Orientamento e tutorato



Presentazione

Nel corso dei lavori la Commissione, dopo aver condotto un'indagine sulle attività di orientamento e informazione svolte nelle Università italiane, ha prodotto tre documenti (uno sulla scelta degli studi universitari e sull'accesso alle facoltà, un secondo sul tutorato ed un terzo sull'orientamento alla professione), che sono riportati di seguito. Tali documenti rispecchiano le convinzioni e le esperienze dei Delegati e sono frutto di un loro lavoro comune, coordinato dal dott. Giorgio Allulli (Conferenza dei Rettori) e dal Prof. Andrea Messeri (Università di Siena), i quali ne hanno curato la redazione con la collaborazione più stretta di alcuni delegati rettorali; i documenti sono stati ufficialmente approvati dalla CRUI e costituiscono linee programmatiche di indirizzo per le Università.
E' apparso opportuno presentare i tre documenti distinti, nella formulazione approvata dai Rettori, sia per rispettare le fasi del lavoro della Commissione, sia per sottolineare le tappe principali del processo di orientamento. I tre documenti hanno, tuttavia, un'ispirazione comune che deriva da alcuni princìpi; esporli sinteticamente può servire a leggere unitariamente i prodotti del lavoro della Commissione.
Il primo principio consiste nel riconoscimento della centralità della condizione degli studenti, in particolare nell'attuale fase di transizione in cui si trova tutto il sistema dell'istruzione superiore; le Università dovrebbero, oltre a trasmettere sapere specialistico, garantire il più possibile lo sviluppo delle capacità necessarie per un'attiva partecipazione agli studi universitari ponendo particolare attenzione al processo globale di maturazione dello studente. Per questo motivo, le attività didattiche devono essere parte integrante di un più ampio processo di formazione che mira a potenziare nei giovani capacità per conoscere se stessi e l'ambiente in cui vivono o lavorano, per comunicare con modalità nuove, per partecipare attivamente in situazioni complesse e per produrre innovazione. Ciò vale per l'Università e per la scuola superiore di secondo grado che devono essere, quindi, fortemente collegate per garantire la continuità e la globalità del processo educativo.
Dall'ultima considerazione nasce il secondo principio, che consiste nella necessità di un coordinamento sistematico fra le diverse istituzioni che in una determinata area territoriale hanno il compito di presiedere ai processi formativi: non solo, quindi, scuole e università, ma anche enti locali (in particolare le Regioni), agenzie private e soggetti economici.
In vista del ruolo che l'Università deve svolgere in questo campo, è molto importante, infine, che ciascun Ateneo riesca a produrre conoscenze sulle caratteristiche degli studenti e sulle proprie attività istituzionali, per offrire ai propri interlocutori interni ed esterni l'informazione di cui hanno necessità per sviluppare un proficuo rapporto con l'istituzione universitaria.
In riferimento a questi princìpi il lavoro della Commissione ha mirato ad individuare, valutando le esperienze più significative di alcune Università, possibili modalità concrete per la creazione di strutture, per la realizzazione di attività di orientamento universitario e per lo svolgimento di funzioni di tutorato; per queste ultime è stato anche predisposto un modello generale di regolamento. Esistono, quindi, nel momento attuale, indicazioni operative che è possibile adottare nelle situazioni specifiche, tenendo ovviamente conto delle particolarità di ogni sistema locale di istruzione superiore.

L'orientamento alla scelta universitaria

In un periodo in cui l'Università italiana e le attività professionali di ogni tipo sono sottoposte a mutamenti profondi e continui, la scelta del ruolo lavorativo e del percorso formativo ha di fronte maggiori possibilità ma è resa d'altra parte più problematica per il difficile rapporto fra qualificazione professionale ed occupazione. Inoltre la scelta è resa ancora più difficile dall'articolazione del sistema d'istruzione superiore. In questa situazione sono necessarie attività istituzionali di orientamento, concepito come un continuo processo formativo che ha come obiettivo la creazione o il potenziamento nei giovani di capacità per auto-orientarsi e per partecipare attivamente negli ambienti di studio e di lavoro che essi scelgono. Carenze in questo processo contribuiscono ad aumentare gli abbandoni degli studi e le difficoltà d'inserimento nelle facoltà e nei luoghi di lavoro.
L'orientamento e forme corrette di diffusione delle informazioni possono influire sulla scelta degli studi, dopo la Scuola media obbligatoria, e sulle scelte del lavoro e sulla formazione dell'identità individuale, per una migliore partecipazione attiva nei vari ambienti e per un radicamento culturale nei giovani dei valori che sono a fondamento di un autentica esperienza di qualificazione professionale e di ricerca scientifica.
I soggetti istituzionali che devono avere di fatto una funzione rilevante nell'orientamento concepito come processo formativo sono soprattutto la Scuola e l'Università. I tradizionali obiettivi di addestramento e di istruzione di base o superiore non sono più raggiungibili se i giovani non posseggono alcune capacità che li rendano in grado di conoscere se stessi e l'ambiente in cui vivono, di progettare in modo flessibile di proprio futuro, di produrre e fronteggiare le innovazioni, di organizzare la propria attività in una situazione complessa, di comunicare nella società contemporanea e di acquisire continuamente nuove conoscenze. Queste capacità, utili per auto-orientarsi, sono funzionali anche all'apprendimento e sono valutate positivamente nei luoghi di lavoro. Devono essere sviluppate attraverso le modalità e le occasioni di apprendimento dei contenuti disciplinari nelle scuole e nelle università.
Attualmente, nelle università le motivazioni e gli atteggiamenti corrispondenti alle diverse figure professionali o gli elementi della deontologia non sono indotti soltanto dalla specializzazione tecnica, né sono recepiti in configurazioni consolidate attraverso le attività didattiche. Deve avvenire allora una migliore identificazione culturale degli studenti con l'ambiente accademico, con un minore senso di estraneità nei confronti di un'esperienza che dura diversi anni importanti nella vita di un giovane (da 19 a 25-26, nella media) e con un impegno anche critico, ma non esclusivamente strumentale. Il significato degli studi universitari, in una dimensione più profonda di maturazione e di formazione della persona, deve essere ben chiaro ai giovani anche nell'evoluzione verso un'Università di massa, con la diversificazione dell'offerta di percorsi formativi, l'aumento dei servizi per l'insegnamento a distanza e la realizzazione dell'autonomia, che dovrebbe implicare una più ampia programmazione delle strutture didattiche e del numero degli studenti.
L'orientamento intra-universitario serve quindi non soltanto a facilitare la partecipazione degli studenti, ma soprattutto a svolgere quell'azione di "formazione culturale" che è prevista dagli Ordinamenti Didattici (art. 11).
Infine, l'orientamento professionale è molto rilevante alla fine dei percorsi formativi per coloro che scelgono di non proseguire gli studi e per i laureati: non può esaurirsi nella diffusione di informazioni sul mercato del lavoro, che peraltro talvolta non sono attendibili o utilizzabili dal singolo individuo, ma deve far conoscere le caratteristiche delle figure professionali e degli ambienti di lavoro per favorire la scelta dei giovani ed un loro eventuale inserimento.
L'orientamento professionale nelle università deve implicare un collegamento qualificato con le imprese e con le istituzioni. Tale collegamento può favorire l'occupazione dei laureati ma soprattutto influenza positivamente la scelta delle attività didattiche e della ricerca; può far svolgere un ruolo attivo alle Università nella determinazione delle caratteristiche e delle condizioni dello sviluppo. Le due posizioni, talvolta diffuse, quella che propone un ruolo delle Università totalmente funzionale alla soddisfazione dei bisogni del sistema economico, oppure l'altra che nega ogni rapporto in base all'assoluta autonomia della ricerca e della didattica appaiono entrambe ideologicamente condizionate e per di più irrealizzabili.
Queste concezioni dell'orientamento sono ormai abbastanza diffuse in Italia, hanno avuto molteplici formulazioni teoriche ed hanno ispirato alcune normative. Sono, invece, molto meno presenti attività efficaci e durature di orientamento o di diffusione di informazioni e risultano del tutto assenti modalità e configurazioni organizzative che rendano l'orientamento un'attività sistematica ed istituzionale.
Si deve notare, inoltre, la grave carenza di scambio di informazioni e di coordinamento; essa genera spesso uno spreco di risorse, per la moltiplicazione di strumenti simili (quando esistono delle iniziative); inoltre, coloro che s'impegnano ricominciano quasi sempre dall'inizio un processo simile, senza conoscere le esperienze di chi lo ha già realizzato.
Infine la realtà forse più grave è la mancanza di collegamento fra Università, Scuola ed Enti che hanno una competenza istituzionale relativa all'orientamento ed alla diffusione delle informazioni, o svolgono di fatto attività di questo tipo.

Le attività di orientamento e di diffusione delle informazioni realizzate nelle università italiane

Nelle università italiane la diffusione delle informazioni avviene prevalentemente attraverso testi scritti (guide o notiziari per gli studenti). Le attività di orientamento in collaborazione con le scuole avvengono di solito attraverso conferenze di docenti universitari che illustrano le facoltà. Molto scarse sono le strutture per l'orientamento nelle Facoltà ed a livello centrale del Rettorato; non sono diffuse modalità stabili di incontro e di collaborazione tra scuole, università ed altre istituzioni.
Mancano quindi la progettazione e la diffusione di sistemi territoriali di orientamento e di diffusione delle informazioni, come frutto non di rigide costruzioni istituzionali, ma dell'interazione di molteplici soggetti con competenze diverse. Questi soggetti non sembrano essere chiaramente orientati alla soddisfazione dei bisogni dei giovani, sulla base delle condivisione dell'importanza del principio della specializzazione e del coordinamento delle attività di un'area territoriale o in un bacino di utenza di una università.
Molti ostacoli si oppongono alla realizzazione di tali sistemi e sono emersi chiaramente nella riflessione condotta all'interno del Coordinamento dei Delegati. Solo alcuni sono di natura strutturale (carenza di fondi e di personale, vincoli normativi, mancanza di strumenti, ecc.), anche se appaiono i più rilevanti. Devono essere, tuttavia, considerati molto importanti anche quegli ostacoli che derivano dalla limitata conoscenza della problematica dell'orientamento, dalla non adeguata preparazione dei docenti e del personale e dalla carenza di motivazioni derivanti dalla persistenza di un'immagine dell'Università e della Pubblica Amministrazione che non comprende un impegno nell'orientamento, né servizi più flessibili ed orientati al risultato.
Per questi motivi risulta estremamente necessario che il MURST ed il MPI s'impegnino nei confronti dell'orientamento, assumendo una strategia generale che prevede interventi coordinati miranti a creare condizioni strutturali ed organizzative per le attività di orientamento analogamente a quanto avviene nei sistema d'istruzione superiore di altri Paesi europei e nord-americani. Deve essere, inoltre, particolarmente curata la formazione di nuove competenze che devono essere possedute dal personale docente e da quello amministrativo, senza creare necessariamente solo figure specializzate.
La conoscenza delle strutture per l'orientamento attualmente esistenti e delle attività effettivamente svolte ricavata dall'indagine svolta dalla CRUI è risultata molto importante non solo per valutare la situazione di partenza e le condizioni generali di una realtà che deve essere modificata. E' stato possibile individuare esperienze innovative che possono essere utili come modelli. Per questo motivo il Coordinamento dei Delegati propone di realizzare una raccolta di materiali e di testimonianze prodotte in relazione alle esperienze più significative, nella prospettiva della creazione di un Centro di Documentazione delle attività di orientamento. La strutturazione progressiva ed il consolidamento della raccolta di documenti permetterà di mettere a disposizione strumenti ed esperienze per valutare la diffusione ed il grado d'innovazione delle attività di orientamento e per avviare nuove iniziative.
Questa attività di acquisizione di informazioni deve inserirsi in un più ampio processo di auto-conoscenza da parte delle università e di tutta la Pubblica Amministrazione, mirante a fornire fondamenti più certi per la progettazione istituzionale e per la verifica delle attività. E' un processo essenziale, se lo sviluppo dell'autonomia universitaria deve produrre un aumento della qualità della ricerca e delle attività didattiche; infatti tale sviluppo deve essere unito ad una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti gli addetti rispetto alla progettazione locale di strutture e di fronte ai risultati delle scelte fatte.
In questa prospettiva si deve tener conto dell'estrema differenziazione delle situazioni delle Università. La varietà delle realtà diversificate risulta positiva solo se esse sono comparabili in un quadro generale che permette il confronto ed il trasferimento di modelli o di esperienze fra situazioni simili.

Università e scuole nel processo di orientamento: strutture e principi organizzativi

E' ferma convinzione dei Delegati all'orientamento che sia necessario un organico e continuo rapporto tra Università e Scuola, per garantire la continuità del processo formativo.
Per questo motivo i docenti universitari e gli insegnanti delle scuole medie superiori devono collaborare per una qualificazione dei percorsi didattici; devono inoltre contribuire all'acquisizione da parte dei giovani di una visione adeguata dell'ambiente universitario o dell'ambiente di lavoro e del tipo di competenze che sono ritenute necessarie in entrambi.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario che siano create strutture adeguate e nuovi modelli organizzativi e che siano formate ed impiegate persone con competenze qualificate relative all'orientamento ed alla creazione o alla diffusione delle informazioni.
Le strutture e le attività in un'azione collettiva intenzionale e progettata all'interno di una organizzazione complessa sono ovviamente due dimensioni di un'unica realtà e quindi devono essere tenute presenti contemporaneamente nel momento in cui viene avviata la creazione di un sistema di orientamento.
Tuttavia è apparso utile distinguerle analiticamente, non solo per chiarezza di esposizione, ma soprattutto perchè, nel caso dell'orientamento, la creazione di strutture organizzate, per essere funzionale allo svolgimento di attività efficaci, richiede un impegno particolare nella chiarificazione di princìpi specifici non molto diffusi nella P.A., ed anzi considerati abitualmente troppo eterogenei al funzionamento normale dei servizi.
Il primo di questi princìpi consiste nell'affermazione della necessità di adottare una sequenza che comprende progettazione - sperimentazione - verifica - istituzionalizzazione dell'attività.
Abbiamo già visto come la progettazione deve essere collegata ad una conoscenza di realtà e di esperienze diverse, anche se non rigidamente condizionata da queste. Inoltre la sperimentazione non deve essere concepita come l'applicazione di un modello precostituito, ma come un'ulteriore occasione di ideazione di elementi nuovi. Da ciò deriva il carattere di flessibilità dei servizi e delle attività, con degli spazi di autonomia anche per i dipendenti amministrativi ed una crescita di responsabilità per tutti coloro che sono impegnati nelle attività.
La verifica non può essere "indiretta" e differita nel tempo, come avviene abitualmente per i processi educativi. Devono essere individuati meccanismi di controllo dell'efficacia delle attività di orientamento nei termini delle variazioni positive di realtà quali: i trasferimenti, il numero degli abbandoni, il numero dei laureati, i tempi del loro inserimento in una occupazione ed il grado di soddisfazione nella partecipazione agli studi universitari.
Inoltre il processo di istituzionalizzazione non può corrispondere all'assunzione delle strutture e delle attività di orientamento in un sistema universitario come è organizzato attualmente; esse devono essere componenti e punti cruciali di quella generale modificazione organizzativa che dovrebbe risultare dalla realizzazione dell'autonomia. Quindi, il carattere innovativo delle strutture per l'orientamento deve risultare dal fatto che non possono essere regolate esclusivamente in base ala normativa generale esistente.
In corrispondenza le modalità di gestione dei servizi e di realizzazione delle attività devono fondarsi su un consenso generalizzato riguardo ad alcuni valori relativi alla funzione dell'istruzione superiore, all'impegno nella formazione dei giovani, alla rilevanza dell'orientamento.
Questa sostanziale integrazione è una condizione essenziale per realizzare un processo unitario di orientamento.
Sulla base di questi princìpi i Delegati all'orientamento universitario, attraverso una riflessione basata sulle esperienze fatte fino ad ora nelle diverse università italiane, propongono i seguenti elementi o modelli che possono contribuire a creare strutture e sistemi di orientamento, nel rispetto dell'autonomia delle singole sedi universitarie:
a)

le strutture delle facoltà
: i soggetti principali dell'orientamento universitario all'interno del sistema d'istruzione superiore sono le Facoltà ed i Corsi di laurea; hanno infatti la responsabilità dell'efficacia delle attività didattiche e della formazione culturale degli studenti. Inoltre possono fornire direttive e risorse per qualificare l'insegnamento in prospettiva orientativa. Hanno quindi una piena autonomia nella progettazione, nella realizzazione e nell'istituzionalizzazione delle attività. E' opportuno creare nelle facoltà un servizio di orientamento, realizzato da docenti che si occupano di attività di orientamento pre-intra e post-universitario. Tale servizio dovrebbe essere coordinato da una Commissione Orientamento, nominata eventualmente dal Consiglio di facoltà e composta da un responsabile per ogni corso di laurea, o da più docenti dove esiste un solo corso di laurea, con la partecipazione di alcuni senior students scelti sulla base del buon rendimento negli studi e di una motivata disponibilità. Nelle facoltà di grandi dimensioni deve essere prevista una struttura di personale amministrativo; negli altri casi un supporto necessario può essere fornito dalla segreteria della Presidenza o dalle segreterie dei Dipartimenti e/o degli Istituti. La Commissione Orientamento di Facoltà deve collegarsi con altre simili, e particolarmente con quella per il coordinamento didattico (dove esiste). In relazione all'orientamento pre-universitario ed ai rapporti con le scuole, la Commissione deve richiedere e coordinare l'impegno dei docenti presenti nella facoltà, curare la produzione d'informazioni e di conoscenze sulla facoltà e favorire l'interazione con le altre facoltà, con le scuole e con altre situazioni.
b)
Le strutture centrali presso il Rettorato
:
le attività delle singole Facoltà devono essere coordinate, poiché molto spesso le richieste di informazioni e di sostegno qualificato alle attività didattiche dalle scuole sono rivolte a gruppi di corsi di laurea di facoltà diverse. Inoltre devono essere forniti servizi comuni che possono essere gestiti solo da strutture centrali presso il Rettorato. Per questo motivo il Delegato alle attività di orientamento, che ormai è stato designato in quasi tutte le università, deve essere affiancato da una Commissione Orientamento composta da un rappresentante per ogni Corso di laurea. Nelle grandi università è necessario che la Commissione sia composta da un rappresentante per ogni Facoltà, per evitare un numero eccessivo di partecipanti; in questo caso aumentano le funzioni di coordinamento e d'indirizzo e diminuiscono quelle di programmazione specifica delle attività. Questa Commissione deve essere formalmente costituita dal Senato Accademico (con un'eventuale approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione) e deve comprendere anche rappresentanti degli studenti (possono essere gli studenti eletti nel Consiglio di Amministrazione o nel Senato Accademico Integrato).
I compiti della Commissione sono:
1) la progettazione delle attività generali di orientamento e di diffusione delle informazioni in collaborazione con le scuole medie superiori o con altre istituzioni;
2) il coordinamento delle attività realizzate dalle singole facoltà;
3) la produzione di informazioni;
4) l'acquisizione o la produzione di strumenti per l'orientamento (video, software di auto-orientamento, bibliografie specializzate, testi da suggerire agli studenti);
5) la verifica delle attività o delle iniziative realizzate;
6) la proposta di innovazioni nella normativa riguardante l'accesso all'università e la frequenza degli studi, per ciò che è di competenza delle singole università.
Inoltre è fortemente auspicabile la creazione, a livello centrale, di un Ufficio (o Sezione, o Ripartizione, o Servizio) per le attività di orientamento, cioè una struttura specifica con personale amministrativo in possesso di competenze specialistiche per quanto riguarda il rapporto con le scuole medie superiori e con Enti che hanno l'orientamento come competenza istituzionale.
Un'altra struttura collegata con la precedente o parte della stessa unità, specialmente in università di piccole dimensioni, è costituita dal Centro Informazioni. Questo centro deve curare la raccolta di dati sulle caratteristiche dei corsi di laurea e di conoscenze sul funzionamento dell'università. Deve soprattutto trasformare questi dati (normative, frequenze, tabelle statistiche, ecc.) in informazioni utilizzabili da parte dei giovani e in strumenti dei processi di orientamento. Infine, deve diffondere queste informazioni direttamente agli studenti tramite opportuni "sportelli" o fornendoli ad altre istituzioni, come le scuole o gli Enti locali.
L'attività di questo Centro informazioni è particolarmente rilevante per gli studenti che non risiedono nella provincia o nella regione sede dell'Università e quindi non possono partecipare alle attività di orientamento che questa realizza assieme alle scuole. Per tali studenti è necessario creare strumenti informativi molto efficaci, utilizzabili nelle scuole da cui provengono o individualmente prima della scelta; inoltre è necessario realizzare iniziative che permettano una prima verifica della validità della scelta prima dell'inizio degli studi universitari ed un positivo inserimento nel nuovo ambiente.
I Delegati sono bene coscienti delle difficoltà attuali che possono ostacolare la creazione ed il funzionamento delle strutture proposte. Per cominciare a superare gli ostacoli più rilevanti (la non disponibilità dei docenti, la carenza di personale e la mancanza di fondi) si propone la realizzazione graduale di alcune iniziative, il cui ampliamento successivo sia fondato sulla verifica positiva della loro efficacia. Tre passi iniziali possono essere i seguenti:
1) l'organizzazione di dibattiti e di riflessioni comuni con i docenti all'interno delle singole facoltà, usando occasioni ufficiali come i Consigli di Facoltà ed i Consigli di Corso di laurea; dovrebbero emergere la rilevanza del tema dell'orientamento e l'impegno che esso richiede in base alle leggi vigenti per una piena realizzazione del ruolo docente;
2) la realizzazione di forme particolari di aggiornamento del personale specificamente dedicato alle attività di orientamento, con l'obiettivo di favorire l'acquisizione di nuove conoscenze ed una sua partecipazione più attiva nella progettazione di servizi e di attività possibili;
3) la creazione di una voce di bilancio riguardante in modo specifico le attività di orientamento. E' utile, in questa prospettiva, effettuare una rilevazione delle eventuali spese che riguardano attualmente attività di orientamento, in modo da poterle accorpare.
c)
Le strutture di orientamento nelle Scuole
:
in corrispondenza a quelle indicate per le facoltà o per il Rettorato, sarebbe opportuno che venissero istituite all'interno delle singole scuole figure e strutture dedicate in modo particolare all'orientamento professionale ed universitario. Nelle località in cui i rapporti fra università e scuole funzionano nel modo migliore e le attività di orientamento sono abbastanza efficaci, nelle scuole sono presenti attualmente le seguenti figure e strutture:
1) i Collegi dei docenti (o il Preside) hanno designato un Referente per le attività di orientamento, che non ha l'esonero totale dall'insegnamento. Attraverso l'uso di alcune opportunità o incentivi (il semi-esonero, le ore a disposizione, la retribuzione di ore aggiuntive, ecc.), il Referente stimola e coordina le attività di una scuola e soprattutto garantisce i collegamenti con istituzioni esterne, tra le quali l'Università;
2) il Collegio dei docenti all'inizio dell'anno scolastico approva un progetto di orientamento che riguarda la sperimentazione didattica con valenze orientative, attività specifiche di orientamento ed i rapporti con altre istituzioni. Da questo progetto derivano impegni per i singoli docenti della Scuola e richieste di sostegno o di collaborazione all'università;
3) in alcune scuole è stato designato un responsabile per la raccolta di informazioni generali sulle università più vicine, sul mercato del lavoro e sulle professioni, e soprattutto le indicazioni sulle modalità per acquisire conoscenze più approfondite sulle stesse realtà.
Università e scuole nel processo di orientamento: le attività possibili

Le strutture presentate finora sono state prese in considerazione per le possibili attività di orientamento che riguardano la creazione, durante il periodo scolastico, di capacità dei giovani per auto-orientarsi, per realizzare una scelta matura ed efficace e per partecipare adeguatamente all'ambiente di studio o di lavoro scelto. Queste attività vedono impegnata prima di tutto la scuola, mentre le attività relative all'accesso all'istruzione superiore ed alle professioni qualificate richiedono anche un impegno forte dell'Università; tuttavia nella prospettiva della più ampia collaborazione nella diffusione delle informazioni e per la continuità dei processi formativi di orientamento i Delegati hanno formulato alcune considerazioni generali ed hanno raccolto modelli di attività che nelle varie sedi sono apparsi più efficaci.
Le attività devono essere incrementate e realizzate in base a princìpi nuovi; quelle attualmente esistenti sono affidate spesso alla buona volontà o alle "doti naturali" di alcuni insegnanti. Nella Scuola, come all'Università, esiste inoltre una convinzione diffusa che le attività di orientamento siano aggiuntive e non rientrino fra i doveri degli insegnanti; mentre per superare le difficoltà che oggi esistono nella formazione di un'identità derivante dal mutamento sociale e culturale, s'impone alla Scuola di garantire la formazione delle capacità funzionali all'apprendimento.
Ciò crea degli ostacoli alla Scuola, per la carenza di strumenti e per la necessità d'integrare con competenze nuove la preparazione degli insegnanti. Tuttavia, in base alle esperienze conosciute, appare possibile e ampiamente auspicabile l'avvio della sperimentazione di molteplici attività nelle Scuole e la loro progressiva istituzionalizzazione. Nello stesso tempo è indispensabile una riflessione che definisca obiettivi da raggiungere e strumenti da utilizzare.
Nella realizzazione di attività di orientamento sembra opportuno che le scuole abbiano un'ampia autonomia in base alla quale sia possibile una variabilità di configurazioni organizzative locali e di attività; tuttavia risulta necessario un impegno degli organi centrali del MPI per promuovere sperimentazioni significative, per sostenere le attività dei Provveditorati e per coordinare le varie esperienze.
Le attività di orientamento che possono essere realizzate dalle scuole sono suddivisibili nei seguenti gruppi:
a)

attività didattiche
: è auspicabile l'individuazione e la realizzazione di una dimensione orientativa dell'insegnamento disciplinare; cioè, nel momento stesso in cui viene favorito l'apprendimento dei contenuti curriculari l'obiettivo delle attività didattiche diventa anche la creazione o il potenziamento delle capacità utili ai giovani per auto- orientarsi. In questo modo il percorso degli studi nella Scuola media superiore favorisce la scelta e la progettazione flessibile del futuro. E' difficile suggerire metodologie e strumenti per raggiungere questi obiettivi; molte sono già a disposizione dei docenti, spesso gli argomenti delle materie possono suscitare una discussione in classe che favorisce una maturazione e la scoperta degli interessi; in altri casi l'organizzazione autonoma delle modalità di studio da parte dei giovani o l'incrocio fra argomenti di materie diverse possono stimolare atteggiamenti diversi da quelli di adattamento passivo e di indifferenza che sono abbastanza diffusi. Le occasioni di valutazione sono molto importanti per suscitare un'auto-conoscenza delle proprie caratteristiche. Questo tipo di attività ha un'importanza fondamentale e richiede un notevole impegno per l'ideazione di soluzioni innovative o per rendere alcune attività già esistenti funzionali anche agli obiettivi dell'orientamento; non può pertanto essere solo responsabilità del singolo docente, ma frutto di un'elaborazione e di una programmazione collegiale.
b)
Attività parallele a quelle didattiche
:
accanto a quelle strettamente didattiche possono essere realizzate attività che mirano ad una migliore conoscenza delle motivazioni, degli interessi e delle aspettative dei giovani; gli insegnanti, anche con l'aiuto delle università, possono predisporre agili strumenti di rilevazione ed usare i risultati aggregati come oggetto di riflessione con gli studenti.
c)
Attività d'informazione
:
dovrebbe essere un impegno delle scuole fornire informazioni sulle caratteristiche della realtà sociale ed economica nella quale i giovani aspirano a trovare un lavoro. La diffusione delle informazioni risulta essere attualmente uno degli aspetti nello stesso tempo più rilevanti e più critici delle attività di orientamento. Infatti di fronte al notevole sviluppo dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie per creare strumenti informativi multimediali non corrisponde una capacità analoga di aggiornare, presentare e diffondere l'informazione necessaria per comprendere i veloci mutamenti della realtà; inoltre i giovani, pur avendo motivazioni adeguate per cercare le informazioni necessarie, non sempre hanno le capacità di usarle. La Scuola può realizzare alcune iniziative anche per ovviare a queste carenze, raccogliendo informazioni utili e mettendole a disposizione in formulazioni comprensibili ed utilizzabili, ma soprattutto suscitando atteggiamenti diversi verso l'acquisizione di informazioni pubbliche come strumenti di partecipazione e di scelta.
d)
Attività con istituzioni esterne alla Scuola
:
queste attività dovrebbero mirare ad una conoscenza diretta da parte dei giovani degli ambienti che dovranno scegliere dopo il periodo scolastico.
Per quanto riguarda l'orientamento universitario attività possibili sono le seguenti:
Attività simili dovrebbero essere realizzate con altre istituzioni come gli enti locali e le Associazioni delle categorie professionali.
I rappporti fra istituzioni per un sistema di orientamento

Le attività di orientamento, come si è visto, implicano stretti rapporti fra scuole ed università. Per riaffermare l'importanza di questi rapporti e renderli possibili, è utile esprimere in modo più esplicito gli obiettivi concreti e le modalità organizzative che essi possono avere:
1. Le università hanno la responsabilità di fornire alle scuole informazioni esatte e conoscenze adeguate delle caratteristiche dell'ambiente e degli studi universitari.
2. Devono, inoltre, indicare il sapere di base e le capacità richieste per partecipare a tali studi; ciò può orientare la ridefinizione dei programmi scolastici.
3. Su richiesta delle scuole, le università possono fornire un sostegno all'attività didattica attraverso varie forme di aggiornamento o di qualificazione degli insegnanti.
4. Le scuole medie superiori possono fornire indicazioni utili sulle caratteristiche dei giovani ed in particolare sulle loro motivazioni e sui loro atteggiamenti.
5. Inoltre le scuole possono mettere a disposizione esperienze e metodologie didattiche per l'apprendimento dei contenuti di base.
Per raggiungere questi obiettivi e quindi progettare e realizzare in comune attività di orientamento e di diffusione delle informazioni sono necessarie modalità organizzative di coordinamento fra Scuola ed Università. In questo caso è difficile proporre indicazioni che siano rilevanti in modo univoco; infatti tali modalità dipendono dalle dimensioni delle università e soprattutto dall'ampiezza dei bacini di utenza che ad esse si riferiscono.
In realtà di piccole o medie dimensioni è auspicabile che siano organizzati incontri periodici tra la Commissione Orientamento formata dai rappresentanti dei corsi di laurea e da studenti e la Commissione Orientamento composta da un rappresentante (il Referente indicato in precedenza) per ogni Scuola. In questi incontri possono essere progettate e verificate le attività "ordinarie" di orientamento, oppure possono essere decisi progetti particolari, relativi a ricerche sulla condizione giovanile, ad attività di formazione degli insegnanti, a momenti di riflessione comune, come convegni o conferenze. Inoltre possono essere progettati in comune e realizzati strumenti per l'orientamento, come software, video e pubblicazioni.
Nelle realtà con mega-Atenei o con bacini di utenza che comprendono centinaia di scuole, questo modello organizzativo non è realizzabile. In questi casi le strade possibili appaiono due e possono essere percorse entrambe; da un lato il territorio di riferimento può essere suddiviso in zone (che corrispondono ai Distretti), ciascuna delle quali esprime un rappresentante che si collega con la Commissione Orientamento dell'Università. Dall'altro lato, attraverso le Regioni o gli IRRSAE possono essere create strutture intermedie, nelle quali la Commissione Orientamento dell'università s'incontra con rappresentanti di gruppi di scuole.
I rapporti fra università e scuole si devono inserire in una rete molto più vasta di collegamenti fra istituzioni presenti in una società locale (Regioni, Province, Comuni, IRRSAE, Provveditorato, Distretti Scolastici e Associazioni di categoria) con particolare riferimento alla creazione ed alla diffusione delle informazioni, ma anche per progettare iniziative comuni di orientamento professionale. L'obiettivo primario deve essere quello di costituire un sistema territoriale di attività di orientamento fondato sulla specializzazione delle singole istituzioni, derivante dalle competenze attribuite dalla legge, e su un'integrazione funzionale, basata sul riconoscimento delle unità del processo di maturazione e di acquisizione di competenze professionali da parte dei giovani.
In questa prospettiva esistono alcune esperienze in varie sedi universitarie che possono costituire modelli per nuove realtà, anche se ogni situazione ha caratteri specifici. Una prima indicazione riguarda la creazione di Centri di prima informazione, dove i giovani possono trovare riunite notizie generali su iniziative culturali e relative al tempo libero, sul lavoro e sull'istruzione superiore o sui servizi del diritto allo studio; questi centri dovrebbero essere progettati e gestiti insieme da tutti gli enti che costituiscono un sistema territoriale. Dopo una prima fase d'informazione, che è peraltro molto importante, i giovani possono essere indirizzati verso altri uffici dove possono acquisire indicazioni più approfondite; simili strutture possono contribuire a modificare l'atteggiamento diffuso nei confronti della progettazione del futuro e della realizzazione delle scelte.
Un secondo esempio è costituito dalla collaborazione fra Provincia, Regione, Associazioni di Categoria, Scuole ed Università per la diffusione delle informazioni sugli ambienti di lavoro, sui profili professionali e, qualora sia possibile, sulle tendenze del mercato.
Esistono attualmente molteplici strumenti per realizzare varie forme di collaborazione, dai protocolli d'intesa alle convenzioni- quadro ed a quelle per specifiche iniziative. E' necessario tuttavia che sia diffusa fra tutte le istituzioni presenti in un'area la coscienza della rilevanza dei problemi dell'orientamento e sia condivisa la motivazione ad un impegno collettivo per la formazione dei giovani.
E' necessario sottolineare infine che la collaborazione attuata a livello territoriale deve essere inserita in una rete nazionale che permetta il coordinamento delle diverse iniziative e deve essere sostenuta da una struttura centrale di raccolta, elaborazione e diffusione delle informazioni e delle metodologie orientative.

Il tutorato universitario

Negli ultimi 20 anni l'utenza dell'Università italiana è fortemente cambiata. Una serie di iniziative legislative e l'aumentata affluenza degli studenti hanno radicalmente cambiato le modalità e le caratteristiche dell'accesso all'Università. Questo processo, avviatosi con i primi anni '70, ha conosciuto un'ulteriore accelerazione nell'ultimo periodo, con una nuova forte crescita degli studenti, che dal 1986 al 1994 sono aumentati da un milione ad un 1.6000.000 iscritti. Ormai quattro giovani su dieci si iscrivono all'Università. A questi si aggiunge una nuova utenza, per ora limitata come numero, ma qualitativamente significativa, rappresentata dagli iscritti ai Corsi di diploma.
L'aumento dell'utenza e soprattutto la sua diversa composizione qualitativa costituiscono una sfida impegnativa per l'Università. Non si iscrivono più solamente gli studenti socialmente e culturalmente selezionati che arrivavano all'Università fino a 20-30 anni fa', ma accedono giovani che spesso hanno alle spalle un debole background culturale, ed un curriculum scolastico non finalizzato al proseguimento degli studi; si tratta dunque di studenti che trovano difficoltà nell'inserirsi in un insegnamento di tipo universitario. Queste difficoltà vengono ulteriormente accentuate dalla situazione di stallo causata dalla mancata approvazione della legge di riforma dell'istruzione secondaria, che rende difficoltoso l'avvio di un serio sistema di orientamento all'interno della Scuola e la definizione di più stretti collegamenti con l'Università per rendere più agevole il passaggio tra i due sistemi. Proprio questa distanza tra la preparazione di partenza, gli standards richiesti ed il rapporto con gli studenti è in parte all'origine del fenomeno dell'abbandono (che comunque, è opportuno ricordarlo, ha anche altre componenti).
Tutto questo richiede che si instauri un rapporto nuovo tra studenti, docenti e strutture universitarie. Vanno individuate forme stabili di supporto che garantiscano maggiore assistenza agli studenti durante il percorso universitario, dal momento della scelta della Facoltà fino al completamento del corso di studi. Vanno perseguite forme nuove di didattica, in grado di assicurare una proficua frequenza dei corsi e di favorire un apprendimento effettivo da parte degli studenti. Entrambe queste forme d'innovazione vanno fondate su adeguate conoscenze delle caratteristiche degli studenti da ottenere attraverso vati strumenti di accertamento.
Rispetto a quest'esigenza la normativa, ed in particolare la legge 341/90 sugli ordinamenti didattici, ha previsto che le strutture universitarie, e la docenza in primo luogo, svolgano una funzione più attiva per favorire la frequenza efficace degli studenti; occorre pertanto accelerare l'attuazione di tale legge, in particolar modo per quanto riguarda l'attività di tutorato.

I bisogni degli studenti

Allo scopo d'individuare le attività che caratterizzano il tutorato, appare opportuno definire preliminarmente quali possono essere i bisogni degli studenti.
Si presentano dunque alcuni esempi di esigenze comuni:

a)
informazioni e consigli utili per lo studio: quali sono le opportunità esistenti, di carattere assistenziale (assegno di studio, ecc.), di carattere culturale (attività culturali e facilitazioni per gli studenti), ricreativo, didattico (biblioteche, archivi), formativo (borse di studio, anche per l'estero, altri corsi).
b)
Recupero di lacune di apprendimento nelle competenze di base: questo aspetto risulta particolarmente importante per questi studenti che s'iscrivono a Facoltà diverse rispetto all'indirizzo di Scuola secondaria che hanno seguito. Questo problema potrebbe essere affrontato anche istituendo adeguati filtri d'accesso, ma in ogni caso il dislivello tra la preparazione degli studenti che entrano nell'Università ed i requisiti accademici crea un bisogno da tener presente.
c)
Predisposizione di un progetto generale di studi: si tratta di un compito che crea notevoli difficoltà allo studente, soprattutto in quelle facoltà che non prevedono una rigida successione di esami, oppure offrono una vasta gamma di possibili indirizzi di studio, oppure una vasta scelta d'insegnamenti complementari. Bisogna considerare che talvolta si cerca di sviluppare una professionalità nuova in una facoltà tradizionale, e questo è anche possibile attraverso un'accorta predisposizione del piano di studio, che magari contempli anche insegnamenti seguiti fuori facoltà.
d)
Predisposizione di un piano di lavoro: specialmente all'inizio della carriera accademica lo studente ha difficoltà ad organizzare i tempi di studio e la successione degli esami.
e)
Individuazione di un metodo idoneo per affrontare lo studio e gli esami: bisogna considerare che all'Università i tempi e i modi dell'insegnamento, dello studio e della valutazione sono profondamente diversi rispetto a quelli della Scuola.
f)
Assistenza alla scelta dell'area disciplinare e del docente per sviluppare una tesi di laurea valorizzando al meglio le competenze, le attitudini e gli interessi dello studente: tale scelta rappresenta un impegno che mette spesso gli studenti a disagio e per il quale avrebbero bisogno di maggiore supporto tutoriale.
g)
Orientamento professionale: lo studente ha bisogno di aiuto per creare un collegamento più stretto tra il curriculum di studi e le esigenze, qualitative e quantitative, del mercato del lavoro.
Come si può constatare, la gamma dei bisogni appare ampia ed articolata, disponendosi lungo un continuum che va dall'assistenza di carattere personale, al "counselling", fino all'assistenza di carattere più specificamente didattico. Per affrontare questi bisogni è necessario predisporre un sistema articolato di servizi di tutorato e di orientamento.
Appare in ogni caso opportuno che ogni Sede conduca una riflessione sulle caratteristiche della propria utenza per identificarne i bisogni più specifici.
Cos'è il tutorato

L'attività di tutorato universitario, già richiamata nella legge 382/80, è stata introdotta in modo puntuale dall'art. 13 della legge 341/90 sugli ordinamenti didattici:
"1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge ciascuna Università provvede ad istituire con regolamento il tutorato, sotto la responsabilità dei consigli delle strutture didattiche.
2. Il tutorato è finalizzato ad orientare ed assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi, a renderli attivamente partecipi del processo formativo, a rimuovere gli ostacoli ad una proficua frequenza dei corsi, anche attraverso iniziative rapportate alle necessità, alle attitudini ed alle esigenze dei singoli.
3. I servizi di tutorato collaborano con gli organismi di sostegno al diritto allo studio e con le rappresentanze degli studenti, concorrendo alle complessive esigenze di formazione culturale degli studenti e alla loro compiuta partecipazione alle attività universitarie." Sulla base delle disposizioni di legge, e dei bisogni degli studenti precedentemente evidenziati, si può definire la seguente articolazione delle funzioni del tutorato, in relazione ai diversi momenti della vita universitaria:
Fase di accoglienza
La fase dell'accoglienza inizia nel momento in cui lo studente decide di accedere ad un determinato corso di laurea o di diploma, e si conclude non prima dei sei mesi dopo la data d'inizio delle lezioni.
Il termine "accesso" va inteso però in senso non burocratico. L'accesso è la fase successiva al processo di scelta del corso di laurea o di diploma. Tuttavia non sempre il processo di scelta è lineare e definitivo, e comunque deve essere verificato, per cui lo studente che accede all'Università ha bisogno di un'assistenza su entrambi i fronti del tutorato e dell'orientamento.
Si tratta dunque di una fase nella quale il confine tra le due funzioni, tutorato ed orientamento, è molto sottile. Inoltre, è una fase estremamente delicata: è noto, infatti, come il 50% di tutti gli abbandoni avviene proprio durante il primo anno d'iscrizione. E' dunque estremamente importante che l'Università organizzi in questa fase delle attività che siano in grado di sostenere uno dei passaggi più delicati della carriera formativa di un giovane.
Per quanto riguarda l'informazione, i servizi di tutorato da offrire in questa fase possono essere i seguenti:

1)
informazione generale sull'organizzazione logistica, burocratica, amministrativa dell'Università e sugli strumenti del diritto allo studio;
2)
informazione e assistenza utili per la formazione: quali sono le opportunità esistenti di carattere culturale (attività culturali e facilitazioni per gli studenti), ricreativo, didattico (biblioteche, archivi), formativo (borse di studio anche per l'estero);
3)
informazione di carattere più qualitativo sul corso di laurea e di diploma, per conoscerne i principali contenuti, gli obiettivi formativi, le competenze di base necessarie per frequentare gli insegnamenti, i metodi di studio.
L'informazione, tuttavia, non esaurisce le esigenze di assistenza all'accesso degli studenti che vengono espresse in questa fase.
In un contesto nel quale lo studente non ha strumenti a disposizione per confrontare i suoi requisiti e le competenze possedute rispetto alle richieste del Corso di laurea, appare opportuno predisporre uno strumento che fornisca loro elementi per attuare una scelta consapevole, anche prefigurando modalità ed impegno richiesto dallo studio.
A questo scopo si è diffuso negli ultimi anni l'uso di test, che hanno lo scopo di aiutare docenti e studenti a esplorare la preparazione di questi ultimi n rapporto alle aree disciplinari delle facoltà e ad individuare eventuali lacune. Tali test sono associati ad un intervento attivo da parte delle facoltà, che predispone corsi di "equiparazione" per quegli studenti che hanno riportato un voto particolarmente basso nella prova, in modo da recuperare i deficit di base.
Le Università che hanno attivato questi strumenti hanno potuto verificare una diminuzione significativa del tasso di abbandono.
Il percorso di studio
La funzione tutoriale non si esaurisce nella fase di accoglienza, come detto chiaramente anche nella norma istitutiva, ma prosegue lungo tutto il corso degli studi.
In questa seconda fase l'aspetto informativo del tutorato diventa meno rilevante (anche se comunque permane,) mentre assume una grande importanza l'aspetto di assistenza allo studio.
Senza dunque dimenticare la necessità di continuare ad offrire un'informazione sugli aspetti indicati nel punto precedente (soprattutto l'informazione e i consigli utili per lo studio), i servizi più caratteristici di questa fase sono connessi con:
a)
l'assistenza all'elaborazione del piano di studio;
b)
l'assistenza alla proficua frequenza dei corsi e la guida allo studio;
c)
l'assistenza alla scelta ed alla compilazione della tesi di laurea.
La predisposizione dei servizi di tutorato volti a favorire la frequenza efficace dei corsi non deve far dimenticare che il primo fattore di successo di una proficua frequenza risiede nella qualità dell'insegnamento erogato e nell'attenzione continua al processo di apprendimento.
Si avverte pertanto la necessità che vengano introdotte metodologie d'insegnamento più efficaci e di adeguati metodi di verifica in itinere dell'apprendimento.
Strutture, soggetti, attività del tutorato

Si deve far risaltare, innanzitutto, che la legge 341 parla di tutorato e mai di tutori; introduce dunque una funzione, che deve essere espletata all'interno dell'Università da diversi soggetti attraverso un sistema di servizi. Questa necessità emerge anche dall'ampiezza della gamma dei servizi offerti, che richiede l'intervento di diversi soggetti.
All'interno di questa pluralità di apporti, va richiamato però il ruolo centrale dei professori e dei ricercatori universitari.
Un primo riferimento all'obbligo, per i professori e per i ricercatori universitari, di svolgere attività di tutorato è contenuto nella legge 382/80.
L'art. 10 ("Doveri didattici dei professori") recita infatti:
"Le attività didattiche comprendono sia lo svolgimento dell'insegnamento nelle varie forme previste, sia lo svolgimento, nell'ambito di appositi servizi predisposti dalle Facoltà, di compiti di orientamento per gli studenti, con particolare riferimento alla predisposizione dei piani di studio, ai fini anche delle opportune modifiche ed integrazioni sulla base dei risultati conseguiti dagli studenti stessi e delle loro meglio individuate attitudini e sopravvenute esigenze".
Per quanto riguarda invece i ricercatori universitari l'art. 32 della stessa legge ("Compiti dei ricercatori universitari") così afferma:
"I ricercatori universitari contribuiscono allo sviluppo della ricerca scientifica universitaria e assolvono a compiti didattici integrativi dei corsi d'insegnamento ufficiali. Tra tali compiti sono comprese le esercitazioni, la collaborazione con gli studenti nelle ricerche attinenti alle tesi di laurea e la partecipazione alla sperimentazione di nuove modalità d'insegnamento ed alle connesse attività tutoriali".
Successivamente l'art. 12 della legge 341/90 ribadisce che è
"compito fondamentale dei professori e dei ricercatori guidare il processo di formazione culturale dello studente secondo quanto previsto dal sistema di tutorato di cui all'art. 13". Tale dispositivo rinforza e concretizza il profilo didattico del docente universitario, come soggetto responsabile anche dell'efficacia dell'attività formativa.
La responsabilità primaria relativa all'impianto metodologico e organizzativo, alla verifica di funzionalità ed efficacia compete invece ai singoli Consigli delle strutture didattiche: i Consigli dovrebbero agire dunque in piena autonomia, fatto salvo il rispetto di eventuali linee generali dettate dal Regolamento didattico di Ateneo; poichè le attività di tutorato integrano per certi aspetti quelle di orientamento, sarebbe opportuno prevedere collegamenti sia metodologici che organizzativi tra gli apparati ai quali sono attribuite le due funzioni. E' opportuno che i Consigli delle strutture didattiche contribuiscano, mediante l'individuazione delle esigenze specifiche e delle soluzioni elaborate perifericamente, alla definizione delle soluzioni che saranno previste nel Regolamento didattico di Ateneo (in particolare nel Regolamento di tutorato) e delle linee generali di intervento in materia, effettivamente unificanti a livello di Ateneo. E' altresì opportuno che il tutorato sia inserito tra le voci delle programmazione didattica formulata annualmente dai consigli delle strutture didattiche.
Più specificamente si propone di istituire a livello di struttura didattica una Commissione per il tutorato, composta da professori, ricercatori, responsabili dei servizi amministrativi e rappresentanze studentesche, con i seguenti compiti:

Tale Commissione potrebbe coincidere con quella istituita per le attività di orientamento (cfr. capitolo precedente) o, in ogni caso, dovrebbe essere strettamente collegata.
Sulla base del Regolamento predisposto, delle esigenze prospettate, delle strutture disponibili, delle caratteristiche e dell'affollamento del Corso di laurea, delle informazioni da rilevare sulle caratteristiche degli studenti, la Commissione programma e coordina le attività e strutture di tutorato.
Tra queste possono rientrare: Un ulteriore strumento che può aiutare gli studenti ad effettuare una scelta più consapevole e le strutture didattiche ad ottenere le informazioni sulle caratteristiche degli studenti indispensabili per programmare le attività didattiche e di tutorato è costituito dai test valutativi somministrati nella fase della pre- iscrizione. Tali test possono servire a verificare: Coloro che ottengono i punteggi più bassi potrebbero essere invitati a sostenere dei colloqui con i docenti, nei quali vengano approfondite le loro motivazioni; eventualmente potrebbero essere istituiti dei corsi di "equiparazione" tenuti dai docenti della Facoltà.
Tale iniziativa di tipo orientativo potrebbe essere utilmente svolta anche a livello di Scuola secondaria superiore.
Un supporto notevole può essere infine rappresentato dal
Centro di servizi e d'informazione
, organizzato con il supporto della struttura amministrativa dell'Università e/o con gli Enti regionali per il diritto allo studio; tale Centro ha lo scopo sia di preparare materiali informativi sull'Università (Guide, Audiovisivi, Software interattivi), sia di offrire informazione e consulenza diretta agli studenti tramite un servizio di sportello riguardo ai diversi aspetti della vita universitaria; presso il Centro possono essere utilizzati, oltre al personale amministrativo, anche studenti a partire dal terzo anno d'iscrizione e in corso regolare di studi (utilizzando le borse per il part-time).
Questa struttura dovrebbe coincidere con quella prevista nel documento sull'orientamento già citato.
Per quanto riguarda il coinvolgimento di professori e ricercatori nelle attività di tutorato risulta innanzitutto evidente, dalle normative sopra richiamate, che tali attività rientrano a pieno titolo tra i loro compiti istituzionali.
La Commissione per il tutorato definirà, sulla base della programmazione approvata dai Consigli delle strutture didattiche, le modalità specifiche di coinvolgimento dei professori e dei ricercatori nelle diverse attività.
L'orientamento alla professione

Le attività di orientamento e di tutorato non sono finalizzate solo alla scelta dei percorsi d'istruzione superiore ed alla partecipazione alla vita universitaria ma favoriscono anche l'ingresso nella condizione di lavoro professionale e/o la continuazione degli studi attraverso molteplici forme di specializzazione oggi disponibili. E' ovvio che non si tratta di un'attività mirante a realizzare il collocamento di coloro che acquisiscono titoli universitari; questa funzione, molto importante in un mercato del lavoro non stabile, deve essere svolta da agenzie che ne hanno la competenza istituzionale. Si tratta, invece, di stabilire un maggiore rapporto con gli ambienti esterni per integrare opportunamente i curricula sul piano dei contenuti e delle attività, prevedendo anche occasioni di confronto diretto con situazioni professionali, al fine di:

Si tratta, inoltre, di fornire agli studenti informazioni adeguate sulle figure professionali e di metterli in contatto con gli ambienti di lavoro perchè abbiano conoscenze precise dei requisiti richiesti e delle opportunità offerte anche in dimensione europea.
Tutto ciò può essere raggiunto attraverso una proficua collaborazione di varie istituzioni, tra cui in particolare l'Università e le Regioni, sulla base delle indicazioni presenti nella normativa in vigore (cfr. L. 390/91 e 236/93).
Per quanto riguarda la formazione successiva alla laurea, che diventa sempre più necessaria, specialmente per alcune professioni, è necessario fornire indicazioni sulle varie opportunità e sulla rilevanza che esse hanno rispetto alle future occupazioni.
Un potenziamento dei rapporti delle Università con le istituzioni e gli ambienti di lavoro in cui saranno impiegati i diplomati e i laureati ha anche un'altra valenza generale molto importante; può permettere alle Università di avere utili indicazioni per quanto riguarda la ricerca di base e quella applicata, la produzione di cultura e la programmazione delle strutture e dei contenuti della didattica universitaria. E' evidente che ciò non deve determinare una perdita di autonomia dell'Università, né un assoggettamento delle sue attività a richieste contingenti del sistema produttivo e della sfera politica.
Tuttavia, un autentico ruolo autonomo può essere costruito in riferimento alla conoscenza degli ambienti sociali ed economici da cui provengono ed a cui sono destinati gli studenti come professionisti qualificati o come parte della classe dirigente. In nome dell'autonomia l'Università non può trascurare il fatto che uno dei suoi scopi istituzionali più rilevanti è la creazione di professionisti qualificati; spesso invece l'obiettivo che appare maggiormente presente è la riproduzione delle figure dei docenti- ricercatori
. Una delle occasioni più significative per realizzare rapporti con soggetti economici privati, istituzioni pubbliche, enti dello stato ed associazioni di categoria è proprio la riflessione comune, senza l'obbligo del raggiungimento di un consenso globale, né della creazione di vincoli reciproci, sulle necessità di competenze professionali qualificate o di sapere specialistico nei diversi ambienti di lavoro, sul significato dei diversi modelli di sviluppo e sulla deontologia professionale.
In tal modo il momento in cui si manifesta un'esigenza concreta degli studenti (trovare un lavoro) può diventare un'occasione per completare quella formazione culturale che rappresenta uno degli obiettivi primari dell'Università (cfr. la legge sugli ordinamenti didattici n.341/90). Utilizzare questa occasione può consentire anche di diffondere innovazione culturale e di ridefinire le figure professionali.
In questa prospettiva le Università possono avere relazioni più strette anche con gli ordini professionali, con l'obiettivo di realizzare congiuntamente una maggiore tutela dei giovani laureati e per azioni comuni di aggiustamento delle forme di selezione operanti nel mercato del lavoro qualificato.
Infine, da un punto di vista generale le attività di orientamento professionale realizzate negli ultimi anni del corso di studi universitari, in prossimità del conseguimento del titolo di studio, possono essere punto di incontro di attività di tutorato e di servizi di orientamento universitario e di diffusione delle informazioni, che riguardano anche gli anni precedenti. Per questo motivo dovrebbero implicare un ruolo più attivo degli stessi studenti, che ormai hanno acquisito alcune competenze relative alla progettazione ed all'organizzazione di iniziative e nello stesso tempo sono maggiormente interessati a conoscere le possibilità e le modalità di lavoro. Tale ruolo può essere svolto da gruppi organizzati di studenti; di questo tipo sono le associazioni Aiesec ed Agee che operano già in molte facoltà (prevalentemente di Economia e Commercio e Giurisprudenza) con lo scopo di organizzare giornate sulle professioni e stage di permanenza di studenti presso imprese o enti in Italia ed in Europa.
Sulla base di queste premesse è possibile indicare alcune attività specifiche di orientamento professionale che possono essere realizzate dalle Facoltà o dalle strutture centrali di Ateneo a favore degli studenti degli ultimi anni o dei neo-diplomati e laureati. Pur tenendo conto della sostanziale unità dei gruppi di possibili utenti e del fatto che spesso le iniziative possono essere polivalenti, si è preferito individuare due insiemi di attività, le prime riguardanti i futuri possibili ambienti di lavoro e le seconde le forme di specializzazione ulteriore al termine del percorso universitario.
Attività di orientamento professionale durante gli studi universitari

E' necessario ribadire con chiarezza che tali attività non devono mirare direttamente ad assicurare un lavoro per coloro che acquisiscono un titolo di studio universitario, ma piuttosto a potenziare la capacità dei diplomati e dei laureati di auto- orientarsi nella realtà e nella ricerca di un lavoro, in alcuni casi "inventando" ruoli professionali o reinterpretando quelli esistenti. Tuttavia, poiché tali processi sono molto complessi ed ostacolati attualmente dalla imprevedibilità del mutamento dei mercati del lavoro e dalla continua innovazione tecnologica, è necessario fornire un sostegno agli studenti creando occasioni che costituiscano per loro ulteriori occasioni per esperienze formative, condotte in ambito nazionale ed internazionale.
Le attività possibili sono di tre tipi ed hanno fra loro molteplici connessioni funzionali:

A)
Rapporti istituzionali con imprese, enti pubblici, ordini professionali, con tutti gli altri "ambienti" nei quali i diplomati ed i laureati hanno un possibile ruolo di lavoro.
Alcuni esempi degli impegni che possono essere assunti dall'Università nell'ambito di tali rapporti sono: Alcune di queste attività sono già realizzate in modo non strutturato da singoli docenti o da centri di ricerca; una loro maggiore istituzionalizzazione, anche attraverso convenzioni, con un ampliamento delle reti di comunicazione delle informazioni, può determinare una loro maggiore efficacia ed avere effetti positivi anche per il raggiungimento di altri obiettivi, ad esempio la formulazione di informazioni per l'orientamento alla scelta degli studi universitari.
Un punto di riferimento importante è costituito in questo campo dal Protocollo stipulato tra la Conferenza dei Rettori e la Confindustria, che prevede tra l'altro di ampliare, nell'ambito della formazione, le esperienze positive di collaborazione già in atto, con riferimento in particolare alle seguenti attività: organizzazione del diploma universitario; revisione dei percorsi formativi post-lauream; definizione di nuove forme di offerta didattica; valorizzazione della formazione umanistica e della sua importanza anche ai fini della preparazione manageriale; aggiornamento professionale; orientamento degli studenti; partecipazione all'attività didattica anche di componenti non accademiche; stages formativi in azienda; iniziative di formazione permanente.
Si tratta di un campo nel quale l'Università potrebbe trovare un sostegno all'interno delle iniziative promosse per il Fondo Sociale Europeo.
B)
Ricerche sui mercati del lavoro esterni ed interni, sulle figure professionali e sui percorsi studio-lavoro.
Queste ricerche mirano all'acquisizione di conoscenze che i diplomandi e i laureandi possono utilizzare nelle loro scelte e nelle strategie di ricerca del lavoro, ma alcune hanno anche la possibile funzione di rappresentare in modo aggregato gli esiti dei processi d'istruzione superiore e quindi di valutare l'efficacia di questi dal punto di vista della risposta ai bisogni di professionalità.
Le informazioni sul mercato del lavoro possono essere acquisite utilizzando dati disponibili a livello nazionale o regionale, oppure attraverso ricerche originali in situazioni locali. Com'è stato ampiamente affermato nella letteratura specializzata, la rapidità di evoluzione del mondo del lavoro in rapporto ai tempi reali degli studi non consente di definire stime certe del fabbisogno quantitativo di laureati.
La stessa rilevanza delle figure professionali o le loro caratteristiche nei termini delle conoscenze tecniche, del sapere organizzativo e della cultura del lavoro sono molto variabili, anche nel breve periodo.
Per questi motivi è preferibile individuare e mettere a disposizione degli studenti informazioni che consentano loro al meglio possibile l'individuazione delle linee di tendenza aggiornate in modo dinamico, sulle competenze e sulle caratteristiche delle figure professionali. Alcuni dati possono essere ottenuti dalle associazioni di categoria o dagli ordini professionali, inoltre possono essere oggetto di analisi di singoli docenti e di gruppi di ricerca o del lavoro di laureandi per la tesi. Altri dati, riguardanti i percorsi studio-lavoro dei diplomati e dei laureati, possono essere raccolti direttamente dall'Università, in modo abbastanza semplice e con costi non elevati. Ad esempio, dopo due anni dalla laurea potrebbe essere inviato a tutti i laureati un questionario postale per conoscere le modalità di ricerca del lavoro, l'eventuale occupazione ottenuta e la corrispondenza fra questa ed il tipo di preparazione universitaria avuta, nonché la valutazione generale del percorso formativo seguito.
Questi dati, tradotti in informazioni fruibili ed integrate con le conoscenze generali sui mercati del lavoro, sono utili anche nelle attività di orientamento alla scelta del tipo di studi universitari o alla ricerca del lavoro dopo il diploma di Scuola media superiore. Inoltre, possono essere tenuti in considerazione nella programmazione di iniziative e di strutture didattiche, particolarmente di quelle a carattere professionalizzante, anche in un ambito di riferimento regionale, e nell'organizzazione e coordinamento degli insegnamenti dei Corsi di diploma o di laurea o delle attività culturali delle singole Facoltà.
C)
Iniziative per un collegamento con gli ambienti di lavoro
Queste iniziative mirano a far conoscere agli studenti, attraverso un contatto diretto con le realtà e le trasformazioni degli ambienti di lavoro, le caratteristiche dell'organizzazione formale ed informale, le competenze richieste e le opportunità offerte.
Le principali iniziative possibili già sperimentate da alcune Università sono le seguenti: Tutte queste iniziative dovrebbero essere coordinate e contribuire alla definizione dei contenuti dei corsi universitari e di altre forme di attività didattiche, specialmente dei corsi istituzionali o di quelli maggiormente caratterizzanti l'attività professionale per cui vengono preparati i diplomati ed i laureati.
Attività di orientamento alle forme ulteriori di specializzazione dopo la laurea

E' sempre più importante che i processi di formazione e d'istruzione superiore non si concludano con il diploma o con la laurea. In effetti ormai tutta la vita professionale necessita di un continuo aggiornamento che modifica il ruolo di lavoro e talvolta anche il significato che questo assume per gli individui. Dopo la laurea, tuttavia, è necessario l'approfondimento di alcune competenze ancora di tipo generale (ad esempio la conoscenza delle lingue e l'uso del personal computer) ed altre specialistiche, molte delle quali sono attualmente acquisibili solo all'estero. Negli ultimi anni sono molto aumentate le opportunità di formazione ulteriore per laureati, anche per l'offerta delle strutture private. In questa situazione è essenziale un'adeguata informazione su tali opportunità, sia per far conoscere la loro esistenza, sia per una valutazione di quelle migliori; questo servizio può essere offerto dalle Università attraverso le seguenti attività:

Strutture e considerazioni conclusive

Le attività indicate nei punti precedenti, in quanto parte del complessivo impegno dell'Ateneo in materia di orientamento, devono essere ideate, progettate e realizzate dalle Commissioni Orientamento o da servizi che sono espressione delle strutture didattiche o di Ateneo.
Le funzioni e le modalità di composizione di tali organi sono state indicate nei precedenti documenti su tale tematica elaborati nell'ambito della Conferenza dei Rettori e riportati nei capitoli precedenti.

Considerazioni conclusive

In conclusione si vuole riaffermare l'importanza di attività di orientamento e di diffusione di informazioni anche alla fine degli studi universitari per facilitare il passaggio al mondo del lavoro. Tali attività devono essere fondate su un'adeguata conoscenza degli ambienti di lavoro, che può essere ottenuta solo attraverso maggiori rapporti delle università con le imprese, gli enti e le istituzioni che possono accogliere i nuovi diplomati e laureati. Questi rapporti non condizionano l'Università nel suo ruolo di soggetto autonomo di ricerca scientifica e di creazione di cultura; anzi possono, per gli atenei più disponibili e capaci, costituire una possibilità d'influire sulla cultura diffusa negli ambienti di lavoro e sulla riflessione che ha per oggetto i modelli d'organizzazione, la qualità della vita di lavoro ed il ruolo sociale o la deontologia dei professionisti.
Dall'altra parte tali rapporti garantiscono un contributo fondamentale per la qualificazione della funzione formativa degli atenei, in quanto implicano una revisione costante e mirata delle metodologie e dei contenuti della didattica universitaria.
Proposta di articolato per un regolamento-quadro per il tutorato

L'articolato presentato in queste pagine nasce dall'attività del gruppo di lavoro dei delegati rettorali per le attività di tutorato ed orientamento.
Essa si propone di fornire alle università che ancora non lo abbiano predisposto uno schema di riferimento per definire, nella loro autonomia, il regolamento di Ateneo sul tutorato previsto dalla L. 341/90.
Le indicazioni sui contenuti e sulle modalità organizzative sono volutamente di carattere generale, per lasciare agli atenei ed ai successivi regolamenti predisposti dalle strutture didattiche la possibilità di prevedere eventuali modifiche e le ulteriori specificazioni sulla base della situazione e delle necessità locali.
Un maggiore dettaglio su obiettivi, strutture e contenuti dell'attività di tutorato si può trovare nel cap. 2 del presente documento.

1) Istituzione del tutorato

Nell'Università degli Studi di .................... è istituito il servizio di tutorato, che di concerto con i servizi di orientamento ha il fine di orientare ed assistere gli studenti, di renderli attivamente partecipi del processo formativo, di rimuovere gli ostacoli ad una proficua frequenza universitaria.
2) Attribuzioni istituzionali
L'attività di tutorato rientra tra i compiti istituzionali dei professori e dei ricercatori come parte integrante dell'impegno didattico previsto dalla normativa vigente.
Dall'attività di tutorato sono (o possono essere) esonerati: .......................
3) Collaborazione istituzionale
I servizi di tutorato collaborano con gli organismi di sostegno al diritto allo studio e con le rappresentanze degli studenti, concorrendo alle complessive esigenze di formazione culturale degli studenti e alla loro compiuta partecipazione alle attività universitarie.
4) Organizzazione generale del tutorato
Dell'organizzazione e del funzionamento del tutorato sono responsabili le singole strutture didattiche, che ne disciplinano l'attuazione con proprio regolamento in conformità con il regolamento quadro sul tutorato e determinano:
- le diverse offerte didattiche da attivare
- la ripartizione annuale dei compiti di tutorato nell'ambito della programmazione didattica.
Presso ciascuna struttura didattica (1) viene istituita una Commissione per il tutorato, composta da .................. (professori, ricercatori, responsabili dei servizi amministrativi, rappresentanze studentesche ...) con il compito di coordinare il complesso dell'attività e verificarne l'attuazione.


(1) L'individuazione del livello della struttura (Facoltà, Corso di Laurea, ecc.) andrà fatta a livello di singolo Ateneo.
5) Coordinamento di Ateneo
E' istituita la Commissione centrale di Ateneo, che assume funzione di coordinamento e supporto alle attività tutoriali. Nella Commissione entra a far parte un rappresentante per ogni Commissione delle strutture didattiche oltre a (.........). La Commissione opera in collegamento con la Commissione orientamento, laddove istituita.
6) Contenuti del tutorato
Fatti salvi i compiti istituzionali dei singoli docenti i contenuti dell'attività di tutorato sono i seguenti:
a) informazione generale sull'organizzazione logistica, burocratica, amministrativa dell'Università e sugli strumenti del diritto allo studio;
b) informazione e assistenza utili per la formazione: quali sono le opportunità esistenti di carattere culturale (attività culturali e facilitazioni per gli studenti), ricreativo, sportivo, didattico (biblioteche, archivi), formativo (borse di studio anche per l'estero);
c) informazione di carattere più qualitativo sul corso di laurea e di diploma, per conoscerne i principali contenuti, gli obiettivi formativi, le competenze di base necessarie per frequentare gli insegnamenti, i metodi di studio.
d) assistenza alla elaborazione del piano di studio, per approfondire i criteri di scelta e le modalità di predisposizione del curriculum universitario;
e) assistenza alla proficua frequenza dei corsi, anche per recuperare condizioni diseguali di partenza, e guida allo studio, aiutando anche a sviluppare un metodo idoneo;
f) assistenza alla scelta della tesi di laurea, per valorizzare le competenze, le attitudini e gli interessi dello studente.
7) Strumenti e modalità organizzative specifiche
Sulla base dei Regolamenti predisposti, delle esigenze prospettate, delle strutture disponibili, delle caratteristiche e dell'affollamento del corso di laurea, delle informazioni da rilevare sulle caratteristiche e sulle esigenze degli studenti, la struttura didattica programma e definisce le modalità organizzative dei servizi offerti. (1)
Tra questi rientrano:
(1) Le possibili attività di seguito elencate sono da programmare a livello di struttura didattica. A livello di Ateneo appare invece utile la costituzione di un "Centro Polifunzionale di Servizi e di informazione". Tale Centro ha lo scopo sia di preparare materiali informativi sull'Università (Guide, Audiovisivi, Software interattivi), sia di offrire informazione e consulenza diretta agli studenti tramite un servizio di sportello riguardo ai diversi aspetti della vita universitaria; presso il Centro potrebbero essere utilizzati, oltre al personale amministrativo, anche studenti a partire dal terzo anno di iscrizione e in corso regolare di studi (utilizzando le borse per il part-time). Ovviamente gli Atenei che fossero già dotati di tale Centro o che intendano attivarlo dovranno farne menzione nel Regolamento.
Allegati

La presente pubblicazione è frutto del lavoro della Commissione dei Delegati all'Orientamento ed al Tutorato delle Università della Conferenza dei Rettori, coordinata dal Prof. Andrea Messeri dell'Università degli Studi di Siena e dal Dott. Giorgio Allulli della CRUI.
Le pubblicazioni sono disponibili presso la Conferenza dei Rettori, Via Salaria n. 113, 00198 Roma (Tel. 06/84.12.162-84.12.018) che, a richiesta, invierà copia del volume con il solo rimborso delle spese di spedizione.

La CRUI desidera ringraziare, oltre i coordinatori, i delegati delle Università che hanno collaborato:

    • Università degli Studi di Ancona
    • Università degli Studi di Bari
    • Politecnico di Bari
    • Università degli Studi di Bergamo
    • Università degli Studi di Bologna
    • Università degli Studi di Brescia
    • Università degli Studi di Cagliari
    • Università degli Studi di Camerino
    • Università degli Studi di Cassino
    • Università degli Studi di Chieti
    • Università degli Studi della Calabria
    • Università degli Studi di Ferrara
    • Università degli Studi di Firenze
    • Università degli Studi di Genova
    • Università degli Studi de L'Aquila
    • Università degli Studi di Lecce
    • Università degli Studi di Macerara
    • Università degli Studi di Messina
    • Università degli Studi di Milano
    • Univ. Catt. del Sacro Cuore di Milano
    • Politecnico di Milano
    • Università degli Studi di Modena
    • Isti. Univ. "S. Orsola Benincasa" Napoli
    • Istituto Universitario Navale di Napoli
    • Istituto Universitario Orientale di Napoli
    • Università degli Studi di Padova
    • Università degli Studi di Palermo
    • Università degli Studi di Parma
    • Università degli Studi di Pavia
    • Università degli Studi di Perugia
    • Università degli Studi di Pisa
    • Isit. Sup. di Studi Universitari S. Anna di Pisa
    • Università degli Studi della Basilicata
    • Università degli Studi di Reggio Calabria
    • Univ. degli Studi di Roma "La Sapienza"
    • Lib. Univ. "Maria SS. Assunta" di Roma
    • Università degli Studi di Salerno
    • Università degli Studi di Sassari
    • Università degli Studi di Siena
    • Università per stranieri di Siena
    • Università degli Studi di Torino
    • Politecnico di Torino
    • Università degli Studi di Trieste
    • Università degli Studi di Udine
    • Università degli Studi di Trieste
    • Università degli Studi di Udine
    • Università degli Studi di Urbino
    • Università degli Studi di Venezia
    • Istituto Universitario Architettura di Venezia
    • Università degli Studi di Viterbo
    • III Università degli Studi di Roma
    • Università degli Studi di Teramo