Commissione
Europea (Direzione Generale Educazione e Cultura, DG EAC) e del quale faceva
parte per l’Italia la prof.ssa Maria Sticchi Damiani. Esso e’ reperibile al
sito web http://europa.eu.int/comm/education/socrates/ectsrap.pdf
. Preziose anche le Questions and Answers
on the ECTS Extension distribuite ai partecipanti (All.2).
Discreta
e sempre squisita e’ stata l’azione del Coordinatore del Seminario, Pedro
Lourtie, Direttore Generale per
l’Educazione Superiore, Ministero dell’Educazione portoghese, autore fra
l’altro dell’opuscolo Higher Education in
Portugal, distribuito nell’occasione.
Il Seminario ha svolto una importante azione di sensibilizzazione anche
nei confronti delle istituzioni di Educazione Superiore del Portogallo; infatti
(cfr All.3) oltre ai circa quaranta partecipanti provenienti da tutto il resto
d’Europa (inclusi quattro studenti dell’ESIB), erano presenti circa sessanta
persone, soprattutto docenti, dalle universita’ e dai politecnici portoghesi.
Questo fatto ha talvolta condizionato le esposizioni e/o qualche conclusione
del Seminario. Da notare infine, in questo medesimo contesto, che il Seminario
si e’ tenuto presso lo Instituto
Politecnico de Leiria, e cioe’ non presso una universita’, proprio a
simboleggiare la vasta utilizzabilita’ dello strumento credito.
La Delegazione Italiana era composta dalla Dr.ssa Soccorsa Le Moli
(MURST), dalla prof.ssa Maria Sticchi Damiani (Consigliere nazionale ECTS,
LUISS Roma) e dal sottoscritto; era inoltre presente il prof Reinhard Schmidt,
Universita’ di Firenze, in qualita’ di relatore del Gruppo di Lavoro n.1
Il Seminario si e’ articolato in tre sessioni: 1) una sessione plenaria
di presentazione delle tematiche generali; 2) una sessione dedicata ai quattro
gruppi di lavoro (workshops)
previsti; 3) una sessione di conclusioni e raccomandazioni per i Ministri.
1.
TEMATICHE GENERALI
Dopo
il saluto del Ministro dell’Educazione
della Repubblica Portoghese, il quale ha fra l’altro sottolineato il fatto che l’Educazione Superiore non e’ un’isola e
che essa diventa vitale solo se e’ in grado di
legarsi ad altri segmenti formativi, il signor Pedro Lourtie ha
introdotto gli scopi ed i temi generali
del Seminario, facendo spesso riferimento ai concetti ed agli obiettivi della
Dichiarazione di Bologna. Di particolare interesse per il Seminario la sua domanda finale e cioe’ se la struttura a due cicli
principali suggerita dalla Dichiarazione.di Bologna sia veramente appropriata
ad ogni area disciplinare (ad es nell’area medica potrebbe produrre divergenze
piuttosto che convergenza) o non sia meglio “identificare
livelli comuni di riferimento per area di conoscenza, esprimibili in termini di
crediti”.
A cura
del prof Volker Gemlich[2]
della Fachhochschule di Osnabruck e’ quindi seguita una appassionata disanima
di come ha funzionato finora l’ECTS con riferimento soprattutto alla situazione
tedesca ed elencandone punti di forza e debolezze.
La conclusione generale e’ che questo sistema, invidiato alla UE dal resto del
mondo, si presta anche all’accumulazione dei crediti ed alla estensione ad altri segmenti formativi.
Stimolante per me e’ stata la sottolineatura del ruolo che i docenti dovranno
assumere in quanto “Designers of degrees”, aiutando gli studenti a mettere in fila le
unita’ didattiche che da un lato rispettano i requisiti di un dato degree, dall’altro corrispondono al
profilo dello studente, ai propri punti di forza e debolezze. In breve saper orientare al degree (al corso di
studio), senza pervenire ad un congelamento dei cammini di apprendimento
possibili [3],
ma garantendo sempre allo studente sufficiente liberta’ di scelta
(sottinteso, seria e coerente).
Successivamente
la prof.ssa Julia Gonzalez2
dell’Universita’ di Deusto, Bilbao, ha dato “un senso di prospettiva” alla
transizione in atto dai crediti come (strumento di) trasferimento ai
crediti come accumulazione,
soffermandosi sul “tempo di vita” dei crediti e sul “come collegare” ai crediti
definiti in termini di carico di lavoro altre caratterizzazioni aventi a che fare con i learning outcomes di una data attivita’ di apprendimento. Gli outcomes includono knowledge, competencies and skills. Sul “come collegare” la prof
Gonzalez ha sottolineato la necessita’
di produrre riflessione, analisi e dialogo sui profili professionali cui
deve dare sbocco la preparazione accademica, arrivando a definire area per area
l’insieme dei learning outcomes
desiderati. A tal fine bene si presta un
Progetto Pilota, coordinato al momento da Robert Wagenaar dell’Universita’
di Groningen, denominato Tuning
Educational Structures in Europe. Il progetto Pilota[4]
si sviluppera’ in maniera indipendente ma coordinata in cinque aree
disciplinari diverse e cioe’ Matematica, Geologia, Business, Scienze
dell’Educazione e Storia (NB Business e Storia facevano parte del vecchio
Progetto Pilota ECTS). Verranno cercate sinergie, ad es. attraverso le reti tematiche Socrates gia’ esistenti,
con le seguenti altre aree: Chimica, Giurisprudenza, Fisica, Linguistica, Studi
in Sviluppo Umanitario. Il progetto mira a sintonizzare le diverse strutture
educative in Europa ed a raccogliere
esperienze riguardanti i profili e le competenze comunemente accettati nelle varie aree disciplinari. Il
progetto mira anche a coordinarsi con iniziative di ODL (IAD, Istruzione aperta
ed a distanza) e di Life Long Learning.
2.
WORKSHOPS
I partecipanti al seminario si
sono suddivisi in quattro gruppi di lavoro (Workshops); il sottoscritto ha
partecipato al Workshop 1. Tutti i Workshop hanno prodotto materiale
preparatorio[5] scritto, al
fine di stimolare la discussione.
·
Workshop 1 Sistemi
di accumulazione dei crediti basati sul carico di lavoro e sulle competenze
La relazione introduttiva del prof
Reinhard Schmidt (Firenze) ha toccato i seguenti punti: i).crediti e
definizione di un Carico di lavoro
annuale a tempo pieno; ii) metodologia di misura del carico di lavoro
medio; iii) integrazione dei concetti
di carico di lavoro e competenze; iv) descrizione del
progetto pilota della Regione Toscana denominato “Integrare” e del Progetto
Pilota “NECTAR” (analisi delle competenze e albero della conoscenza). La discussione seguita all’introduzione e’
risultata assai vivace ed anche tormentata per alcuni fraintendimenti di natura
interculturale che hanno accompagnato i lavori. Erano presenti sia il general rapporteur del Seminario
(Stephen Adam) che M.me Ginette Nabavi (DG EAC).
Workshop 2 Accreditamento dell’apprendimrnto precedente
(APL) ed accreditamento dell’apprendimento esperienziale precedente (APEL). Non avendo partecipato, rimando alle
conclusioni . Va notato come la parola accreditamento (accreditation in inglese) sia qui usata con un significato
insolito: usualmente si accredita una istituzione, od anche un corso di studio
offerto da una istituzione, dichiarando che risponde agli standard richiesti. Qui ci si riferisce all’azione di
riconoscere un’attivita’ di apprendimento in termini di crediti.
Workshop 3 Apprendimento a distanza ed apprendimento
lungo tutto l’arco della vita Non avendo partecipato, rimando alle
conclusioni.
Workshop 4 Connessione tra Crediti e Diploma Supplement ed Europass Non avendo
partecipato, rimando alle conclusioni.
3.
CONCLUSIONI E
RACCOMANDAZIONI PER I MINISTRI
Workshop 1: Sistemi
di accumulazione dei crediti basati sul carico di lavoro e sulle competenze;
dalla discussione, dallo scambio di esperienze avvenuto a latere e dal report fatto
in plenaria dalla prof Estela Pereira (Aveiro) e’ chiaramente emerso che:
·
non e’ ne’ saggio ne’ possibile stabilire un carico di lavoro medio
annuale valido per ogni paese europeo; la bellezza dell’ECTS e’ la sua
semplicita’ e la capacita’ che ha di abbracciare in Europa situazioni anche
molto diverse per quanto riguarda il carico di lavoro medio annuale, in
corrispondenza ai diversi stili di insegnamento/apprendimento;
·
fintanto che i crediti erano solo accademici ed utilizzati nello
scambio di studenti si poteva far riferimento semplicemente al carico di lavoro
corrispondente ai crediti approvati nell’ambito del cosiddetto Learning Agreement
(fondato a sua volta sulla mutua fiducia fra le istituzioni coinvolte); nel
momento in cui l’ECTS si trasforma in un sistema di accumulazione (e per di
piu’ aperto anche ad istituti di formazione non universitari), occorre
caratterizzare il credito anche con una nuova variabile completamente
indipendente dal carico di lavoro e legata ai risultati (learning outcomes, che includono knowledge, competencies and skills); questa variabile puo’ essere
il “livello (o ciclo o anno del ciclo)” a cui i crediti sono stati acquisiti
e/o qualche altra semplice caratterizzazione come “tipo”, “natura” dei crediti;
sul come identificare questa nuova variabile non esistono per il momento
ricette generali e da piu’ parti e’ stato salutato con piacere l’avvento del Progetto
Pilota illustrato da Julia Gonzalez (cfr sopra)[6].
·
in uno schema di accumulazione, occorre distinguere fra l’accumulazione
che avviene presso una singola istituzione (puo’ essere il caso della recente
riforma italiana) e l’accumulazione fatta dallo studente che si iscrive in
successione in diverse istituzioni; in quest’ultimo caso, la fiducia reciproca tra le istituzioni non
e’ piu’ un concetto fondante, dal momento che ogni istituzione che riceve uno
studente, che abbia accumulato crediti altrove, valutera’ autonomamente, sulla
base di propri criteri, il riconoscimento dei crediti gia’ accumulati ai fini
del prosieguo della carriera di quello studente presso di se. Su questo
aspetto, criteri per il riconoscimento,
si e’ discusso poco al Seminario, anche se e’ stato chiaramente
affermato che non e’ saggio ricercare standardizzazioni valide per tutta
l’Europa.
·
Lo schema ECTS non e’ di per se stesso una garanzia di qualita’, ma
aggiungendo trasparenza (ad es. nella costruzione dei curricula) costituisce
uno strumento per una migliore valutazione della qualita’.
Workshop 2 Accreditamento dell’apprendimrnto precedente
(APL) ed accreditamento dell’apprendimento esperienziale precedente (APEL): report di John
Konrad, Leeds Metropoilitan. Le conclusioni sono state articolate in 12 diversi
punti; tra i piu’ rilevanti , secondo la mia sensibilita’:
·
E’ importante che docenti da un lato ed esperti dall’altro condividano
le decisioni riguardanti l’ “accreditamento” ;
·
Le decisioni scaturiscono anzi
spesso da un processo interattivo piu’ ampio che coinvolge anche altri attori
(ad es ordini professionali) e tale processo puo’ essere lungo;
·
Far bene l’accreditamento richiede tempo e professionalita’: chi paga?
·
Una recente legge francese (che esclude l’educazione medica e
paramedica) prevede il riconoscimento massimo possibile delle attivita’
relative ad un dato corso di studio con l’eccezione di almeno un modulo di
apprendimento: in altri termini (se ho ben capito) secondo la legge non si puo’ arrivare a conferire il diploma.
·
L’individuo ha un ruolo centrale nel processo di acreditamento.
Per
quanto riguarda infine cosa si
intende per prior learning il prof Konrad ha sottolineato che dovrebbe
intendersi non tanto “i contenuti appresi 30 o 40 anni prima”, quanto l’abilita’/capacita’ di fare le cose.
Workshop 3
Apprendimento a distanza ed apprendimento lungo tutto l’arco della vita : report di A, Soeiro,
Porto. Report ottimo dal punto di vista metodologico, comprensivo di: punti da
discutere presentati dai partecipanti al workshop, riassunto dei punti
principali, risposte alle domande scritte preparatorie del workshop. L’aspetto
che piu’ mi ha colpito e’ stato l’accento sui costi della Educazione a
distanza, sulle potenzialita’ di mercato dell’apprendimento lungo tutto l’arco
della vita e sulla necessita’ ─ quindi e se interessati ─ di
investire in risorse umane[7].
Workshop 4 Connessione tra Crediti e
Diploma Supplement ed Europass: report di Inge Knudsen, Confederation of European Rectors’ Conferences. M.me Knudsen ha
evidenziato come questi tre strumenti non sono legati tra di loro in maniera
naturale, ma tuttavia essi possono ─
qualora usati assieme ─ produrre un valore aggiunto in termini di
leggibilita’ dei titoli, trasparenza, impiegabilita’, contributo alla mutua
interattivita’ fra le istituzioni. L’uso di questi strumenti dovrebbe essere
definito dalle singole autorita’ accademiche e comunque dovrebbe far
riferimento ad un processo di apprendimento che abbracci molti periodi diversi:
e’ stato affermato che le generazioni future dovrebbero prepararsi a cambiare lavoro nella loro vita 4-5 volte in media e fino a 10 volte!.
In fase di conclusioni, Pedro Lourtie, coordinatore del Seminario, ha
proposto ai presenti alcune tesi riassuntive del dibattito, riservandosi di
trasformale successivamente in raccomadazioni per i Ministri (copia sara’
inviata a tutti i partecipanti). Le
tesi proposte, arricchite nel corso del successivo dibattito, riguardano:
1. La possibilita’ di
definire ogni curriculum di studio in termini di competenze, abilita’ e conoscenze;
l’opportunita’ o meno di pervenire ad un sistema di riferimento comune a tutte
le aree disciplinari; in questo ambito il progetto presentato da Julia Gonzalez
sara’ comunque prezioso; inoltre durante lo sviluppo di quest’ultimo progetto
andranno favorite occasioni comuni di dialogo e confronto fra le varie
istituzioni di Higher Education.
2. La necessita’ che il
processo di dialogo sopra descritto coinvolga non solo gli accademici, ma anche
gli altri attori della societa’ civile, e cio’ al fine di non chiudersi in uno
sterile conservatorismo.
3. La mancanza di un
sistema europeo per la valutazione della qualita’.
4. Il fatto
fondamentale che la Higher Education non mira solo alla impiegabilita’ dei propri diplomati.
Durante
la tavola rotonda finale, il rapporteur generale Stephen Adam ha insistito sul
fatto che, nella presente complessa situazione (globalizzazione,
competitivita’, educazione trsnazionale,… ) lo strumento ECTS ha delle potenzialita’ enormi per
aiutare un dato sistema educativo a capire gli altri sistemi (non solo nel
senso di sistemi nazionali, ma anche nel senso di sistemi di offerta formativa
diversa coesistenti nel medesimo paese). Questa potezialita’ “che tutto puo’
abbracciare (over-arching)” va
sviluppata attraverso un paziente processo di ricerca, che e’ chiaramente
ancora in corso.
Il
motto conclusivo e’ stato: we need
“cultures in dialogue”.
[1] Per estensione si intende qui la applicazione dei principi e della pratica ECTS (fin qui applicati primariamente alla mobilita’ Erasmus) a tutti i programmi delle isituzioni di educazione superiore (Higher Education).
[2] Sono disponibili a richiesta gli hand-
outs
[3]come sembrerebbe di
fatto talvolta avvenire nel processo di applicazione della legge italiana di
riforma, allorche’ i crediti liberi vengono
quasi tutti assegnati alle prime tre tipologie, ndr
[4] il progetto pilota, presentato alla Commissione Europea da Julia Gonzales (ES), Volker Gemlich (DE), Maria Sticchi Damiani (IT), Robert Wagenaar (NL) and Chantal Zoller (BE), e’ stato successiovamente approvato e finanziato. Il Progetto ha ricevutro dichiarazioni di interesse da moltissime istituzioni. Le effettive partecipanti verranno scelte a livello dei singoli paesi, anche con il contributo delle Conferenze dei Rettori.
[5] Questi materiali sono disponibili a richiesta
[6] In questo contesto
a me personalmente sembra che il decreto italiano sulle classi ed i vincoli sulle tipologie di crediti
costituiscono un primo interessante approccio operativo ai problemi posti dal
Progetto Pilota, ndr.
[7] su questo punto
forse la CRUI potrebbe avviare un riflessione tesa ad assegnare risorse alle
universita’ italiane disponibili ad avviare progetti concreti in quest
direzione, ndr.