La CRUI, esaminato il testo della legge di riforma delle Accademie di Belle Arti, dell'Accademia Nazionale di Danza, dell'Accademia Nazione di Arte Drammatica, degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, dei Conservatori di Musica, degli Istituti Musicali pareggiati e del Centro Sperimentale di Cinematografia (proposta di legge 688 e abb.), approntata dalla VII^ Commissione della Camera, esprime il più fermo dissenso sui contenuti della proposta che istituisce di fatto, un sistema universitario parallelo, soggetto a regole diverse da quelle oggi vigenti per le istituzioni universitarie. Appare, infatti, soltanto un artificio quello di chiamare i proposti Istituti Superiori delle Arti (ISdA) "istituzioni di istruzione superiore di grado universitario" e non Università, considerato che le loro attribuzioni sono quelle specifiche e peculiari delle Università: rilascio dei diplomi universitari (sic) di primo livello e di diplomi di laurea con valore legale; possibilità di attivare corsi di perfezionamento, di specializzazione e di dottorato di ricerca; la titolarità nelle scuole di specializzazione di cui all'art. 2 della legge n. 341, di attività di didattica disciplinare relativa agli indirizzi che conducono agli insegnamenti di materie artistiche.
Sotto il profilo del personale docente, è inoltre previsto lo stato giuridico ed il trattamento economico del personale docente universitario, pur nella diversità delle forme di reclutamento (iniziale equiparazione ope legis del personale in servizio e successivamente "specifiche forme concorsuali").
Le ISdA farebbero poi riferimento ad un organo di consulenza ministeriale diverso dal CUN e dovrebbero godere di un'apposita e specifica area di contrattazione per il personale.
Nel proporre questo sistema universitario parallelo, si ignora totalmente l'importante e qualificata realtà scientifica e didattica già presente nelle Università anche nelle aree delle scienze musicologiche, teatrali, del cinema e della comunicazione, con corsi di laurea, indirizzi, scuole di specializzazione, corsi di perfezionamento e dottori di ricerca.
La CRUI auspica quindi un profondo ripensamento dell'attuale proposta di riforma dei Conservatori e delle Accademie d'Arte. A queste Istituzioni va sicuramente riconosciuto un ruolo fondamentale nel sistema educativo di un Paese, anche per l'alto valore culturale dei programmi formativi che ad esse competono e l'alta qualificazione di molte di esse. La loro piena valorizzazione, tuttavia, non deve necessariamente passare attraverso il loro riconoscimento come istituzioni universitarie. Sarebbe invece fortemente auspicabile un loro raccordo con le istituzioni universitarie che, pur con obiettivi di formazione diversi, svolgono attività didattica e di ricerca nelle aree di comune interesse.
Su queste basi la CRUI offre la propria collaborazione per rivedere il progetto di riforma e chiede di essere consultata prima che vengano compiuti ulteriori passi nell'espletamento dell'iter legislativo.