Nel corso dei lavori la Commissione, dopo aver condotto un'indagine
sulle attività di orientamento e informazione svolte nelle Università
italiane, ha prodotto tre documenti (uno sulla scelta degli studi
universitari e sull'accesso alle facoltà, un secondo sul tutorato ed
un terzo sull'orientamento alla professione), che sono riportati di
seguito. Tali documenti rispecchiano le convinzioni e le esperienze
dei Delegati e sono frutto di un loro lavoro comune, coordinato dal
dott. Giorgio Allulli (Conferenza dei Rettori) e dal Prof. Andrea
Messeri (Università di Siena), i quali ne
hanno curato la redazione con la collaborazione più stretta di alcuni
delegati rettorali; i documenti sono stati ufficialmente approvati
dalla CRUI e costituiscono linee programmatiche di indirizzo per le
Università.
E' apparso opportuno presentare i tre documenti distinti, nella
formulazione approvata dai Rettori, sia per rispettare le fasi del
lavoro della Commissione, sia per sottolineare le tappe principali
del processo di orientamento. I tre documenti hanno, tuttavia,
un'ispirazione comune che deriva da alcuni princìpi; esporli
sinteticamente può servire a leggere unitariamente i prodotti del
lavoro della Commissione.
Il primo principio consiste nel riconoscimento della centralità
della condizione degli studenti, in particolare nell'attuale fase di
transizione in cui si trova tutto il sistema dell'istruzione
superiore; le Università dovrebbero, oltre a trasmettere sapere
specialistico, garantire il più possibile lo sviluppo delle capacità
necessarie per un'attiva partecipazione agli studi universitari
ponendo particolare attenzione al processo globale di maturazione
dello studente. Per questo motivo, le attività didattiche devono
essere parte integrante di un più ampio processo di formazione che
mira a potenziare nei giovani capacità per conoscere se stessi e
l'ambiente in cui vivono o lavorano, per comunicare con modalità
nuove, per partecipare attivamente in situazioni complesse e per
produrre innovazione. Ciò vale per l'Università e per la scuola
superiore di secondo grado che devono essere, quindi, fortemente
collegate per garantire la continuità e la globalità del processo
educativo.
Dall'ultima considerazione nasce il secondo principio, che
consiste nella necessità di un coordinamento sistematico fra le
diverse istituzioni che in una determinata area territoriale hanno il
compito di presiedere ai processi formativi: non solo, quindi, scuole
e università, ma anche enti locali (in particolare le Regioni),
agenzie private e soggetti economici.
In vista del ruolo che l'Università deve svolgere in questo
campo, è molto importante, infine, che ciascun Ateneo riesca a
produrre conoscenze sulle caratteristiche degli studenti e sulle
proprie attività istituzionali, per offrire ai propri interlocutori
interni ed esterni l'informazione di cui hanno necessità per
sviluppare un proficuo rapporto con l'istituzione universitaria.
In riferimento a questi princìpi il lavoro della Commissione ha
mirato ad individuare, valutando le esperienze più significative di
alcune Università, possibili modalità concrete per la creazione di
strutture, per la realizzazione di attività di orientamento
universitario e per lo svolgimento di funzioni di tutorato; per
queste ultime è stato anche predisposto un modello generale di
regolamento. Esistono, quindi, nel momento attuale, indicazioni
operative che è possibile adottare nelle situazioni specifiche,
tenendo ovviamente conto delle particolarità di ogni sistema locale
di istruzione superiore.
L'orientamento alla scelta universitaria
In un periodo in cui l'Università italiana e le attività
professionali di ogni tipo sono sottoposte a mutamenti profondi e
continui, la scelta del ruolo lavorativo e del percorso formativo ha
di fronte maggiori possibilità ma è resa d'altra parte più
problematica per il difficile rapporto fra qualificazione
professionale ed occupazione. Inoltre la scelta è resa ancora più
difficile dall'articolazione del sistema d'istruzione superiore. In
questa situazione sono necessarie attività istituzionali di
orientamento, concepito come un continuo processo formativo che ha
come obiettivo la creazione o il potenziamento nei giovani di
capacità per auto-orientarsi e per partecipare attivamente negli
ambienti di studio e di lavoro che essi scelgono. Carenze in questo
processo contribuiscono ad aumentare gli abbandoni degli studi e le
difficoltà d'inserimento nelle facoltà e nei luoghi di lavoro.
L'orientamento e forme corrette di diffusione delle informazioni
possono influire sulla scelta degli studi, dopo la Scuola media
obbligatoria, e sulle scelte del lavoro e sulla formazione
dell'identità individuale, per una migliore partecipazione attiva nei
vari ambienti e per un radicamento culturale nei giovani dei valori
che sono a fondamento di un autentica esperienza di qualificazione
professionale e di ricerca scientifica.
I soggetti istituzionali che devono avere di fatto una funzione
rilevante nell'orientamento concepito come processo formativo sono
soprattutto la Scuola e l'Università. I tradizionali obiettivi di
addestramento e di istruzione di base o superiore non sono più
raggiungibili se i giovani non posseggono alcune capacità che li
rendano in grado di conoscere se stessi e l'ambiente in cui vivono,
di progettare in modo flessibile di proprio futuro, di produrre e
fronteggiare le innovazioni, di organizzare la propria attività in
una situazione complessa, di comunicare nella società contemporanea e
di acquisire continuamente nuove conoscenze. Queste capacità, utili
per auto-orientarsi, sono funzionali anche all'apprendimento e sono
valutate positivamente nei luoghi di lavoro. Devono essere sviluppate
attraverso le modalità e le occasioni di apprendimento dei contenuti
disciplinari nelle scuole e nelle università.
Attualmente, nelle università le motivazioni e gli atteggiamenti
corrispondenti alle diverse figure professionali o gli elementi della
deontologia non sono indotti soltanto dalla specializzazione tecnica,
né sono recepiti in configurazioni consolidate attraverso le
attività didattiche. Deve avvenire allora una migliore
identificazione culturale degli studenti con l'ambiente accademico,
con un minore senso di estraneità nei confronti di un'esperienza che
dura diversi anni importanti nella vita di un giovane (da 19 a 25-26,
nella media) e con un impegno anche critico, ma non esclusivamente
strumentale. Il significato degli studi universitari, in una
dimensione più profonda di maturazione e di formazione della persona,
deve essere ben chiaro ai giovani anche nell'evoluzione verso
un'Università di massa, con la diversificazione dell'offerta di
percorsi formativi, l'aumento dei servizi per l'insegnamento a
distanza e la realizzazione dell'autonomia, che dovrebbe implicare
una più ampia programmazione delle strutture didattiche e del numero
degli studenti.
L'orientamento intra-universitario serve quindi non soltanto a
facilitare la partecipazione degli studenti, ma soprattutto a
svolgere quell'azione di "formazione culturale" che è prevista
dagli Ordinamenti Didattici (art. 11).
Infine, l'orientamento professionale è molto rilevante alla fine
dei percorsi formativi per coloro che scelgono di non proseguire gli
studi e per i laureati: non può esaurirsi nella diffusione di
informazioni sul mercato del lavoro, che peraltro talvolta non sono
attendibili o utilizzabili dal singolo individuo, ma deve far
conoscere le caratteristiche delle figure professionali e degli
ambienti di lavoro per favorire la scelta dei giovani ed un loro
eventuale inserimento.
L'orientamento professionale nelle università deve implicare un
collegamento qualificato con le imprese e con le istituzioni. Tale
collegamento può favorire l'occupazione dei laureati ma soprattutto
influenza positivamente la scelta delle attività didattiche e della
ricerca; può far svolgere un ruolo attivo alle Università nella
determinazione delle caratteristiche e delle condizioni dello
sviluppo. Le due posizioni, talvolta diffuse, quella che propone un
ruolo delle Università totalmente funzionale alla soddisfazione dei
bisogni del sistema economico, oppure l'altra che nega ogni rapporto
in base all'assoluta autonomia della ricerca e della didattica
appaiono entrambe ideologicamente condizionate e per di più
irrealizzabili.
Queste concezioni dell'orientamento sono ormai abbastanza
diffuse in Italia, hanno avuto molteplici formulazioni teoriche ed
hanno ispirato alcune normative. Sono, invece, molto meno presenti
attività efficaci e durature di orientamento o di diffusione di
informazioni e risultano del tutto assenti modalità e configurazioni
organizzative che rendano l'orientamento un'attività sistematica ed
istituzionale.
Si deve notare, inoltre, la grave carenza di scambio di
informazioni e di coordinamento; essa genera spesso uno spreco di
risorse, per la moltiplicazione di strumenti simili (quando esistono
delle iniziative); inoltre, coloro che s'impegnano ricominciano quasi
sempre dall'inizio un processo simile, senza conoscere le esperienze
di chi lo ha già realizzato.
Infine la realtà forse più grave è la mancanza di collegamento
fra Università, Scuola ed Enti che hanno una competenza istituzionale
relativa all'orientamento ed alla diffusione delle informazioni, o
svolgono di fatto attività di questo tipo.
Le attività di orientamento e di diffusione delle informazioni realizzate nelle università italiane
Nelle università italiane la diffusione delle informazioni
avviene prevalentemente attraverso testi scritti (guide o notiziari
per gli studenti). Le attività di orientamento in collaborazione con
le scuole avvengono di solito attraverso conferenze di docenti
universitari che illustrano le facoltà. Molto scarse sono le
strutture per l'orientamento nelle Facoltà ed a livello centrale del
Rettorato; non sono diffuse modalità stabili di incontro e di
collaborazione tra scuole, università ed altre istituzioni.
Mancano quindi la progettazione e la diffusione di sistemi
territoriali di orientamento e di diffusione delle informazioni, come
frutto non di rigide costruzioni istituzionali, ma dell'interazione
di molteplici soggetti con competenze diverse. Questi soggetti non
sembrano essere chiaramente orientati alla soddisfazione dei bisogni
dei giovani, sulla base delle condivisione dell'importanza del
principio della specializzazione e del coordinamento delle attività
di un'area territoriale o in un bacino di utenza di una
università.
Molti ostacoli si oppongono alla realizzazione di tali sistemi e
sono emersi chiaramente nella riflessione condotta all'interno del
Coordinamento dei Delegati. Solo alcuni sono di natura strutturale
(carenza di fondi e di personale, vincoli normativi, mancanza di
strumenti, ecc.), anche se appaiono i più rilevanti. Devono essere,
tuttavia, considerati molto importanti anche quegli ostacoli che
derivano dalla limitata conoscenza della problematica
dell'orientamento, dalla non adeguata preparazione dei docenti e del
personale e dalla carenza di motivazioni derivanti dalla persistenza
di un'immagine dell'Università e della Pubblica Amministrazione che
non comprende un impegno nell'orientamento, né servizi più flessibili
ed orientati al risultato.
Per questi motivi risulta estremamente necessario che il MURST
ed il MPI s'impegnino nei confronti dell'orientamento, assumendo una
strategia generale che prevede interventi coordinati miranti a creare
condizioni strutturali ed organizzative per le attività di
orientamento analogamente a quanto avviene nei sistema d'istruzione
superiore di altri Paesi europei e nord-americani. Deve essere,
inoltre, particolarmente curata la formazione di nuove competenze che
devono essere possedute dal personale docente e da quello
amministrativo, senza creare necessariamente solo figure
specializzate.
La conoscenza delle strutture per l'orientamento attualmente
esistenti e delle attività effettivamente svolte ricavata
dall'indagine svolta dalla CRUI è risultata molto importante non solo
per valutare la situazione di partenza e le condizioni generali di
una realtà che deve essere modificata. E' stato possibile individuare
esperienze innovative che possono essere utili come modelli. Per
questo motivo il Coordinamento dei Delegati propone di realizzare una
raccolta di materiali e di testimonianze prodotte in relazione alle
esperienze più significative, nella prospettiva della creazione di un
Centro di Documentazione delle attività di orientamento. La
strutturazione progressiva ed il consolidamento della raccolta di
documenti permetterà di mettere a disposizione strumenti ed
esperienze per valutare la diffusione ed il grado d'innovazione delle
attività di orientamento e per avviare nuove iniziative.
Questa attività di acquisizione di informazioni deve inserirsi
in un più ampio processo di auto-conoscenza da parte delle università
e di tutta la Pubblica Amministrazione, mirante a fornire fondamenti
più certi per la progettazione istituzionale e per la verifica delle
attività. E' un processo essenziale, se lo sviluppo dell'autonomia
universitaria deve produrre un aumento della qualità della ricerca e
delle attività didattiche; infatti tale sviluppo deve essere unito ad
una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti gli addetti
rispetto alla progettazione locale di strutture e di fronte ai
risultati delle scelte fatte.
In questa prospettiva si deve tener conto dell'estrema
differenziazione delle situazioni delle Università. La varietà delle
realtà diversificate risulta positiva solo se esse sono comparabili
in un quadro generale che permette il confronto ed il trasferimento
di modelli o di esperienze fra situazioni simili.
Università e scuole nel processo di orientamento: strutture e principi organizzativi
E' ferma convinzione dei Delegati all'orientamento che sia
necessario un organico e continuo rapporto tra Università e Scuola,
per garantire la continuità del processo formativo.
Per questo motivo i docenti universitari e gli insegnanti delle
scuole medie superiori devono collaborare per una qualificazione dei
percorsi didattici; devono inoltre contribuire all'acquisizione da
parte dei giovani di una visione adeguata dell'ambiente universitario
o dell'ambiente di lavoro e del tipo di competenze che sono ritenute
necessarie in entrambi.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario che siano create
strutture adeguate e nuovi modelli organizzativi e che siano formate
ed impiegate persone con competenze qualificate relative
all'orientamento ed alla creazione o alla diffusione delle
informazioni.
Le strutture e le attività in un'azione collettiva intenzionale
e progettata all'interno di una organizzazione complessa sono
ovviamente due dimensioni di un'unica realtà e quindi devono essere
tenute presenti contemporaneamente nel momento in cui viene avviata
la creazione di un sistema di orientamento.
Tuttavia è apparso utile distinguerle analiticamente, non solo
per chiarezza di esposizione, ma soprattutto perchè, nel caso
dell'orientamento, la creazione di strutture organizzate, per essere
funzionale allo svolgimento di attività efficaci, richiede un impegno
particolare nella chiarificazione di princìpi specifici non molto
diffusi nella P.A., ed anzi considerati abitualmente troppo
eterogenei al funzionamento normale dei servizi.
Il primo di questi princìpi consiste nell'affermazione della
necessità di adottare una sequenza che comprende progettazione -
sperimentazione - verifica - istituzionalizzazione dell'attività.
Abbiamo già visto come la progettazione deve essere collegata ad
una conoscenza di realtà e di esperienze diverse, anche se non
rigidamente condizionata da queste. Inoltre la sperimentazione non
deve essere concepita come l'applicazione di un modello
precostituito, ma come un'ulteriore occasione di ideazione di
elementi nuovi. Da ciò deriva il carattere di flessibilità dei
servizi e delle attività, con degli spazi di autonomia anche per i
dipendenti amministrativi ed una crescita di responsabilità per tutti
coloro che sono impegnati nelle attività.
La verifica non può essere "indiretta" e differita nel tempo,
come avviene abitualmente per i processi educativi. Devono essere
individuati meccanismi di controllo dell'efficacia delle attività di
orientamento nei termini delle variazioni positive di realtà quali: i
trasferimenti, il numero degli abbandoni, il numero dei laureati, i
tempi del loro inserimento in una occupazione ed il grado di
soddisfazione nella partecipazione agli studi universitari.
Inoltre il processo di istituzionalizzazione non può
corrispondere all'assunzione delle strutture e delle attività di
orientamento in un sistema universitario come è organizzato
attualmente; esse devono essere componenti e punti cruciali di quella
generale modificazione organizzativa che dovrebbe risultare dalla
realizzazione dell'autonomia. Quindi, il carattere innovativo delle
strutture per l'orientamento deve risultare dal fatto che non possono
essere regolate esclusivamente in base ala normativa generale
esistente.
In corrispondenza le modalità di gestione dei servizi e di
realizzazione delle attività devono fondarsi su un consenso
generalizzato riguardo ad alcuni valori relativi alla funzione
dell'istruzione superiore, all'impegno nella formazione dei giovani,
alla rilevanza dell'orientamento.
Questa sostanziale integrazione è una condizione essenziale per
realizzare un processo unitario di orientamento.
Sulla base di questi princìpi i Delegati all'orientamento
universitario, attraverso una riflessione basata sulle esperienze
fatte fino ad ora nelle diverse università italiane, propongono i
seguenti elementi o modelli che possono contribuire a creare
strutture e sistemi di orientamento, nel rispetto dell'autonomia
delle singole sedi universitarie:
a)
le strutture delle facoltà
: i soggetti principali
dell'orientamento universitario all'interno del sistema
d'istruzione superiore sono le Facoltà ed i Corsi di laurea; hanno
infatti la responsabilità dell'efficacia delle attività didattiche
e della formazione culturale degli studenti. Inoltre possono
fornire direttive e risorse per qualificare l'insegnamento in
prospettiva orientativa. Hanno quindi una piena autonomia nella
progettazione, nella realizzazione e nell'istituzionalizzazione
delle attività. E' opportuno creare nelle facoltà un servizio di
orientamento, realizzato da docenti che si occupano di attività di
orientamento pre-intra e post-universitario. Tale servizio dovrebbe
essere coordinato da una Commissione Orientamento, nominata
eventualmente dal Consiglio di facoltà e composta da un
responsabile per ogni corso di laurea, o da più docenti dove esiste
un solo corso di laurea, con la partecipazione di alcuni senior
students scelti sulla base del buon rendimento negli studi e di una
motivata disponibilità. Nelle facoltà di grandi dimensioni deve
essere prevista una struttura di personale amministrativo; negli
altri casi un supporto necessario può essere fornito dalla
segreteria della Presidenza o dalle segreterie dei Dipartimenti e/o
degli Istituti. La Commissione Orientamento di Facoltà deve
collegarsi con altre simili, e particolarmente con quella per il
coordinamento didattico (dove esiste). In relazione
all'orientamento pre-universitario ed ai rapporti con le scuole, la
Commissione deve richiedere e coordinare l'impegno dei docenti
presenti nella facoltà, curare la produzione d'informazioni e di
conoscenze sulla facoltà e favorire l'interazione con le altre
facoltà, con le scuole e con altre situazioni.
b)
Le strutture centrali presso il Rettorato
: le
attività delle singole Facoltà devono essere coordinate, poiché
molto spesso le richieste di informazioni e di sostegno qualificato
alle attività didattiche dalle scuole sono rivolte a gruppi di
corsi di laurea di facoltà diverse. Inoltre devono essere forniti
servizi comuni che possono essere gestiti solo da strutture
centrali presso il Rettorato. Per questo motivo il Delegato alle
attività di orientamento, che ormai è stato designato in quasi
tutte le università, deve essere affiancato da una Commissione
Orientamento composta da un rappresentante per ogni Corso di
laurea. Nelle grandi università è necessario che la Commissione sia
composta da un rappresentante per ogni Facoltà, per evitare un
numero eccessivo di partecipanti; in questo caso aumentano le
funzioni di coordinamento e d'indirizzo e diminuiscono quelle di
programmazione specifica delle attività. Questa Commissione deve
essere formalmente costituita dal Senato Accademico (con
un'eventuale approvazione da parte del Consiglio di
Amministrazione) e deve comprendere anche rappresentanti degli
studenti (possono essere gli studenti eletti nel Consiglio di
Amministrazione o nel Senato Accademico Integrato).
I compiti della Commissione sono:
1) la progettazione delle attività generali di orientamento e di
diffusione delle informazioni in collaborazione con le scuole medie superiori o con altre istituzioni;
2) il coordinamento delle attività realizzate dalle singole
facoltà;
3) la produzione di informazioni;
4) l'acquisizione o la produzione di strumenti per l'orientamento
(video, software di auto-orientamento, bibliografie specializzate,
testi da suggerire agli studenti);
5) la verifica delle attività o delle iniziative realizzate;
6) la proposta di innovazioni nella normativa riguardante l'accesso
all'università e la frequenza
degli studi, per ciò che è di
competenza delle singole università.
Inoltre è fortemente auspicabile la creazione, a livello
centrale, di un Ufficio (o Sezione, o Ripartizione, o Servizio) per
le attività di orientamento, cioè una struttura specifica con
personale amministrativo in possesso di competenze specialistiche per
quanto riguarda il rapporto con le scuole medie superiori e con Enti
che hanno l'orientamento come competenza istituzionale.
Un'altra struttura collegata con la precedente o parte della
stessa unità, specialmente in università di piccole dimensioni, è
costituita dal Centro Informazioni. Questo centro deve curare la
raccolta di dati sulle caratteristiche dei corsi di laurea e di
conoscenze sul funzionamento dell'università. Deve soprattutto
trasformare questi dati (normative, frequenze, tabelle statistiche,
ecc.) in informazioni utilizzabili da parte dei giovani e in
strumenti dei processi di orientamento. Infine, deve diffondere
queste informazioni direttamente agli studenti tramite opportuni
"sportelli" o fornendoli ad altre istituzioni, come le scuole o gli
Enti locali.
L'attività di questo Centro informazioni è particolarmente
rilevante per gli studenti che non risiedono nella provincia o nella
regione sede dell'Università e quindi non possono partecipare alle
attività di orientamento che questa realizza assieme alle scuole. Per
tali studenti è necessario creare strumenti informativi molto
efficaci, utilizzabili nelle scuole da cui provengono o
individualmente prima della scelta; inoltre è necessario realizzare
iniziative che permettano una prima verifica della validità della
scelta prima dell'inizio degli studi universitari ed un positivo
inserimento nel nuovo ambiente.
I Delegati sono bene coscienti delle difficoltà attuali che
possono ostacolare la creazione ed il funzionamento delle strutture
proposte. Per cominciare a superare gli ostacoli più rilevanti (la
non disponibilità dei docenti, la carenza di personale e la mancanza
di fondi) si propone la realizzazione graduale di alcune iniziative,
il cui ampliamento successivo sia fondato sulla verifica positiva
della loro efficacia. Tre passi iniziali possono essere i
seguenti:
1) l'organizzazione di dibattiti e di riflessioni comuni con i
docenti all'interno delle singole facoltà, usando occasioni
ufficiali come i Consigli di Facoltà ed i Consigli di Corso di
laurea; dovrebbero emergere la rilevanza del tema dell'orientamento
e l'impegno che esso richiede in base alle leggi vigenti per una
piena realizzazione del ruolo docente;
2) la realizzazione di forme particolari di aggiornamento del
personale specificamente dedicato alle attività di orientamento,
con l'obiettivo di favorire l'acquisizione di nuove conoscenze ed
una sua partecipazione più attiva nella progettazione di servizi e
di attività possibili;
3) la creazione di una voce di bilancio riguardante in modo
specifico le attività di orientamento. E' utile, in questa
prospettiva, effettuare una rilevazione delle eventuali spese che
riguardano attualmente attività di orientamento, in modo da poterle
accorpare.
c)
Le strutture di orientamento nelle Scuole
: in
corrispondenza a quelle indicate per le facoltà o per il Rettorato,
sarebbe opportuno che venissero istituite all'interno delle singole
scuole figure e strutture dedicate in modo particolare
all'orientamento professionale ed universitario. Nelle località in
cui i rapporti fra università e scuole funzionano nel modo migliore
e le attività di orientamento sono abbastanza efficaci, nelle
scuole sono presenti attualmente le seguenti figure e strutture:
1) i Collegi dei docenti (o il Preside) hanno designato un
Referente per le attività di orientamento, che non ha l'esonero
totale dall'insegnamento. Attraverso l'uso di alcune opportunità o
incentivi (il semi-esonero, le ore a disposizione, la retribuzione
di ore aggiuntive, ecc.), il Referente stimola e coordina le
attività di una scuola e soprattutto garantisce i collegamenti con
istituzioni esterne, tra le quali l'Università;
2) il Collegio dei docenti all'inizio dell'anno scolastico approva
un progetto di orientamento che riguarda la sperimentazione
didattica con valenze orientative, attività specifiche di
orientamento ed i rapporti con altre istituzioni. Da questo
progetto derivano impegni per i singoli docenti della Scuola e
richieste di sostegno o di collaborazione all'università;
3) in alcune scuole è stato designato un responsabile per la
raccolta di informazioni generali sulle università più vicine, sul
mercato del lavoro e sulle professioni, e soprattutto le
indicazioni sulle modalità per acquisire conoscenze più
approfondite sulle stesse realtà.
Università e scuole nel processo di orientamento: le attività possibili
Le strutture presentate finora sono state prese in
considerazione per le possibili attività di orientamento che
riguardano la creazione, durante il periodo scolastico, di capacità
dei giovani per auto-orientarsi, per realizzare una scelta matura ed
efficace e per partecipare adeguatamente all'ambiente di studio o di
lavoro scelto. Queste attività vedono impegnata prima di tutto la
scuola, mentre le attività relative all'accesso all'istruzione
superiore ed alle professioni qualificate richiedono anche un impegno
forte dell'Università; tuttavia nella prospettiva della più ampia
collaborazione nella diffusione delle informazioni e per la
continuità dei processi formativi di orientamento i Delegati hanno
formulato alcune considerazioni generali ed hanno raccolto modelli di
attività che nelle varie sedi sono apparsi più efficaci.
Le attività devono essere incrementate e realizzate in base a
princìpi nuovi; quelle attualmente esistenti sono affidate spesso
alla buona volontà o alle "doti naturali" di alcuni insegnanti.
Nella Scuola, come all'Università, esiste inoltre una convinzione
diffusa che le attività di orientamento siano aggiuntive e non
rientrino fra i doveri degli insegnanti; mentre per superare le
difficoltà che oggi esistono nella formazione di un'identità
derivante dal mutamento sociale e culturale, s'impone alla Scuola di
garantire la formazione delle capacità funzionali
all'apprendimento.
Ciò crea degli ostacoli alla Scuola, per la carenza di strumenti
e per la necessità d'integrare con competenze nuove la preparazione
degli insegnanti. Tuttavia, in base alle esperienze conosciute,
appare possibile e ampiamente auspicabile l'avvio della
sperimentazione di molteplici attività nelle Scuole e la loro
progressiva istituzionalizzazione. Nello stesso tempo è
indispensabile una riflessione che definisca obiettivi da raggiungere
e strumenti da utilizzare.
Nella realizzazione di attività di orientamento sembra opportuno
che le scuole abbiano un'ampia autonomia in base alla quale sia
possibile una variabilità di configurazioni organizzative locali e di
attività; tuttavia risulta necessario un impegno degli organi
centrali del MPI per promuovere sperimentazioni significative, per
sostenere le attività dei Provveditorati e per coordinare le varie
esperienze.
Le attività di orientamento che possono essere realizzate dalle
scuole sono suddivisibili nei seguenti gruppi:
a)
attività didattiche
: è auspicabile
l'individuazione e la realizzazione di una dimensione orientativa
dell'insegnamento disciplinare; cioè, nel momento stesso in cui
viene favorito l'apprendimento dei contenuti curriculari
l'obiettivo delle attività didattiche diventa anche la creazione o
il potenziamento delle capacità utili ai giovani per auto-
orientarsi. In questo modo il percorso degli studi nella Scuola
media superiore favorisce la scelta e la progettazione flessibile
del futuro. E' difficile suggerire metodologie e strumenti per
raggiungere questi obiettivi; molte sono già a disposizione dei
docenti, spesso gli argomenti delle materie possono suscitare una
discussione in classe che favorisce una maturazione e la scoperta
degli interessi; in altri casi l'organizzazione autonoma delle
modalità di studio da parte dei giovani o l'incrocio fra argomenti
di materie diverse possono stimolare atteggiamenti diversi da
quelli di adattamento passivo e di indifferenza che sono abbastanza
diffusi. Le occasioni di valutazione sono molto importanti per
suscitare un'auto-conoscenza delle proprie caratteristiche. Questo
tipo di attività ha un'importanza fondamentale e richiede un
notevole impegno per l'ideazione di soluzioni innovative o per
rendere alcune attività già esistenti funzionali anche agli
obiettivi dell'orientamento; non può pertanto essere solo
responsabilità del singolo docente, ma frutto di un'elaborazione e
di una programmazione collegiale.
b)
Attività parallele a quelle didattiche
: accanto a
quelle strettamente didattiche possono essere realizzate attività
che mirano ad una migliore conoscenza delle motivazioni, degli
interessi e delle aspettative dei giovani; gli insegnanti, anche
con l'aiuto delle università, possono predisporre agili strumenti
di rilevazione ed usare i risultati aggregati come oggetto di
riflessione con gli studenti.
c)
Attività d'informazione
: dovrebbe essere un
impegno delle scuole fornire informazioni sulle caratteristiche
della realtà sociale ed economica nella quale i giovani aspirano a
trovare un lavoro. La diffusione delle informazioni risulta essere
attualmente uno degli aspetti nello stesso tempo più rilevanti e
più critici delle attività di orientamento. Infatti di fronte al
notevole sviluppo dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie per
creare strumenti informativi multimediali non corrisponde una
capacità analoga di aggiornare, presentare e diffondere
l'informazione necessaria per comprendere i veloci mutamenti della
realtà; inoltre i giovani, pur avendo motivazioni adeguate per
cercare le informazioni necessarie, non sempre hanno le capacità di
usarle. La Scuola può realizzare alcune iniziative anche per
ovviare a queste carenze, raccogliendo informazioni utili e
mettendole a disposizione in formulazioni comprensibili ed
utilizzabili, ma soprattutto suscitando atteggiamenti diversi verso
l'acquisizione di informazioni pubbliche come strumenti di
partecipazione e di scelta.
d)
Attività con istituzioni esterne alla Scuola
:
queste attività dovrebbero mirare ad una conoscenza diretta da
parte dei giovani degli ambienti che dovranno scegliere dopo il
periodo scolastico. Per quanto riguarda l'orientamento
universitario attività possibili sono le seguenti:
presentazione delle facoltà da parte di un docente universitario
che tiene una conferenza nella scuola;
tavole rotonde di docenti di varie facoltà rivolte agli studenti
dei primi anni delle scuole medie superiori che hanno uno sbocco
naturale negli studi universitari; in questo modo viene presentato
il problema della scelta e vengono fornite indicazioni generali
sulle scelte possibili;
illustrazione dell'ambiente universitario, delle "regole" di
comportamento per gli studenti e del sapere necessario per accedere
ad una facoltà; questi interventi risultano più positivi,
specialmente se gli studenti delle scuole medie superiori sono
preparati all'incontro;
conferenze ed esemplificazioni di come vari argomenti vengono
affrontati nella didattica universitaria;
visite guidate di gruppi di studenti delle scuole medie superiori
alle facoltà, con incontri con docenti universitari e con senior
students, eventuale partecipazione alle lezioni, conoscenza delle
strutture, ecc.;
colloqui di orientamento tra singoli studenti e docenti
universitari nei mesi precedenti l'iscrizione, per fornire maggiori
informazioni sui Corsi di laurea e per una prima verifica della
scelta.
Attività simili dovrebbero essere realizzate con altre
istituzioni come gli enti locali e le Associazioni delle categorie
professionali.
I rappporti fra istituzioni per un sistema di orientamento
Le attività di orientamento, come si è visto, implicano stretti
rapporti fra scuole ed università. Per riaffermare l'importanza di
questi rapporti e renderli possibili, è utile esprimere in modo più
esplicito gli obiettivi concreti e le modalità organizzative che essi
possono avere:
1. Le università hanno la responsabilità di fornire alle scuole
informazioni esatte e conoscenze adeguate delle caratteristiche
dell'ambiente e degli studi universitari.
2. Devono, inoltre, indicare il sapere di base e le capacità
richieste per partecipare a tali studi; ciò può orientare la
ridefinizione dei programmi scolastici.
3. Su richiesta delle scuole, le università possono fornire un
sostegno all'attività didattica attraverso varie forme di
aggiornamento o di qualificazione degli insegnanti.
4. Le scuole medie superiori possono fornire indicazioni utili
sulle caratteristiche dei giovani ed in particolare sulle loro
motivazioni e sui loro atteggiamenti.
5. Inoltre le scuole possono mettere a disposizione esperienze e
metodologie didattiche per l'apprendimento dei contenuti di
base.
Per raggiungere questi obiettivi e quindi progettare e
realizzare in comune attività di orientamento e di diffusione delle
informazioni sono necessarie modalità organizzative di coordinamento
fra Scuola ed Università. In questo caso è difficile proporre
indicazioni che siano rilevanti in modo univoco; infatti tali
modalità dipendono dalle dimensioni delle università e soprattutto
dall'ampiezza dei bacini di utenza che ad esse si riferiscono.
In realtà di piccole o medie dimensioni è auspicabile che siano
organizzati incontri periodici tra la Commissione Orientamento
formata dai rappresentanti dei corsi di laurea e da studenti e la
Commissione Orientamento composta da un rappresentante (il Referente
indicato in precedenza) per ogni Scuola. In questi incontri possono
essere progettate e verificate le attività "ordinarie" di
orientamento, oppure possono essere decisi progetti particolari,
relativi a ricerche sulla condizione giovanile, ad attività di
formazione degli insegnanti, a momenti di riflessione comune, come
convegni o conferenze. Inoltre possono essere progettati in comune e
realizzati strumenti per l'orientamento, come software, video e
pubblicazioni.
Nelle realtà con mega-Atenei o con bacini di utenza che
comprendono centinaia di scuole, questo modello organizzativo non è
realizzabile. In questi casi le strade possibili appaiono due e
possono essere percorse entrambe; da un lato il territorio di
riferimento può essere suddiviso in zone (che corrispondono ai
Distretti), ciascuna delle quali esprime un rappresentante che si
collega con la Commissione Orientamento dell'Università. Dall'altro
lato, attraverso le Regioni o gli IRRSAE possono essere create
strutture intermedie, nelle quali la Commissione Orientamento
dell'università s'incontra con rappresentanti di gruppi di scuole.
I rapporti fra università e scuole si devono inserire in una
rete molto più vasta di collegamenti fra istituzioni presenti in una
società locale (Regioni, Province, Comuni, IRRSAE, Provveditorato,
Distretti Scolastici e Associazioni di categoria) con particolare
riferimento alla creazione ed alla diffusione delle informazioni, ma
anche per progettare iniziative comuni di orientamento professionale.
L'obiettivo primario deve essere quello di costituire un sistema
territoriale di attività di orientamento fondato sulla
specializzazione delle singole istituzioni, derivante dalle
competenze attribuite dalla legge, e su un'integrazione funzionale,
basata sul riconoscimento delle unità del processo di maturazione e
di acquisizione di competenze professionali da parte dei giovani.
In questa prospettiva esistono alcune esperienze in varie sedi
universitarie che possono costituire modelli per nuove realtà, anche
se ogni situazione ha caratteri specifici. Una prima indicazione
riguarda la creazione di Centri di prima informazione, dove i giovani
possono trovare riunite notizie generali su iniziative culturali e
relative al tempo libero, sul lavoro e sull'istruzione superiore o
sui servizi del diritto allo studio; questi centri dovrebbero essere
progettati e gestiti insieme da tutti gli enti che costituiscono un
sistema territoriale. Dopo una prima fase d'informazione, che è
peraltro molto importante, i giovani possono essere indirizzati verso
altri uffici dove possono acquisire indicazioni più approfondite;
simili strutture possono contribuire a modificare l'atteggiamento
diffuso nei confronti della progettazione del futuro e della
realizzazione delle scelte.
Un secondo esempio è costituito dalla collaborazione fra
Provincia, Regione, Associazioni di Categoria, Scuole ed Università
per la diffusione delle informazioni sugli ambienti di lavoro, sui
profili professionali e, qualora sia possibile, sulle tendenze del
mercato.
Esistono attualmente molteplici strumenti per realizzare varie
forme di collaborazione, dai protocolli d'intesa alle convenzioni-
quadro ed a quelle per specifiche iniziative. E' necessario tuttavia
che sia diffusa fra tutte le istituzioni presenti in un'area la
coscienza della rilevanza dei problemi dell'orientamento e sia
condivisa la motivazione ad un impegno collettivo per la formazione
dei giovani.
E' necessario sottolineare infine che la collaborazione attuata
a livello territoriale deve essere inserita in una rete nazionale che
permetta il coordinamento delle diverse iniziative e deve essere
sostenuta da una struttura centrale di raccolta, elaborazione e
diffusione delle informazioni e delle metodologie orientative.
Il tutorato universitario
Negli ultimi 20 anni l'utenza dell'Università italiana è
fortemente cambiata. Una serie di iniziative legislative e
l'aumentata affluenza degli studenti hanno radicalmente cambiato le
modalità e le caratteristiche dell'accesso all'Università. Questo
processo, avviatosi con i primi anni '70, ha conosciuto un'ulteriore
accelerazione nell'ultimo periodo, con una nuova forte crescita degli
studenti, che dal 1986 al 1994 sono aumentati da un milione ad un
1.6000.000 iscritti. Ormai quattro giovani su dieci si iscrivono
all'Università. A questi si aggiunge una nuova utenza, per ora
limitata come numero, ma qualitativamente significativa,
rappresentata dagli iscritti ai Corsi di diploma.
L'aumento dell'utenza e soprattutto la sua diversa composizione
qualitativa costituiscono una sfida impegnativa per l'Università. Non
si iscrivono più solamente gli studenti socialmente e culturalmente
selezionati che arrivavano all'Università fino a 20-30 anni fa', ma
accedono giovani che spesso hanno alle spalle un debole background
culturale, ed un curriculum scolastico non finalizzato al
proseguimento degli studi; si tratta dunque di studenti che trovano
difficoltà nell'inserirsi in un insegnamento di tipo universitario.
Queste difficoltà vengono ulteriormente accentuate dalla situazione
di stallo causata dalla mancata approvazione della legge di riforma
dell'istruzione secondaria, che rende difficoltoso l'avvio di un
serio sistema di orientamento all'interno della Scuola e la
definizione di più stretti collegamenti con l'Università per rendere
più agevole il passaggio tra i due sistemi. Proprio questa distanza
tra la preparazione di partenza, gli standards richiesti ed il
rapporto con gli studenti è in parte all'origine del fenomeno
dell'abbandono (che comunque, è opportuno ricordarlo, ha anche altre
componenti).
Tutto questo richiede che si instauri un rapporto nuovo tra
studenti, docenti e strutture universitarie. Vanno individuate forme
stabili di supporto che garantiscano maggiore assistenza agli
studenti durante il percorso universitario, dal momento della scelta
della Facoltà fino al completamento del corso di studi. Vanno
perseguite forme nuove di didattica, in grado di assicurare una
proficua frequenza dei corsi e di favorire un apprendimento effettivo
da parte degli studenti. Entrambe queste forme d'innovazione vanno
fondate su adeguate conoscenze delle caratteristiche degli studenti
da ottenere attraverso vati strumenti di accertamento.
Rispetto a quest'esigenza la normativa, ed in particolare la
legge 341/90 sugli ordinamenti didattici, ha previsto che le
strutture universitarie, e la docenza in primo luogo, svolgano una
funzione più attiva per favorire la frequenza efficace degli
studenti; occorre pertanto accelerare l'attuazione di tale legge, in
particolar modo per quanto riguarda l'attività di tutorato.
I bisogni degli studenti
Allo scopo d'individuare le attività che caratterizzano il
tutorato, appare opportuno definire preliminarmente quali possono
essere i bisogni degli studenti.
Si presentano dunque alcuni esempi di esigenze comuni:
a)
informazioni e consigli utili per lo studio: quali
sono le opportunità esistenti, di carattere assistenziale (assegno
di studio, ecc.), di carattere culturale (attività culturali e
facilitazioni per gli studenti), ricreativo, didattico
(biblioteche, archivi), formativo (borse di studio, anche per
l'estero, altri corsi).
b)
Recupero di lacune di apprendimento nelle competenze di
base: questo aspetto risulta particolarmente importante per
questi studenti che s'iscrivono a Facoltà diverse rispetto
all'indirizzo di Scuola secondaria che hanno seguito. Questo
problema potrebbe essere affrontato anche istituendo adeguati
filtri d'accesso, ma in ogni caso il dislivello tra la preparazione
degli studenti che entrano nell'Università ed i requisiti
accademici crea un bisogno da tener presente.
c)
Predisposizione di un progetto generale di studi:
si tratta di un compito che crea notevoli difficoltà allo studente,
soprattutto in quelle facoltà che non prevedono una rigida
successione di esami, oppure offrono una vasta gamma di possibili
indirizzi di studio, oppure una vasta scelta d'insegnamenti
complementari. Bisogna considerare che talvolta si cerca di
sviluppare una professionalità nuova in una facoltà tradizionale, e
questo è anche possibile attraverso un'accorta predisposizione del
piano di studio, che magari contempli anche insegnamenti seguiti
fuori facoltà.
d)
Predisposizione di un piano di lavoro:
specialmente all'inizio della carriera accademica lo studente ha
difficoltà ad organizzare i tempi di studio e la successione degli
esami.
e)
Individuazione di un metodo idoneo per affrontare lo
studio e gli esami: bisogna considerare che all'Università
i tempi e i modi dell'insegnamento, dello studio e della
valutazione sono profondamente diversi rispetto a quelli della
Scuola.
f)
Assistenza alla scelta dell'area disciplinare e del
docente per sviluppare una tesi di laurea valorizzando al
meglio le competenze, le attitudini e gli interessi dello studente:
tale scelta rappresenta un impegno che mette spesso gli studenti a
disagio e per il quale avrebbero bisogno di maggiore supporto
tutoriale.
g)
Orientamento professionale: lo studente ha bisogno
di aiuto per creare un collegamento più stretto tra il curriculum
di studi e le esigenze, qualitative e quantitative, del mercato del
lavoro.
Come si può constatare, la gamma dei bisogni appare ampia ed
articolata, disponendosi lungo un continuum che va dall'assistenza di
carattere personale, al "counselling", fino all'assistenza di
carattere più specificamente didattico. Per affrontare questi bisogni
è necessario predisporre un sistema articolato di servizi di tutorato
e di orientamento.
Appare in ogni caso opportuno che ogni Sede conduca una
riflessione sulle caratteristiche della propria utenza per
identificarne i bisogni più specifici.
Cos'è il tutorato
L'attività di tutorato universitario, già richiamata nella legge
382/80, è stata introdotta in modo puntuale dall'art. 13 della legge
341/90 sugli ordinamenti didattici: "1. Entro un anno dalla data di entrata
in vigore della presente legge ciascuna
Università provvede ad istituire con
regolamento il tutorato, sotto la
responsabilità dei consigli delle strutture
didattiche. 2. Il tutorato è finalizzato ad
orientare ed assistere gli studenti lungo
tutto il corso degli studi, a renderli
attivamente partecipi del processo formativo,
a rimuovere gli ostacoli ad una proficua
frequenza dei corsi, anche attraverso
iniziative rapportate alle necessità, alle
attitudini ed alle esigenze dei
singoli. 3. I servizi di tutorato collaborano
con gli organismi di sostegno al diritto allo
studio e con le rappresentanze degli
studenti, concorrendo alle complessive
esigenze di formazione culturale degli
studenti e alla loro compiuta partecipazione
alle attività universitarie."
Sulla base delle disposizioni di legge, e dei bisogni degli
studenti precedentemente evidenziati, si può definire la seguente
articolazione delle funzioni del tutorato, in relazione ai diversi
momenti della vita universitaria: Fase di accoglienza
La fase dell'accoglienza inizia nel momento in cui lo studente
decide di accedere ad un determinato corso di laurea o di diploma, e
si conclude non prima dei sei mesi dopo la data d'inizio delle
lezioni.
Il termine "accesso" va inteso però in senso non burocratico.
L'accesso è la fase successiva al processo di scelta del corso di
laurea o di diploma. Tuttavia non sempre il processo di scelta è
lineare e definitivo, e comunque deve essere verificato, per cui lo
studente che accede all'Università ha bisogno di un'assistenza su
entrambi i fronti del tutorato e dell'orientamento.
Si tratta dunque di una fase nella quale il confine tra le due
funzioni, tutorato ed orientamento, è molto sottile. Inoltre, è una
fase estremamente delicata: è noto, infatti, come il 50% di tutti gli
abbandoni avviene proprio durante il primo anno d'iscrizione. E'
dunque estremamente importante che l'Università organizzi in questa
fase delle attività che siano in grado di sostenere uno dei passaggi
più delicati della carriera formativa di un giovane.
Per quanto riguarda l'informazione, i servizi di tutorato da
offrire in questa fase possono essere i seguenti:
1)
informazione generale sull'organizzazione logistica,
burocratica, amministrativa dell'Università e sugli strumenti del
diritto allo studio;
2)
informazione e assistenza utili per la formazione: quali sono le
opportunità esistenti di carattere culturale (attività culturali e
facilitazioni per gli studenti), ricreativo, didattico
(biblioteche, archivi), formativo (borse di studio anche per
l'estero);
3)
informazione di carattere più qualitativo sul corso di laurea e
di diploma, per conoscerne i principali contenuti, gli obiettivi
formativi, le competenze di base necessarie per frequentare gli
insegnamenti, i metodi di studio.
L'informazione, tuttavia, non esaurisce le esigenze di
assistenza all'accesso degli studenti che vengono espresse in questa
fase.
In un contesto nel quale lo studente non ha strumenti a
disposizione per confrontare i suoi requisiti e le competenze
possedute rispetto alle richieste del Corso di laurea, appare
opportuno predisporre uno strumento che fornisca loro elementi per
attuare una scelta consapevole, anche prefigurando modalità ed
impegno richiesto dallo studio.
A questo scopo si è diffuso negli ultimi anni l'uso di test, che
hanno lo scopo di aiutare docenti e studenti a esplorare la
preparazione di questi ultimi n rapporto alle aree disciplinari delle
facoltà e ad individuare eventuali lacune. Tali test sono associati
ad un intervento attivo da parte delle facoltà, che predispone corsi
di "equiparazione" per quegli studenti che hanno riportato un voto
particolarmente basso nella prova, in modo da recuperare i deficit di
base.
Le Università che hanno attivato questi strumenti hanno potuto
verificare una diminuzione significativa del tasso di abbandono. Il percorso di studio
La funzione tutoriale non si esaurisce nella fase di
accoglienza, come detto chiaramente anche nella norma istitutiva, ma
prosegue lungo tutto il corso degli studi.
In questa seconda fase l'aspetto informativo del tutorato
diventa meno rilevante (anche se comunque permane,) mentre assume una
grande importanza l'aspetto di assistenza allo studio.
Senza dunque dimenticare la necessità di continuare ad offrire
un'informazione sugli aspetti indicati nel punto precedente
(soprattutto l'informazione e i consigli utili per lo studio), i
servizi più caratteristici di questa fase sono connessi con:
a)
l'assistenza all'elaborazione del piano di studio;
b)
l'assistenza alla proficua frequenza dei corsi e la guida allo
studio;
c)
l'assistenza alla scelta ed alla compilazione della tesi di
laurea.
La predisposizione dei servizi di tutorato volti a favorire la
frequenza efficace dei corsi non deve far dimenticare che il primo
fattore di successo di una proficua frequenza risiede nella
qualità dell'insegnamento erogato e nell'attenzione continua
al processo di apprendimento.
Si avverte pertanto la necessità che vengano introdotte
metodologie d'insegnamento più efficaci e di adeguati metodi di
verifica in itinere dell'apprendimento.
Strutture, soggetti, attività del tutorato
Si deve far risaltare, innanzitutto, che la legge 341 parla di
tutorato e mai di tutori; introduce dunque una funzione, che
deve essere espletata all'interno dell'Università da diversi
soggetti attraverso un sistema di servizi. Questa necessità
emerge anche dall'ampiezza della gamma dei servizi offerti, che
richiede l'intervento di diversi soggetti.
All'interno di questa pluralità di apporti, va richiamato però
il ruolo centrale dei professori e dei ricercatori
universitari.
Un primo riferimento all'obbligo, per i professori e per i
ricercatori universitari, di svolgere attività di tutorato è
contenuto nella legge 382/80.
L'art. 10 ("Doveri didattici dei professori") recita infatti: "Le attività didattiche comprendono sia lo
svolgimento dell'insegnamento nelle varie forme
previste, sia lo svolgimento, nell'ambito di
appositi servizi predisposti dalle Facoltà, di
compiti di orientamento per gli studenti, con
particolare riferimento alla predisposizione dei
piani di studio, ai fini anche delle opportune
modifiche ed integrazioni sulla base dei
risultati conseguiti dagli studenti stessi e
delle loro meglio individuate attitudini e
sopravvenute esigenze".
Per quanto riguarda invece i ricercatori universitari l'art. 32
della stessa legge ("Compiti dei ricercatori universitari") così
afferma: "I ricercatori universitari contribuiscono
allo sviluppo della ricerca scientifica
universitaria e assolvono a compiti didattici
integrativi dei corsi d'insegnamento ufficiali.
Tra tali compiti sono comprese le esercitazioni,
la collaborazione con gli studenti nelle ricerche
attinenti alle tesi di laurea e la partecipazione
alla sperimentazione di nuove modalità
d'insegnamento ed alle connesse attività
tutoriali". Successivamente l'art. 12 della legge 341/90 ribadisce che è "compito fondamentale dei professori e dei ricercatori guidare il
processo di formazione culturale dello studente secondo quanto
previsto dal sistema di tutorato di cui all'art. 13". Tale
dispositivo rinforza e concretizza il profilo didattico del docente
universitario, come soggetto responsabile anche dell'efficacia
dell'attività formativa.
La responsabilità primaria relativa all'impianto metodologico e
organizzativo, alla verifica di funzionalità ed efficacia compete
invece ai singoli Consigli delle strutture didattiche: i
Consigli dovrebbero agire dunque in piena autonomia, fatto salvo il
rispetto di eventuali linee generali dettate dal Regolamento
didattico di Ateneo; poichè le attività di tutorato integrano per
certi aspetti quelle di orientamento, sarebbe opportuno prevedere
collegamenti sia metodologici che organizzativi tra gli apparati ai
quali sono attribuite le due funzioni. E' opportuno che i Consigli
delle strutture didattiche contribuiscano, mediante l'individuazione
delle esigenze specifiche e delle soluzioni elaborate
perifericamente, alla definizione delle soluzioni che saranno
previste nel Regolamento didattico di Ateneo (in particolare nel
Regolamento di tutorato) e delle linee generali di intervento in
materia, effettivamente unificanti a livello di Ateneo. E' altresì
opportuno che il tutorato sia inserito tra le voci delle
programmazione didattica formulata annualmente dai consigli delle
strutture didattiche.
Più specificamente si propone di istituire a livello di
struttura didattica una Commissione per il tutorato, composta da
professori, ricercatori, responsabili dei servizi amministrativi e
rappresentanze studentesche, con i seguenti compiti:
programmare le attività di tutorato e coordinarne l'attuazione;
verificare l'efficacia della didattica e delle attività
programmate;
avanzare proposte, sulla base dei risultati rilevati, ai Consigli
delle strutture didattiche per le decisioni di loro competenza.
Tale Commissione potrebbe coincidere con quella istituita per
le attività di orientamento (cfr. capitolo precedente) o, in ogni
caso, dovrebbe essere strettamente collegata.
Sulla base del Regolamento predisposto, delle esigenze
prospettate, delle strutture disponibili, delle caratteristiche e
dell'affollamento del Corso di laurea, delle informazioni da rilevare
sulle caratteristiche degli studenti, la Commissione programma e
coordina le attività e strutture di tutorato.
Tra queste possono rientrare:
incontri collettivi
tenuti dai docenti con gli studenti,
specialmente del primo biennio, per presentare il Corso di
laurea, le sue caratteristiche, nonché per favorire
l'acquisizione delle metodologie di base tipiche degli studi
universitari;
colloqui individuali degli studenti con i professori e con i
ricercatori in veste di "tutori"
. Questa modalità va definita
in relazione all'affollamento del Corso di laurea ed al rapporto
medio docenti/studenti; qualora venisse ritenuta opportuna tale
forma di tutorato, è bene avviare il rapporto tra i docenti e gli
studenti mediante incontri collettivi su problematiche specifiche
(per esempio su attività d'uso della facoltà: come utilizzare le
biblioteche, ecc.), che rendono più facile l'approccio per gli
studenti; il tutore potrebbe divenire un punto di riferimento
permanente per tutte le questioni di carattere didattico
(ambientamento nel corso di studi, programmazione e regolarità
nella carriera scolastica, carenze di metodo di studio, sviluppo di
particolari interessi scientifici e culturali, ecc.) eccetto quelle
inerenti una specifica disciplina, che sono trattate con il
rispettivo docente;
servizi ed incontri tenuti da docenti per la compilazione del
piano di studi
; all'interno degli incontri gli studenti
approfondiscono con i docenti i criteri di scelta dei piani
predisposti ed elaborano il proprio piano di studio;
servizi ed incontri tenuti da docenti per la scelta della
tesi di laurea
. Le Facoltà o i Corsi di laurea predispongono
servizi ed appuntamenti non occasionali per favorire l'incontro tra
la domanda degli studenti e la disponibilità di potenziali relatori
per il lavoro di tesi.
Un ulteriore strumento che può aiutare gli studenti ad
effettuare una scelta più consapevole e le strutture didattiche ad
ottenere le informazioni sulle caratteristiche degli studenti
indispensabili per programmare le attività didattiche e di tutorato è
costituito dai test valutativi somministrati nella fase della pre-
iscrizione. Tali test possono servire a verificare:
competenze ed abilità di tipo generale, indipendenti dall'area
disciplinare alla quale la Facoltà fa capo;
competenze ed abilità più attinenti all'area disciplinare
specifica.
Coloro che ottengono i punteggi più bassi potrebbero essere
invitati a sostenere dei colloqui con i docenti, nei quali vengano
approfondite le loro motivazioni; eventualmente potrebbero essere
istituiti dei corsi di "equiparazione" tenuti dai docenti della
Facoltà.
Tale iniziativa di tipo orientativo potrebbe essere utilmente
svolta anche a livello di Scuola secondaria superiore.
Un supporto notevole può essere infine rappresentato dal
Centro di servizi e d'informazione
, organizzato con il
supporto della struttura amministrativa dell'Università e/o con gli
Enti regionali per il diritto allo studio; tale Centro ha lo scopo
sia di preparare materiali informativi sull'Università (Guide,
Audiovisivi, Software interattivi), sia di offrire informazione e
consulenza diretta agli studenti tramite un servizio di sportello
riguardo ai diversi aspetti della vita universitaria; presso il
Centro possono essere utilizzati, oltre al personale amministrativo,
anche studenti a partire dal terzo anno d'iscrizione e in corso
regolare di studi (utilizzando le borse per il part-time).
Questa struttura dovrebbe coincidere con quella prevista nel
documento sull'orientamento già citato.
Per quanto riguarda il coinvolgimento di professori e
ricercatori nelle attività di tutorato risulta innanzitutto evidente,
dalle normative sopra richiamate, che tali attività rientrano a
pieno titolo tra i loro compiti istituzionali.
La Commissione per il tutorato definirà, sulla base della
programmazione approvata dai Consigli delle strutture didattiche, le
modalità specifiche di coinvolgimento dei professori e dei
ricercatori nelle diverse attività.
L'orientamento alla professione
Le attività di orientamento e di tutorato non sono finalizzate
solo alla scelta dei percorsi d'istruzione superiore ed alla
partecipazione alla vita universitaria ma favoriscono anche
l'ingresso nella condizione di lavoro professionale e/o la
continuazione degli studi attraverso molteplici forme di
specializzazione oggi disponibili. E' ovvio che non si tratta di
un'attività mirante a realizzare il collocamento di coloro che
acquisiscono titoli universitari; questa funzione, molto importante
in un mercato del lavoro non stabile, deve essere svolta da agenzie
che ne hanno la competenza istituzionale. Si tratta, invece, di
stabilire un maggiore rapporto con gli ambienti esterni per integrare
opportunamente i curricula sul piano dei contenuti e delle attività,
prevedendo anche occasioni di confronto diretto con situazioni
professionali, al fine di:
qualificare il percorso formativo;
favorire l'autovalutazione di attitudini e competenze da parte dello studente;
potenziare le conoscenze ai fini della maturazione della scelta.
Si tratta, inoltre, di fornire agli studenti informazioni
adeguate sulle figure professionali e di metterli in contatto con gli
ambienti di lavoro perchè abbiano conoscenze precise dei requisiti
richiesti e delle opportunità offerte anche in dimensione europea.
Tutto ciò può essere raggiunto attraverso una proficua
collaborazione di varie istituzioni, tra cui in particolare
l'Università e le Regioni, sulla base delle indicazioni presenti
nella normativa in vigore (cfr. L. 390/91 e 236/93).
Per quanto riguarda la formazione successiva alla laurea, che
diventa sempre più necessaria, specialmente per alcune professioni, è
necessario fornire indicazioni sulle varie opportunità e sulla
rilevanza che esse hanno rispetto alle future occupazioni.
Un potenziamento dei rapporti delle Università con le
istituzioni e gli ambienti di lavoro in cui saranno impiegati i
diplomati e i laureati ha anche un'altra valenza generale molto
importante; può permettere alle Università di avere utili indicazioni
per quanto riguarda la ricerca di base e quella applicata, la
produzione di cultura e la programmazione delle strutture e dei
contenuti della didattica universitaria. E' evidente che ciò non deve
determinare una perdita di autonomia dell'Università, né un
assoggettamento delle sue attività a richieste contingenti del
sistema produttivo e della sfera politica.
Tuttavia, un autentico ruolo autonomo può essere costruito in
riferimento alla conoscenza degli ambienti sociali ed economici da
cui provengono ed a cui sono destinati gli studenti come
professionisti qualificati o come parte della classe dirigente. In
nome dell'autonomia l'Università non può trascurare il fatto che uno
dei suoi scopi istituzionali più rilevanti è la creazione di
professionisti qualificati; spesso invece l'obiettivo che appare
maggiormente presente è la riproduzione delle figure dei docenti-
ricercatori .
Una delle occasioni più significative per realizzare rapporti
con soggetti economici privati, istituzioni pubbliche, enti dello
stato ed associazioni di categoria è proprio la riflessione comune,
senza l'obbligo del raggiungimento di un consenso globale, né della
creazione di vincoli reciproci, sulle necessità di competenze
professionali qualificate o di sapere specialistico nei diversi
ambienti di lavoro, sul significato dei diversi modelli di sviluppo e
sulla deontologia professionale.
In tal modo il momento in cui si manifesta un'esigenza concreta
degli studenti (trovare un lavoro) può diventare un'occasione per
completare quella formazione culturale che rappresenta uno degli
obiettivi primari dell'Università (cfr. la legge sugli ordinamenti
didattici n.341/90). Utilizzare questa occasione può consentire anche
di diffondere innovazione culturale e di ridefinire le figure
professionali.
In questa prospettiva le Università possono avere relazioni più
strette anche con gli ordini professionali, con l'obiettivo di
realizzare congiuntamente una maggiore tutela dei giovani laureati e
per azioni comuni di aggiustamento delle forme di selezione operanti
nel mercato del lavoro qualificato.
Infine, da un punto di vista generale le attività di
orientamento professionale realizzate negli ultimi anni del corso di
studi universitari, in prossimità del conseguimento del titolo di
studio, possono essere punto di incontro di attività di tutorato e di
servizi di orientamento universitario e di diffusione delle
informazioni, che riguardano anche gli anni precedenti. Per questo
motivo dovrebbero implicare un ruolo più attivo degli stessi
studenti, che ormai hanno acquisito alcune competenze relative alla
progettazione ed all'organizzazione di iniziative e nello stesso
tempo sono maggiormente interessati a conoscere le possibilità e le
modalità di lavoro. Tale ruolo può essere svolto da gruppi
organizzati di studenti; di questo tipo sono le associazioni Aiesec
ed Agee che operano già in molte facoltà (prevalentemente di Economia
e Commercio e Giurisprudenza) con lo scopo di organizzare giornate
sulle professioni e stage di permanenza di studenti presso imprese o
enti in Italia ed in Europa.
Sulla base di queste premesse è possibile indicare alcune
attività specifiche di orientamento professionale che possono essere
realizzate dalle Facoltà o dalle strutture centrali di Ateneo a
favore degli studenti degli ultimi anni o dei neo-diplomati e
laureati. Pur tenendo conto della sostanziale unità dei gruppi di
possibili utenti e del fatto che spesso le iniziative possono essere
polivalenti, si è preferito individuare due insiemi di attività, le
prime riguardanti i futuri possibili ambienti di lavoro e le seconde
le forme di specializzazione ulteriore al termine del percorso
universitario.
Attività di orientamento professionale durante gli studi universitari
E' necessario ribadire con chiarezza che tali attività non
devono mirare direttamente ad assicurare un lavoro per coloro che
acquisiscono un titolo di studio universitario, ma piuttosto a
potenziare la capacità dei diplomati e dei laureati di auto-
orientarsi nella realtà e nella ricerca di un lavoro, in alcuni casi
"inventando" ruoli professionali o reinterpretando quelli
esistenti. Tuttavia, poiché tali processi sono molto complessi ed
ostacolati attualmente dalla imprevedibilità del mutamento dei
mercati del lavoro e dalla continua innovazione tecnologica, è
necessario fornire un sostegno agli studenti creando occasioni che
costituiscano per loro ulteriori occasioni per esperienze formative,
condotte in ambito nazionale ed internazionale.
Le attività possibili sono di tre tipi ed hanno fra loro
molteplici connessioni funzionali:
A)
Rapporti istituzionali con imprese, enti pubblici, ordini
professionali, con tutti gli altri "ambienti" nei quali i diplomati ed i laureati hanno
un possibile ruolo di lavoro. Alcuni esempi degli impegni che possono essere assunti
dall'Università nell'ambito di tali rapporti sono:
la diffusione di elenchi di diplomati e di laureati ad imprese;
la rilevazione e la diffusione delle richieste di nuove capacità
professionali e di figure professionali emergenti o necessarie;
la riflessione comune sulle forme di abilitazione all'esercizio
della professione, nei casi in cui tale abilitazione è prevista;
l'elaborazione di strumenti adeguati a verificare gli esiti della
preparazione universitaria rispetto allo specifico inserimento
professionale;
l'individuazione e la realizzazione di forme di aggiornamento
adeguate per le figure professionali corrispondenti ai diversi tipi
di diploma e di laurea, anche sulla base di una verifica delle
trasformazioni e dell'efficacia della formazione dei diversi
profili;
azioni coordinate con enti locali ed associazioni di categorie per
la raccolta e la diffusione di informazioni.
Alcune di queste attività sono già realizzate in modo non
strutturato da singoli docenti o da centri di ricerca; una loro
maggiore istituzionalizzazione, anche attraverso convenzioni, con un
ampliamento delle reti di comunicazione delle informazioni, può
determinare una loro maggiore efficacia ed avere effetti positivi
anche per il raggiungimento di altri obiettivi, ad esempio la
formulazione di informazioni per l'orientamento alla scelta degli
studi universitari.
Un punto di riferimento importante è costituito in questo campo
dal Protocollo stipulato tra la Conferenza dei Rettori e la
Confindustria, che prevede tra l'altro di ampliare, nell'ambito
della formazione, le esperienze positive di collaborazione già in
atto, con riferimento in particolare alle seguenti attività:
organizzazione del diploma universitario; revisione dei percorsi
formativi post-lauream; definizione di nuove forme di offerta
didattica; valorizzazione della formazione umanistica e della sua
importanza anche ai fini della preparazione manageriale;
aggiornamento professionale; orientamento degli studenti;
partecipazione all'attività didattica anche di componenti non
accademiche; stages formativi in azienda; iniziative di formazione
permanente.
Si tratta di un campo nel quale l'Università potrebbe trovare un
sostegno all'interno delle iniziative promosse per il Fondo Sociale
Europeo.
B)
Ricerche sui mercati del lavoro esterni ed interni, sulle
figure professionali e sui percorsi studio-lavoro.
Queste ricerche mirano all'acquisizione di conoscenze che i
diplomandi e i laureandi possono utilizzare nelle loro scelte e nelle
strategie di ricerca del lavoro, ma alcune hanno anche la possibile
funzione di rappresentare in modo aggregato gli esiti dei processi
d'istruzione superiore e quindi di valutare l'efficacia di questi dal
punto di vista della risposta ai bisogni di professionalità.
Le informazioni sul mercato del lavoro possono essere acquisite
utilizzando dati disponibili a livello nazionale o regionale, oppure
attraverso ricerche originali in situazioni locali. Com'è stato
ampiamente affermato nella letteratura specializzata, la rapidità di
evoluzione del mondo del lavoro in rapporto ai tempi reali degli
studi non consente di definire stime certe del fabbisogno
quantitativo di laureati.
La stessa rilevanza delle figure professionali o le loro
caratteristiche nei termini delle conoscenze tecniche, del sapere
organizzativo e della cultura del lavoro sono molto variabili, anche
nel breve periodo.
Per questi motivi è preferibile individuare e mettere a
disposizione degli studenti informazioni che consentano loro al
meglio possibile l'individuazione delle linee di tendenza aggiornate
in modo dinamico, sulle competenze e sulle caratteristiche delle
figure professionali. Alcuni dati possono essere ottenuti dalle
associazioni di categoria o dagli ordini professionali, inoltre
possono essere oggetto di analisi di singoli docenti e di gruppi di
ricerca o del lavoro di laureandi per la tesi. Altri dati,
riguardanti i percorsi studio-lavoro dei diplomati e dei laureati,
possono essere raccolti direttamente dall'Università, in modo
abbastanza semplice e con costi non elevati. Ad esempio, dopo due
anni dalla laurea potrebbe essere inviato a tutti i laureati un
questionario postale per conoscere le modalità di ricerca del lavoro,
l'eventuale occupazione ottenuta e la corrispondenza fra questa ed il
tipo di preparazione universitaria avuta, nonché la valutazione
generale del percorso formativo seguito.
Questi dati, tradotti in informazioni fruibili ed integrate con
le conoscenze generali sui mercati del lavoro, sono utili anche nelle
attività di orientamento alla scelta del tipo di studi universitari o
alla ricerca del lavoro dopo il diploma di Scuola media superiore.
Inoltre, possono essere tenuti in considerazione nella programmazione
di iniziative e di strutture didattiche, particolarmente di quelle a
carattere professionalizzante, anche in un ambito di riferimento
regionale, e nell'organizzazione e coordinamento degli insegnamenti
dei Corsi di diploma o di laurea o delle attività culturali delle
singole Facoltà.
C)
Iniziative per un collegamento con gli ambienti di
lavoro
Queste iniziative mirano a far conoscere agli studenti,
attraverso un contatto diretto con le realtà e le trasformazioni
degli ambienti di lavoro, le caratteristiche dell'organizzazione
formale ed informale, le competenze richieste e le opportunità
offerte.
Le principali iniziative possibili già sperimentate da alcune
Università sono le seguenti:
career days, che prevedono la presenza nelle facoltà di
rappresentanti di imprese, di enti e di istituzioni pubbliche e
private. Questa presenza può avvenire attraverso l'allestimento di
stands per un incontro diretto con gli studenti, tavole
rotonde con la presenza di docenti, o conferenze a gruppi di
studenti;
convegni su una particolare professione o sulle figure
professionali di un'area omogenea. Possono essere affrontati non
solo i temi relativi al mercato del lavoro o alla tutela dei
diplomati o dei laureati occupati, ma anche gli aspetti della
deontologia professionale;
conferenze all'interno dei corsi tenute da professionisti
particolarmente qualificati, o di persone che hanno una posizione
rilevante nel loro ambiente di lavoro. Questo avviene talvolta
quando si vuole un contributo su un tema rilevante; oggetto
dell'intervento possono essere, tuttavia, anche le caratteristiche
e le condizioni di una particolare attività professionale;
esperienze pratiche da realizzare presso ambienti di lavoro
diversi.
Tutte queste iniziative dovrebbero essere coordinate e
contribuire alla definizione dei contenuti dei corsi universitari e
di altre forme di attività didattiche, specialmente dei corsi
istituzionali o di quelli maggiormente caratterizzanti l'attività
professionale per cui vengono preparati i diplomati ed i laureati.
Attività di orientamento alle forme ulteriori di specializzazione dopo la laurea
E' sempre più importante che i processi di formazione e
d'istruzione superiore non si concludano con il diploma o con la
laurea. In effetti ormai tutta la vita professionale necessita di un
continuo aggiornamento che modifica il ruolo di lavoro e talvolta
anche il significato che questo assume per gli individui. Dopo la
laurea, tuttavia, è necessario l'approfondimento di alcune competenze
ancora di tipo generale (ad esempio la conoscenza delle lingue e
l'uso del personal computer) ed altre specialistiche, molte
delle quali sono attualmente acquisibili solo all'estero. Negli
ultimi anni sono molto aumentate le opportunità di formazione
ulteriore per laureati, anche per l'offerta delle strutture private.
In questa situazione è essenziale un'adeguata informazione su tali
opportunità, sia per far conoscere la loro esistenza, sia per una
valutazione di quelle migliori; questo servizio può essere offerto
dalle Università attraverso le seguenti attività:
diffusione di informazioni sulle forme di continuazione degli
studi, in Italia ed all'estero, con particolare riferimento ai
Paesi dell'Unione Europea (corsi di perfezionamento e di
specializzazione, masters, dottorati, borse di studio, corsi
privati, ecc.), attraverso pubblicazioni o attraverso un apposito
"sportello" annesso alle segreterie degli studenti;
realizzazione di incontri con laureandi per illustrare il
significato e l'utilità di una formazione post-laurea in relazione
al tipo specifico di Facoltà;
stimolo alla costituzione di gruppi o associazioni di laureati che
hanno seguito una modalità di specializzazione realizzata
dall'Università, in modo da favorire occasioni ulteriori di
confronto su temi d'interesse comune e da ottenere delle forme
indirette di verifica delle attività di formazione. In tali
occasioni può essere possibile acquisire materiali per le attività
di orientamento alla scelta degli studi universitari e/o
organizzare incontri con studenti per la comunicazione di
esperienze.
Strutture e considerazioni conclusive
Le attività indicate nei punti precedenti, in quanto parte del
complessivo impegno dell'Ateneo in materia di orientamento, devono
essere ideate, progettate e realizzate dalle Commissioni Orientamento
o da servizi che sono espressione delle strutture didattiche o di
Ateneo.
Le funzioni e le modalità di composizione di tali organi sono
state indicate nei precedenti documenti su tale tematica elaborati
nell'ambito della Conferenza dei Rettori e riportati nei capitoli
precedenti.
Considerazioni conclusive
In conclusione si vuole riaffermare l'importanza di attività di
orientamento e di diffusione di informazioni anche alla fine degli
studi universitari per facilitare il passaggio al mondo del lavoro.
Tali attività devono essere fondate su un'adeguata conoscenza degli
ambienti di lavoro, che può essere ottenuta solo attraverso maggiori
rapporti delle università con le imprese, gli enti e le istituzioni
che possono accogliere i nuovi diplomati e laureati. Questi rapporti
non condizionano l'Università nel suo ruolo di soggetto autonomo di
ricerca scientifica e di creazione di cultura; anzi possono, per gli
atenei più disponibili e capaci, costituire una possibilità
d'influire sulla cultura diffusa negli ambienti di lavoro e sulla
riflessione che ha per oggetto i modelli d'organizzazione, la qualità
della vita di lavoro ed il ruolo sociale o la deontologia dei
professionisti.
Dall'altra parte tali rapporti garantiscono un contributo
fondamentale per la qualificazione della funzione formativa degli
atenei, in quanto implicano una revisione costante e mirata delle
metodologie e dei contenuti della didattica universitaria.
Proposta di articolato per un regolamento-quadro per il tutorato
L'articolato presentato in queste pagine nasce dall'attività del
gruppo di lavoro dei delegati rettorali per le attività di tutorato
ed orientamento.
Essa si propone di fornire alle università che ancora non lo
abbiano predisposto uno schema di riferimento per definire, nella
loro autonomia, il regolamento di Ateneo sul tutorato previsto
dalla L. 341/90.
Le indicazioni sui contenuti e sulle modalità organizzative sono
volutamente di carattere generale, per lasciare agli atenei ed ai
successivi regolamenti predisposti dalle strutture didattiche la
possibilità di prevedere eventuali modifiche e le ulteriori
specificazioni sulla base della situazione e delle necessità
locali.
Un maggiore dettaglio su obiettivi, strutture e contenuti
dell'attività di tutorato si può trovare nel cap. 2 del presente
documento.
1) Istituzione del tutorato
Nell'Università degli Studi di .................... è istituito
il servizio di tutorato, che di concerto con i servizi di
orientamento ha il fine di orientare ed assistere gli studenti, di
renderli attivamente partecipi del processo formativo, di rimuovere
gli ostacoli ad una proficua frequenza universitaria. 2) Attribuzioni istituzionali
L'attività di tutorato rientra tra i compiti istituzionali dei
professori e dei ricercatori come parte integrante dell'impegno
didattico previsto dalla normativa vigente.
Dall'attività di tutorato sono (o possono essere) esonerati:
....................... 3) Collaborazione istituzionale
I servizi di tutorato collaborano con gli organismi di sostegno
al diritto allo studio e con le rappresentanze degli studenti,
concorrendo alle complessive esigenze di formazione culturale degli
studenti e alla loro compiuta partecipazione alle attività
universitarie. 4) Organizzazione generale del tutorato
Dell'organizzazione e del funzionamento del tutorato sono
responsabili le singole strutture didattiche, che ne disciplinano
l'attuazione con proprio regolamento in conformità con il regolamento
quadro sul tutorato e determinano:
- le diverse offerte didattiche da attivare
- la ripartizione annuale dei compiti di tutorato nell'ambito della
programmazione didattica.
Presso ciascuna struttura didattica (1) viene istituita una
Commissione per il tutorato, composta da ..................
(professori, ricercatori, responsabili dei servizi amministrativi,
rappresentanze studentesche ...) con il compito di coordinare il
complesso dell'attività e verificarne l'attuazione.
(1) L'individuazione del livello della struttura (Facoltà, Corso di
Laurea, ecc.) andrà fatta a livello di singolo Ateneo. 5) Coordinamento di Ateneo
E' istituita la Commissione centrale di Ateneo, che assume
funzione di coordinamento e supporto alle attività tutoriali. Nella
Commissione entra a far parte un rappresentante per ogni Commissione
delle strutture didattiche oltre a (.........). La Commissione opera
in collegamento con la Commissione orientamento, laddove
istituita. 6) Contenuti del tutorato
Fatti salvi i compiti istituzionali dei singoli docenti i
contenuti dell'attività di tutorato sono i seguenti:
a) informazione generale sull'organizzazione logistica, burocratica,
amministrativa dell'Università e sugli strumenti del diritto allo
studio;
b) informazione e assistenza utili per la formazione: quali sono le
opportunità esistenti di carattere culturale (attività culturali e
facilitazioni per gli studenti), ricreativo, sportivo, didattico
(biblioteche, archivi), formativo (borse di studio anche per
l'estero);
c) informazione di carattere più qualitativo sul corso di laurea e di
diploma, per conoscerne i principali contenuti, gli obiettivi
formativi, le competenze di base necessarie per frequentare gli
insegnamenti, i metodi di studio.
d) assistenza alla elaborazione del piano di studio, per approfondire
i criteri di scelta e le modalità di predisposizione del curriculum
universitario;
e) assistenza alla proficua frequenza dei corsi, anche per recuperare
condizioni diseguali di partenza, e guida allo studio, aiutando anche
a sviluppare un metodo idoneo;
f) assistenza alla scelta della tesi di laurea, per valorizzare le
competenze, le attitudini e gli interessi dello studente. 7) Strumenti e modalità organizzative
specifiche
Sulla base dei Regolamenti predisposti, delle esigenze
prospettate, delle strutture disponibili, delle caratteristiche e
dell'affollamento del corso di laurea, delle informazioni da rilevare
sulle caratteristiche e sulle esigenze degli studenti, la struttura
didattica programma e definisce le modalità organizzative dei servizi
offerti. (1)
Tra questi rientrano:
definizione di strumenti conoscitivi per rilevare informazioni
sulle caratteristiche degli studenti, sulle loro esigenze e sui
risultati delle attività tutoriali (test, questionari, schede di
valutazione);
incontri collettivi tenuti dai docenti con gli studenti,
specialmente del primo anno, per presentare il corso di laurea, le
sue caratteristiche, nonché per favorire l'acquisizione delle
metodologie di base tipiche degli studi universitari;
colloqui individuali degli studenti con i professori e con i
ricercatori in veste di "tutori";
servizi ed incontri tenuti da docenti per la compilazione del piano
di studio;
servizi ed incontri tenuti da docenti per la scelta della tesi di
laurea;
servizi di supporto tecnico all'attività di studio e di
elaborazione della tesi;
attività ed iniziative culturali.
(1) Le possibili attività di seguito elencate sono da programmare a
livello di struttura didattica. A livello di Ateneo appare invece
utile la costituzione di un "Centro Polifunzionale di Servizi e di
informazione". Tale Centro ha lo scopo sia di preparare materiali
informativi sull'Università (Guide, Audiovisivi, Software
interattivi), sia di offrire informazione e consulenza diretta agli
studenti tramite un servizio di sportello riguardo ai diversi aspetti
della vita universitaria; presso il Centro potrebbero essere
utilizzati, oltre al personale amministrativo, anche studenti a
partire dal terzo anno di iscrizione e in corso regolare di studi
(utilizzando le borse per il part-time). Ovviamente gli Atenei che
fossero già dotati di tale Centro o che intendano attivarlo dovranno
farne menzione nel Regolamento.
Allegati
La presente pubblicazione è frutto del lavoro della Commissione dei
Delegati all'Orientamento ed al Tutorato delle Università della
Conferenza dei Rettori, coordinata dal Prof. Andrea Messeri
dell'Università degli Studi di Siena e dal Dott. Giorgio Allulli
della CRUI.
Le pubblicazioni sono disponibili presso la Conferenza dei Rettori,
Via Salaria n. 113, 00198 Roma (Tel. 06/84.12.162-84.12.018) che, a
richiesta, invierà copia del volume con il solo rimborso delle spese
di spedizione.
La CRUI desidera ringraziare, oltre i coordinatori, i delegati delle
Università che hanno collaborato: