MOZIONE APPROVATA (CON 8 ASTENUTI) DALL'ASSEMBLEA GENERALE DELLA CRUI DEL 3 APRILE 1997

L'Assemblea della CRUI, riunita a Roma il 3 aprile 1997, ha esaminato la proposta della Commissione Tecnica per la spesa pubblica per la ripartizione del fondo di riequilibrio per il finanziamento ordinario delle Università per il 1996.

L'Assemblea ha preso atto con soddisfazione che sono state recepite le proposte di aggiornamento del modello applicato nel 1995 presentate dalla CRUI.

La CRUI ribadisce peraltro fortemente che l'incremento della quota da destinare al riequilibrio debba essere ottenuto con fondi aggiuntivi, stante la totale inadeguatezza del finanziamento ordinario per tutte le Università, e afferma la propria contrarietà ad incrementare per il futuro la percentuale del 3,5% applicata per il 1996 se le risorse relative non saranno in gran parte aggiuntive.

Ritiene inoltre che, attraverso un opportuno aggiustamento di criteri e di parametri, questo modello possa e debba trasformarsi gradualmente nel modello "ingegneristico" a suo tempo auspicato. Pertanto, in quest'ottica, chiede che le risorse aggiuntive siano interamente destinate al riequilibrio. Tra le prime trasformazioni che si reputano significative, appare opportuno inserire per il futuro due nuove variabili: la prima che tenga conto della necessità di catturare il ruolo fondamentale della ricerca nell'attività delle università, incentivando gli investimenti in questo settore, la seconda che tenga conto della particolare costosità dei Policlinici universitari a gestione diretta in termini di personale e spazi. Inoltre maggiore attenzione andrebbe nel futuro riservata al problema della valutazione della qualità del "prodotto" universitario, in quanto sono vivi i timori che le università non riescano a difendere un alto livello qualitativo (e non solo quantitativo) dei propri laureati e diplomati.

La CRUI ritiene poi che non sia possibile risolvere il problema delle nuove università attraverso il meccanismo del riequilibrio, destinato prevalentemente a indurre comportamenti virtuosi in istituzioni a regime con risultati che vengono consolidati nel finanziamento ordinario. Pertanto chiede che i problemi di tali atenei siano avviati a soluzione attraverso un'adeguata politica di investimenti a carico dei capitoli del bilancio statale (edilizia, piani di sviluppo, ecc.) destinati ad interventi di questo tipo. Solo quando questi atenei rientreranno nell'intervallo normale dei parametri del modello potranno essere inseriti nel modello stesso. La stessa politica deve riguardare anche quegli atenei che, pur attualmente rientrando nel riequilibrio, si trovino in posizione di forte deficit rispetto ai valori medi. Pur in una sostanziale differenza con i casi sopra citati, anche i problemi dei mega-atenei sembrano sfuggire ai metodi di riequilibrio adottati.

La CRUI desidera anche intervenire su un punto tecnico. Nel calcolo della variabile INVISC sono accettabili i coefficienti di riduzione proposti dalla Commissione Tecnica per la spesa pubblica, ma si ritiene opportuno effettuare il calcolo dell'abbattimento solo dopo aver detratto dal numero totale degli studenti quello degli iscritti a corsi di studio inseriti in poli decentrati dell'Ateneo.

La CRUI si riserva, dopo aver verificato che le modifiche introdotte non mutano sostanzialmente gli indirizzi condivisi di politica universitaria che si vuole far arrivare agli atenei, di valutare l'opportunità di mantenere invariate le regole anche per il 1997, per dare la possibilità e il tempo alle università di reagire agli stimoli con opportune iniziative di governo e di verificarne i primi risultati, nel quadro di un'attenta salvaguardia della piena autonomia degli atenei in tema di scelte politiche sulla didattica e sulla ricerca. Una scelta in questa direzione favorirebbe l'anticipo già nel corso del 1977 dell'assegnazione della quota di riequilibrio del 1997, obiettivo di non trascurabile importanza nell'attuale situazione finanziaria degli atenei e del Paese.

Pertanto, in questo quadro, la CRUI esprime parere favorevole alla proposta della Commissione Tecnica per la spesa pubblica e auspica una sollecita ed integrale applicazione della stessa.