La Conferenza dei Rettori,
CONDIVIDE
l'impegno governativo per una piena integrazione dell'Italia nell'Unione Europea nel rispetto dei tempi e dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, memore del fatto che il sistema universitario è stato il primo sistema istituzionale che ha avuto dimensione europea,
APPREZZA
l'impegno del Ministro dell'Università che ha fatto in modo che la legge finanziaria per il bilancio statale del 1997 non abbia apportato tagli al finanziamento ordinario delle università e che i centri di spesa autonomi degli atenei siano stati esclusi dall'applicazione dell'art. 8, comma 3, del DL 669/96,
PUR COMPRENDENDO
che l'impegno europeistico richiede misure finanziarie straordinarie
come quelle previste dal DL 669/96, art. 8, commi 2 e 3, e dalla
L. 662/96, art. 3, comma 214,
DENUNCIA
la totale contraddizione tra i provvedimenti adottati e la linea del programma governativo che prevede un forte sostegno al sistema universitario della formazione avanzata e della ricerca e un impegno per la garanzia e sviluppo dell'autonomia degli atenei,
segnala
le gravi difficoltà in cui si trovano gli atenei, improvvisamente limitati nella loro autonomia gestionale per il blocco dei prelievi dalle tesorerie, aggravati da adempimenti burocratici inutilmente defatiganti e persino peggiorativi del contenuto del decreto, impediti di proseguire nell'azione appena iniziata di efficienza ed efficacia nella gestione con inevitabili costi aggiuntivi da sopportare in termini reali e in termine di immagine,
CHIEDE
che si dia concreta attuazione al processo autonomistico già iniziato, nella consapevolezza che l'autonomia universitaria costituisca un valore irrinunciabile per lo sviluppo economico e sociale del paese,
che sia restituita alle università l'autonomia gestionale, peraltro garantita dal DL 669/96 ad altre istituzioni (regioni, province, comuni, comunità montane, ecc.) e che comunque le norme ora vigenti abbiano termini temporali brevi e certi. Un loro eventuale prolungarsi avrebbe tra l'altro conseguenze disastrose sull'intero sistema universitario, trasformando un blocco tecnico del prelievo in un taglio effettivo di disponibilità che, tenendo conto delle spese obbligatorie degli stipendi che gravano sul budget degli atenei, sarebbe superiore al 50%.