Le Università vogliono poter spendere i finanziamenti ricevuti per la ricerca
Il sistema universitario nazionale conferma la volontà e la disponibilità a contribuire al risanamento della finanza pubblica rispettando il fabbisogno di propria competenza programmato dal Governo. Ritiene tuttavia che debbano venire posti in essere, con urgenza, alcuni correttivi resi necessari dalla peculiarità delle principali attività istituzionali delle Università, tra cui in particolare la ricerca. Vale la pena di ricordare che una buona attività di ricerca è fondamentale per una buona attività didattica e che la seconda non può sussistere senza la prima.
Ciò premesso, occorre evidenziare che la caratteristica peculiare della ricerca è il suo carattere "contrattuale", cioè l'obbligazione contratta dal ricercatore nei confronti del committente, sia esso pubblico o privato, e la conseguente finalizzazione dei fondi associati al "contratto", che non possono essere impiegati altro che per le finalità previste. Se, infatti, il ricercatore non può, per definizione, garantire il risultato della propria attività, deve però garantire l'esecuzione della ricerca nei modi e nei tempi stabiliti.
L'attuale applicazione dei vincoli di spesa connessi al fabbisogno, e in particolare il far confluire nel fabbisogno anche gli avanzi di cassa legati a contratti attivi, ostacolerà in modo sempre più pesante l'esecuzione delle attività di ricerca peculiari dell'Università, e quindi il rispetto delle relative obbligazioni contrattuali, danneggiando proprio l'attività del tessuto più sano, attivo e culturalmente vivace degli Atenei. Il rischio incombente è che proprio quei ricercatori che attraggono, come entrate proprie, risorse finanziarie negli Atenei, siano invece indotti anche su questo a dirottare tali risorse su enti esterni e non interagenti con gli Atenei, per evitare i vincoli di spesa conseguenti al fabbisogno.
È evidente il danno di sostanza e di immagine per le Università: proprio nel momento in cui il MURST sta producendo il massimo sforzo per rilanciare la ricerca all'interno delle Università, i migliori ricercatori vengono ostacolati nell'esecuzione delle loro ricerche.
In attesa che venga rimosso il vincolo di spesa per gli anni a venire, si propongono per il 1998 i seguenti, urgenti provvedimenti:
Le proposte suddette conseguono dal fatto che il vincolo sulla spesa degli Atenei tenuto anche conto degli incrementi incomprimibili delle spese di personale impedisce di onorare gli impegni pluriennali contratti nel 1997.
Si considera naturalmente già acquisito l'incremento del fabbisogno per gli altri importanti investimenti incrementali statali operati nel sistema universitario, in particolare quelli relativi all'edilizia, alle infrastrutture e al potenziamento delle reti di ricerca.
In attesa di tali provvedimenti, dei quali si sottolinea ancora l'urgenza, i Rettori hanno concordato comunque di privilegiare per quanto possibile la ricerca nei piani di spesa 1998 degli Atenei.