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Domenico Bogliolo
Due parole su CIBER
Che cos'è e che cosa non è
CIBER è acronimo di "Coordinamento interuniversitario per le basi di dati e
l'editoria in rete" ed è nato nel 1999, inizialmente tra i rappresentanti o
delegati di 5 università (il Politecnico di Bari e le Università di Bari,
Lecce, Roma "La Sapienza" e Roma Tre). La sua forma giuridica è quella di un
non-ente, ma coordinamento di fattotra gli enti partecipanti: non possiede,
coerentemente, uno Statuto ma un Regolamento, che gli aderenti s'impegnano a
rispettare, ed è presieduto, a rotazione, da uno dei membri (e il futuro ci
dirà se e per quanto tempo questa "leggerezza" burocratica riuscirà a
resistere...).
È importante distingure, innanzitutto, i ruoli e le funzioni che mutuamente
CIBER e CASPUR [1] si sono dati. Poichè l'idea di fondo era quella di
evitare un'eventuale aggressività mercantile o egemonica verso le università
da parte di un consorzio (interuniversitario ma di regime giuridico
privatistico) pur volendo approfittare proprio della natura privatistica di
un consorzio, si è stabilito che tutte le iniziative scientifiche,
organizzative e commerciali dovessero essere di competenza di CIBER, che si
sarebbe rivolto preferibilmente (ma non esclusivamente, come principio) a
CASPUR per averne un efficace ed efficiente supporto tecnico, sistemistico e
amministrativo, nonchè quello delle sue risorse hardware e software. Questa
caratteristica fa di CIBER e di CASPUR, a nostro parere, un'esperienza di
collaborazione per ora unica in Italia nel settore.
Che cosa vuol fare e perchè
CIBER è ovviamente aperto alla partecipazione di altre università o enti di
ricerca, cosìcome di altre entità appartenenti al territorio geografico e
disciplinare. Lo scopo è infatti quello di accedere in forma partecipata, e
con criteri di economicità, a risorse bibliografiche ed editoriali
elettroniche, in parte seguendone, e in parte promuovendone l'evoluzione
verso una sempre più stretta e interattiva integrazione di risorse.
CIBER non è solo un'organizzazione di consumatori.
Esso intende stimolare, sul lato dell'utenza, la presa di coscienza
scientifica e operativa da parte degli utenti intermedi (bibliotecari,
documentalisti) e finali (docenti e ricercatori, studenti), mettendo in atto
opportune strategie pedagogiche e formative. Rientra perciò in quest'ottica
il contributo già accennato alla promozione e al sostegno di politiche
territoriali, nazionali, d'area disciplinare europee e internazionali, per
realizzare economie di scala e per stimolare un protagonismo crescente degli
utenti delle risorse informativo-bibliografiche delle università.
Per questo obiettivo (e non solo per questo) CIBER collabora strettamente
con il gruppo INFER [2] per la cicolazione delle informazioni, per lo studio
e la ricerca, e per la promozione delle iniziative nazionali e
internazionali del settore, cosìcom'è membro di ICOLC [3], l'organismo
internazionale che associa i consorzi bibliotecari.
Sul lato della produzione delle basi di dati bibliografiche e dell'editoria
elettronica - ma è un tutto che è inscindibile dalle esigenze dell'utenza -
CIBER intende contribuire alla chiarificazione dei rapporti tra autore,
editore e consumatore. Nel piano di ciò che già sta avvenendo nella
"scholarly communication" [4] e cioè l'assunzione diretta di attività
editoriali da parte degli enti che forniscono, istituzionalmente, il
contributo scientifico alla letteratura dei vari settori disciplinari, CIBER
intende stimolare un ruolo più attivo delle università nel mercato
dell'editoria elettronica, anche con la proposta di servizi originali e
appositamente creati all'interno delle strutture scientifiche di
riferimento, per i propri utenti.
Tutto ciò non potrà non riflettersi su nuove modalità di organizzazione dei
servizi bibliotecari, d'informazione e di documentazione, mediante forme
integrate finalizzate all'"one-stop shopping" cioè a porte d'accesso
unitarie a un complesso differenziato di servizi: dalla bibliografia al
catalogo al documento elettronico. Un nuovo modo di pensare ai servizi
d'informazione e di documentazione, che inevitabilmente stimolerà la
crescita di professionalità nuove e l'evoluzione di quelle esistenti. (Non
dimentichiamo, infatti, che il verbo che sta al di sotto e al di dentro del
sostantivo "servizio" è "servire"...)
Che cos'ha fatto
In meno di un anno è stata realizzata un'emeroteca virtuale per più di 350
biblioteche universitarie in 5 università, che accedono a un corpus comune
di riviste elettroniche, ciascuna accedendo anche a riviste non possedute
singolarmente, ma acquistate da qualcun'altra biblioteca del gruppo. Un
primo contratto triennale è stato sottoscritto con l'editore Elsevier
Science per l'accesso a testo pieno a più di 500 testate di riviste, dal
1993 in poi, per un totale di circa 300.000 articoli. Trattative sono in
corso con altri editori.
I dati, forniti su cd, vengono caricati su un server comune, messo a
disposizione da CASPUR. Nella sottoscrizione del contratto con Elsevier
Science è stato anche acquistato (da parte di CASPUR, come suo contributo
permanente all'iniziativa) l'information retrieval "ScienceServer" elaborato
e supportato da Elsevier Science, come strumento generale d'interrogazione
attraverso il quale saranno accedute anche riviste di altri editori e altro,
come letteratura grigia e vario materiale a testo completo prodotto dalle
università. Pare una politica corretta, infatti, non appesantire
l'educazione dell'utente con una pluralità d'interfacce d'interrogazione
differenti, ma tutto ricomprendere - per quanto possibile - sotto modalità
comuni o poco diverse.
La scelta di "ScienceDirect on Site" [5] nasce da una serie di
considerazioni sui vantaggi che una soluzione locale offre, sia sul piano
delle possibili personalizzazioni del software e dei servizi, sia su quello
dei controlli degli accessi e delle eleaborazioni di statistiche d'uso, sia
ancora su quello della gestione degli accessi con la possibilità di
adottare, nel rispetto del contratto, forme si sicure di autenticazione
degli indirizzi, ma più flessibili, in modo da venir meglio incontro alle
esigenze di chi, per esempio, ha necessità di collegarsi da casa alla rete
universitaria. Va inoltre preso in considerazione il fatto che una tale
soluzione permette l'alleggerimento del traffico di rete verso l'esterno, e
l'archiviazione permanente dei dati.
Gradatamente (e la velocità dipende dalla situazione organizzativa dei
sistemi bibliotecari delle diverse università partecipanti) si sta operando
l'integrazione delle risorse elettroniche interne con quelle esterne,
secondo la filosofia della biblioteca "ibrida" o "digitale" o dell'"one-stop
shopping". Appare ovvio che l'attenzione di CIBER non sia rivolta solo
all'editoria elettronica, ma anche al suo rispecchiamento scientifico, cioè
le basi di dati bibliografiche e fattuali, con una pluralità di contratti
diversificati a seconda delle esigenze delle singole università, in parte
residenti sul server, per esempio, dell'Università di Lecce, in parte su
quello di CASPUR, e altre altrove: rientra nella strategia del gruppo,
infatti, il creare una pluralità di server accessibili alla comunità dei
partner, a seconda delle opportunità riconosciute, delle risorse disponibili
e dell'eventuale vantaggio di attivare altri poli operativi. Altro aspetto
del lavoro comune da parte dei membri di CIBER è, per esempio, la traduzione
italiana dell'help in linea di "ScienceServer" effettuata a cura dei
colleghi dell'Università di Bari, o l'acquisto di arretrati di riviste da
parte dell'Università di Roma Tre o, ancora, la razionalizzazione, da parte
della "Sapienza", delle informazioni bibliografiche espressamente fornite da
Elsevier Science (nemmeno gli olandesi sono immuni da errori...).
La risposta delle università
Altre università ed enti di ricerca stanno aderendo all'iniziativa, tanto
che il numero dei partecipanti sarà presto almeno raddoppiato.
Sbaglia chi pensa che con l'accesso a risorse elettroniche si possano
conseguire direttamente sensibili risparmi del budget annuo per riviste o
basi di dati su supporto cartaceo: anzi, il costo totale cresce di una sia
pur minima percentuale. Il calcolo del risparmio, che pure esiste,
dev'essere invece effettuato su un'altra base: di fronte a un costo
leggermente superiore si ottiene un incremento quasi esponenziale di nuovi
servizi. Sembra poi di poter affermare che s'è genericamente capito (o che
lo si sta capendo) come la messa a disposizione di un tale servizio
costituisca anche un'ottima occasione per le università di provvedere, e
presto e bene, alla centralizzazione (o, comunque, alla razionalizzazione)
del controllo dei flussi informativi (e in futuro, magari, anche gestionali)
relativi agli abbonamenti. Il che è un'altra forma di risparmio.
L'esistenza di CIBER influenza anche un ulteriore livello d'integrazione
universitaria. Se è vero che il suo consiglio scientifico è costituito da un
rappresentante o delegato per ciascun ente partecipante, altrettanto vera è
la previsione che la formazione delle decisioni avvenga attraverso forme di
reciproche e costanti consultazioni tra i responsabili di biblioteche di
enti diversi che hanno interessi o problemi in comune: per esempio, comuni a
un'area disciplinare o a determinati livelli o soluzioni d'integrazione
tecnologica. Vengono cosìmesse in atto positive politiche culturali
trasversali tra le singole università, e si afferma un'abitudine al lavoro
di gruppo tra i rispettivi bibliotecari.
L'aver attribuito a CIBER l'iniziativa scientifica e commerciale nel
settore, inoltre, sta innescando un processo di progressivo alleggerimento
delle università da attività amministrative, gestionali e contrattuali di
non poco conto; basti pensare, per queste ultime, a quanto dinamica sarebbe
la situazione se la complessa attività contrattuale con gli editori venisse
condotta in prima persona dagli Uffici legali delle università...
Infine, CIBER sta diventando gradualmente, ma velocemente, un punto di
riferimento da parte degli editori e degli intermediari, il che non potrà
non portare a un tale aumento di massa critica nei confronti della
contrattazione, da poter ragionevolmente prevedere come vicini i tempi di un
progressivo e benefico rovesciamento di prospettive circa le offerte e i
condizionamenti del mercato.
E dopo?
La creazione e la manutenzione di una corposa emeroteca virtuale rientra nei
compiti del prossimo futuro, integrata anche con materiale interno di
diverse nature, come letteratura grigia, programmi d'esame, tesi di laurea,
lezioni, esercitazioni e altro.
La razionalizzazione degli abbonamenti tra le università partecipanti
dovrebbe anche facilmente portare - è ciò che auspichiamo - a una strategia
contrattuale non più per singolo ente o per singolo editore, ma per area
disciplinare integrata tra enti diversi, in modo da poter contare su una più
puntuale ed esaustiva conoscenza delle caratteristiche del mercato in un
sotto-settore specifico, insieme con una capacità d'attribuzione di un
reale valore bibliometrico alle pubblicazioni. Non dimentichiamo, infatti,
le opzioni "pay per view" e "document delivery", come alternativa
all'abbonamento.
Altra attività fondamentale (già avviata seppur in nuce) è quella di
provvedere all'archiviazione permanente delle riviste elettroniche e delle
basi di dati accedute, in modo da evitare, tra l'altro, lo spiacevole
inconveniente di non poter accedere al retrospettivo nel caso di disdetta di
un abbonamento, caso corrente con i contratti d'accesso on line sul sito
remoto dell'editore o dell'intermediario. Si apre qui, semmai, una complessa
tematica sul formato dei documenti archiviati e sulla garanzia del
mantenimento degli strumenti capaci di accedervi permanentemente, tematica
alla quale la tecnologia dell'informazione non sta ancora dando risposte
certe e univoche.
Infine, l'integrazione dei servizi di CIBER con quelli tipici della
biblioteca digitale dipende, ovviamente, dall'efficacia gestionale dei
singoli sistemi bibliotecari degli atenei partecipanti. Si tratta, qui, di
quel compito anche pedagogico e formativo accennato sopra: bisogna intanto,
infatti, creare la biblioteca digitale, insegnare agli utenti intermedi e
finali a servirsene e a innovarla, far si che si affermino e si consolidino
i modi nuovi del lavoro scientifico e culturale.
L'impegno di CIBER è, come si vede, "a tutto tondo"...
Gli indirizzi di CIBER
Poichè questa, presentata al convegno dell'AIB "I periodici elettronici:
nuova frontiera o terra promessa", è solo la seconda [6] "uscita pubblica"
di CIBER, non sarà inutile indicare di sèguito gli indirizzi aggiornati di
riferimento:
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